Responsabilità Sociale d’Impresa: un’opportunità
da non perdere
Perseguire gli obiettivi di business contribuendo anche al
raggiungimento di alcune istanze sociali. Se ne è discusso a Roma, in
occasione dell’evento “La responsabilità sociale dell’impresa” organizzato
da Aism e Eccellere.
di Lamberto Martinello
Responsabilità
sociale dell’impresa intesa non solo come ulteriore strumento di marketing o
come semplice definizione dei valori etici di un’azienda, ma come concetto
innovativo che va via via diffondendosi in tutta Europa sulla scia di ciò
che già è successo nel continente americano: le aziende diventano attori
socialmente responsabili. E’ questo il punto focale discusso durante
l’evento “La responsabilità sociale dell’impresa: opportunità per le
aziende, benefici per la collettività”, tenutosi a Roma il 17 Giugno scorso
ed organizzato da AISM in collaborazione con Eccellere Business Community.
L’incontro, moderato da Giustina Badaracco, Vice Presidente AISM, ha
visto la partecipazione, in qualità di relatori, di Sabrina Mirabile,
Amministratore di Brain Marketing, di Gianfranco Roncadin, Presidente
Avis Autonoleggio Spa e di Tiziana Quadrani, Customer Care &
Corporate Communication Manager di Avis Autonoleggio Spa.
Oggi la CSR (Corporate Social Responsibility) è un argomento molto
complesso, non tanto perché la responsabilità sociale può essere
interpretata in diversi modi, ma anche perché, quando un’azienda decide di
comportarsi in maniera responsabile, significa che ha fatto propria l’idea
della CSR, arrivando a valorizzarla al punto di farla diventare il fulcro e
l’anello di congiunzione tra diverse realtà: le istituzioni, la politica e
la legislazione; la società e l’ambiente; il contesto economico; la stessa
azienda. "La complessità sta proprio nel fatto che l’impresa, la politica e
la legislazione, la salute, la cultura, i diritti umani e l’ambiente non
rappresentano più ambiti distaccati, ma ognuno di essi diventa un soggetto,
un interlocutore funzionale al raggiungimento degli obiettivi di ciascuno",
spiega Sabina Mirabile.
Sembra a questo punto chiaro che il futuro delle aziende dipenderà sempre
di più dalle scelte etiche e responsabili che saranno in grado di
implementare: diventerà inevitabile collegare il profitto e la redditività
ad altri driver importanti come la tutela dell’ambiente, lo sviluppo del
capitale intellettuale e mantenere comportamenti etici; la cosiddetta
“coscienza” dell’impresa deve diventare una risorsa immateriale del bilancio
e componente fondamentale della business excellence.
Adottando politiche socialmente responsabili, l’azienda vincolerà la propria
competitività sempre più alla capacità di rispondere ai nuovi criteri di
scelta di interlocutori e clienti consapevoli.
Ma che cos’è la Corporate Social Responsibility? E qual è la sua
dimensione all’interno di un’impresa? Come spiegato da Mirabile, non esiste
un’ unica definizione, anche se generalmente si può dire che per
Responsabilità Sociale delle Imprese si intende “l’integrazione su base
volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e
ambientali nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le
parti interessate, al di là delle prescrizioni legali e degli obblighi
contrattuali” (Libro Verde della Commissione Europea – Luglio 2001). Da un
punto di vista più economico, si può interpretare la CSR come “un modello di
governance allargata dell’impresa, in base al quale chi governa l’impresa ha
responsabilità che si estendono dall’osservanza dei doveri fiduciari nei
riguardi della proprietà ad analoghi doveri fiduciari nei riguardi in
generale di tutti gli stakeholder”. Se invece si prende in considerazione
l’aspetto più etico, si può dire che per "responsabilità sociale delle
imprese s’intende l’impegno dell’impresa a comportarsi in modo etico,
andando oltre il semplice rispetto della legge e arricchendo le scelte di
gestione con considerazioni etiche, sociali e ambientali”.
Tutte queste definizioni sono giuste, ma perderebbero di significato se
in un’azienda che si definisce socialmente responsabile non ci fossero degli
elementi che facciano da presupposto per la CSR, quali un’etica dominante,
espressa attraverso valori e giudizi, ed il produrre valore economico,
legandolo alla reputazione ed al patto fiduciario che l’impresa instaura con
i propri interlocutori, in quanto la fiducia verso chi produce è alla base
delle scelte dei consumatori.
Oggi, le aziende si trovano a dover fronteggiare due dimensioni della CSR,
una interna ed una esterna. La dimensione interna comprende la gestione
delle risorse umane, la salvaguardia della salute e la sicurezza sul lavoro,
una chiara organizzazione aziendale, un’attenta gestione delle risorse
naturali, ed una consapevolezza sugli effetti che la produzione può avere
sull’ambiente. La dimensione esterna include le comunità locali, la scelta
dei partner economici e dei fornitori, il rispetto dei diritti umani lungo
tutta la filiera produttiva, il rapporto con i clienti / consumatori ed
un’attenzione verso quelle che sono le preoccupazioni ambientali a livello
mondiale.
Fondamentale diventa a questo punto sapere chi sono i referenti di
un’impresa socialmente responsabile. Questi sono stati individuati nelle
risorse umane dell’azienda, nel management, nei soci, negli azionisti e
nella comunità finanziaria, nei clienti, negli utenti e nei consumatori, nei
fornitori, nei partner, nello Stato, negli enti locali e le pubbliche
amministrazioni, ovvero nella comunità nel suo complesso. E’ però
importantissimo comprendere che non è possibile definire la responsabilità
sociale di un’impresa facendo riferimento ad uno solo o solo ad alcuni di
essi, in quanto tutti i referenti sono stakeholder dell’impresa, e quindi
tutti indispensabili per il riconoscimento della sua responsabilità sociale.
La testimonianza di Gianfranco Roncadin e Tiziana Quadrani di Avis
ha consentito di mostrare come questi concetti sono stati tradotti in
pratica nella loro azienda. L’Avis ha assunto da tempo un impegno
continuativo su tematiche, fra i quali il rispetto dell’ambiente. Esso fa
ormai parte integrante delle strategie di business. L’Avis agisce e sviluppa
continuatamene modi per minimizzare il proprio impatto ambientale e per
sollecitare i propri clienti verso un comportamento sostenibile: il loro
impegno constante verso queste tematiche si affianca a quello di una
responsabilità sociale con progetti integrati all’attività di sviluppo del
business.
Tutto questo ha portato all’avvio di numerosi progetti in collaborazione
con organizzazioni no-profit, il che ha rappresentato per Avis anche
un’opportunità per migliorare la reputazione della marca, aumentare
l’efficacia delle attività di marketing, aumentare la motivazione del
personale quindi la loro produttività, ottenere maggiore visibilità sui
media ed aumentare la simpatia nei confronti dei clienti, incrementando di
conseguenza la fedeltà.
Il fatto che Avis possa trarre dei vantaggi dal comunicare quanto si
adoperi dal punto di vista sociale sta a testimoniare anche quanto la
comunicazione stia diventando sempre più un fattore critico delle imprese
socialmente responsabili. E' innegabile, infatti, che l’avvento della CSR
abbia cambiato il modo di fare comunicazione delle imprese. Si è infatti
passati dal parlare di responsabilità economica, dal rapporto dell’azienda
verso il mercato, dalla comunicazione nel territorio dell’immagine (con un
attenzione particolare alla percezione dei clienti su asset tangibili e
non), al parlare di responsabilità sociale, al rapporto dell’impresa con la
società, ad una comunicazione two-way con tutti gli stakeholder, trovando un
equilibrio tra reale impegno e comunicazione, in quanto è meglio fare bene e
molto e comunicare poco piuttosto che il contrario.
Come testimoniato da Avis, comunicare aiuta a costruire la reputazione
dell’impresa, ad accrescere la consapevolezza dei consumatori, ed a
rafforzare il senso di appartenenza, sia all’interno che all’esterno
dell’azienda; la comunicazione però, per essere credibile, deve essere
coerente, continua, valutata da terzi, usando strumenti quali il codice
etico, il bilancio sociale ed il bilancio ambientale.
Stabilire dei valori come guida nelle scelte strategiche e gestionali
dell’impresa, fare in modo che gli interessi dell’impresa e degli
stakeholder siano gli stessi, porre attenzione a tutti gli impatti
economico-sociali e ambientali, adottare modalità di comunicazione
trasparenti che garantiscano agli stakeholder le informazioni necessarie per
una valutazione critica e consapevole, valorizzare il rapporto con la
comunità locale: queste sono in sintesi le politiche socialmente
responsabili che un’impresa deve intraprendere per essere accreditata nella
società civile ed essere considerata come un buon cittadino.
-> Scarica gli atti dell'evento
30-Giu-2008
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