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Sostenibilità e sviluppo: la sfida del domani nell'evento internazionale SIF

Il SIF è giunto alla seconda edizione ed è stato ospitato dal Campidoglio il 30 settembre scorso. Per Daniele D’Ambrosio, AD di Minerv@ (società che ha organizzato il Forum), ci sono e ci saranno importanti opportunità per le aziende impegnate nello Sviluppo Sostenibile. Si è parlato anche di Ethical Living, una precisa attenzione individuale al rispetto di ambiente ed energia e a certe abitudini di consumo.

di Alberico Moro

Dott. D’Ambrosio può fare un resoconto post-evento?
Il SIF è nato nel 2009 e pochi giorni fa c’è stata la seconda edizione. Quest’anno abbiamo voluto essere più specifici sugli argomenti: Energia, Architettura e Ethical Living. L’obiettivo era quello di focalizzare l'attenzione sui temi più caldi della sostenibilità, e direi che ci siamo riusciti. Il Forum ha raggiunto anche altri obiettivi importanti: c’è stata una buona risonanza media che favorisce una maggiore sensibilizzazione sull’argomento, abbiamo dato visibilità alle aziende che si stanno impegnando in vari settori nello Sviluppo Sostenibile e abbiamo riunito una platea di oratori che hanno raccontano le loro esperienze confrontando le loro best-practices. Le persone e gli oratori che s’incontrano durante il Forum, parlano anche fra di loro, si ascoltano, si scambiano idee e contatti, sono nati così anche rapporti di business interessantissimi. Sono state rappresentate diverse realtà ed esperienze dal mondo della  Pubblica Amministrazione, dell' Università,  dell'Industria.

Cosa s’intende per sostenibilità?
Lo Sviluppo Sostenibile è l’insieme delle attività umane che guarda allo sviluppo economico e alla crescita del benessere in maniera sostenibile, nel rispetto sia delle esigenze dei consumatori che dell'ambiente. Significa fare in modo che questo sviluppo non consumi risorse e basta, ma produca risorse nuove, o quanto meno sia sostenibile nel lungo periodo. Quindi parliamo di sviluppo economico legato ad una forte attenzione alle risorse che il pianeta ci mette a disposizione, per non compromettere il futuro delle nuove generazioni.

A quali risorse si riferisce? A quelle ambientali?
Questo è uno dei temi centrali. Quando si parla di sostenibilità o sviluppo sostenibile normalmente ci si confonde con l’ambiente. In realtà lo sviluppo sostenibile è qualcosa di più che, al suo interno, comporta anche l’attenzione alla sostenibilità ambientale, ma non solo. Ci sono anche altri esempi da prendere in considerazione, come la sostenibilità di tipo finanziario. Penso all’INPS, che in questo momento, potrebbe essere un esempio di non sostenibilità finanziaria.
Un’azienda che consuma risorse, o una famiglia che spende più di quello che guadagna, può avere tanti risparmi da parte, ma dopo un po’ condurrà un'esistenza insostenibile. Sviluppo sostenibile significa dunque vivere anche delle risorse che uno ha e che riesce a produrre, rinnovandole.

Cosa ci può dire sui contenuti del forum 2010?
La verticalizzazione dei temi trattati durante il  SIF è stata molto importante, ed è andata bene. Ci ha permesso di focalizzare le discussioni in modo mirato, al contrario dell’anno scorso che avevamo messo insieme più oratori su diversi argomenti, rendendo tutto più dispersivo.
Quest'anno sono emersi due filoni: la ricerca dell’efficienza energetica, che è ciò su cui ci stiamo concentrando - e mi sembra che ci sia ancora da fare per un po’su questo fronte - e da un altro lato la ricerca e sviluppo, attraverso il confronto con idee innovative. Il SIF in questo senso si è dimostrato un bel palcoscenico, e ha confermato quante possibilità ci possano ancora essere.
Nel panel “energia” ad esempio, ci sono stati interventi e approfondimenti interessanti, con risoluzioni propositive che, un po’ a sorpresa, abbiamo ritrovato come conclusioni centrali di altri due panel di discussione. Come SIF, in sintesi, prima ancora di parlare di Sviluppo Sostenibile, che è certamente un punto d’arrivo e l’obiettivo a cui tendiamo, è mostrare da ora quello che l’industria, la pubblica amministrazione, l’università e l’accademia (quindi la ricerca), stanno facendo in merito alla ricerca e all'ottimizzazione delle iniziative concrete sulla sostenibilità nei vari settori.
Abbiamo costruito un mondo basato sui consumi negli ultimi 50 anni, basato sulla dipendenza di risorse esauribili come il petrolio. Ci siamo accorti che questo modello non è sostenibile e allora, prima di cambiare e prima di parlare di fotovoltaico, eolico - comunque importantissimi - prima di far si che questi rappresentino le maggiori fonti di produzione di energia, dobbiamo realisticamente essere “bravi” ad utilizzare meglio e più efficientemente, quello che già c’è.
Efficienza e riduzioni del consumo, non significano certamente fermare lo sviluppo, l’obiettivo è riuscire a mantenere il tasso di crescita riducendo il consumo inutile e improduttivo. In questo momento il mondo è concentrato per esempio sull’efficienza nel trasporto, nel consumo di petrolio e l’efficienza in architettura. Questo è il primo filone molto interessante, poi c’è un secondo filone che riguarda gli esperimenti della ricerca e sviluppo, che sta lavorando su tante cose. Penso ad esempio alla Geotermia o alle Lampadine Led.

Quali sono le opportunità per le aziende?
Ce ne sono due. La prima è il mondo della “Green Economy”, c’è la possibilità di creare aziende in questo settore oppure di riconvertire pezzi d’azienda per entrarci.
Poi ci sono opportunità per aziende di altri settori, ad esempio quelle che fanno prodotti di largo consumo. Si tratta di rivedere il modo di consumare i prodotti, senza intaccare la qualità. Ci possono essere grandi opportunità nel cambiare alcune tecnologie di produzione o di riciclo degli scarti. Si possono fare prodotti nuovi e innovativi che hanno più possibilità di essere venduti perché la sensibilità dei consumatori sul tema “sostenibilità”  è sempre più elevata.

I “consumatori” che “idea” hanno?
Quando ad un consumatore si propone qualcosa che è “ecocompatibile” difficilmente dice “no”. Ci sono però, stranamente, tanti dati secondo i quali il consumatore non è disposto a pagare di più per un prodotto eco-green, e questa per me è una cosa assurda. Bisogna capire che le aziende che s’impegnano seriamente nella sostenibilità investono in tecnologie nuove e devono cambiare le fabbriche. L’aspettativa comune però è che un prodotto “eco” costi meno: lo sfruttamento intelligente delle risorse ambientali produce un risparmio delle risorse e quindi, per molti consumatori, anche il prezzo deve essere “eco”.

Cosa s’intende per Ethical Living?
E' un concetto vasto che comprende sia una precisa educazione al rispetto di ambiente ed energia, sia l'attenzione verso certe abitudini, sociali e individuali, che si concretizzano in un inutile spreco. Facciamo degli esempi legati al vivere quotidiano: significa caricare il telefonino e staccare il carica batteria dal muro dopo averlo caricato, o non lasciare il PC attaccato durante la notte. Il cavo del PC consuma lo stesso quando è attaccato alla spina. Significa prendere un appunto su un pezzo di carta e scriverci anche dietro. Significa usare l’automobile in maniera intelligente, almeno in 2-3 persone, o fare degli spostamenti ragionati. Significa comprare un elettrodomestico di tipo A. Significa accertarsi che i rubinetti di casa non abbiano perdite. Significa come io, uomo, consumatore, professionista, posso cambiare nel mio piccolo il modo di consumare. Tutto questo, moltiplicato per 6 miliardi di persone fa la differenza.

Sostenibilità e Responsabilità Sociale sono collegate?
Di sviluppo sostenibile se ne parla, per assurdo, da meno tempo che della CSR. Il mio modo di vedere, ma forse sono di parte, è che la CSR sia all’interno del concetto di Sviluppo Sostenibile, che è un concetto macro di sviluppo economico perpetuabile nel tempo. All’interno di questo mega-concetto che può rischiare di essere un po’ vago, c’è la CSR. Se voglio far crescere le aziende, e lo devo fare in maniera sostenibile, devo anche far sì che la zona dove ho le fabbriche sia in un ambiente sano, e le famiglie dei miei dipendenti stiano bene. Mi viene in mente un bellissimo esempio: il Re Leone, il film della Disney. C’è una scena che rende benissimo l’idea di ciò che l’azienda, l’imprenditore, il manager possono fare sul loro territorio. L’azienda che “inquina” e consuma in maniera dissennata, consuma gli esseri umani, li fa lavorare troppo, non è sostenibile. La CSR deve impattare sull’ambiente, sulle cause giuste, sull’assistenza alle famiglie, e una parte dei profitti va reinvestita nel territorio dove è presente l’azienda.

Ci può essere un discorso “staccato” dalla sostenibilità per le imprese?
Intellettualmente devo rispondere si, penso sia utopico dire che il 100% delle aziende presterà attenzione alla sostenibilità. Che ci siano sempre più aziende che si occupano e s’impegnano nel campo è statisticamente verificabile. Quante siano al momento, non posso dirlo.

Quelle che non lo faranno cosa rischieranno?
Secondo me rischieranno seriamente il boicottaggio dei consumatori, delle autorità, della distribuzione. Non se ne potrà fare del tutto a meno, un po’ come la sicurezza sul lavoro, la privacy o l’assicurazione della macchina. Quando ero bambino non esisteva l’obbligo delle assicurazioni, poi sono diventate obbligatorie. Un’azienda che “oggi” non si occupa di sostenibilità, può ancora essere tollerabile. “Domani”, per l’influenza legislativa e perché circondati da aziende che faranno le cose per bene e le comunicheranno, se uno rimane “isolato” e viene percepito in un certo modo, ovvero poco “sostenibile”, probabilmente sarà boicottato. Penso che il trend sia inarrestabile.

Da quest’anno avete consegnato un premio durante il SIF.
Al quale si sono iscritte ben 8 aziende molto grandi. Ha vinto IKEA con un bel progetto sull’acqua, misurabile, innovativo e concreto, secondo quelli che erano i parametri stabiliti dalla giuria. Abbiamo regalato un quadro a tema sostenibilità. Parla di conoscenza e sapere rispetto alla questione dell’ambiente: col crescere del sapere e della conoscenza si migliora l’ambiente, che è proprio lo scopo del SIF, attraverso la conoscenza e la diffusione delle “best practices”.

Progetti per il futuro?
Di progetti di sviluppo legati al SIF ce ne sono tanti. Abbiamo già aperto al SIF 2011, dando l’appuntamento al 20 giugno prossimo per la terza edizione romana, nella quale aggiungeremo un 4° panel, quello della mobilità: trasporti, mobilità urbana, e trasporto aereo. Inoltre stiamo lavorando, e ci sono buone premesse, per un’edizione del SIF a Washington. Il SIF diventerà dunque un International Forum. Probabilmente questo avverrà nell'ottobre 2011, con relatori diversi e con l’impianto legislativo americano.

18-10-2010


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