Il PCO: da organizzatore di eventi ad agenzia di
comunicazione integrata
Il mercato ha generato nuove competenze e una nuova operatività per il
Professional Congress Organizer. Da partner in organizzazione di convegni a
consulente strategico a 360° per la comunicazione integrata delle aziende.
Una risorsa indispensabile per progettare eventi ad alta visibilità.
di Stefano Merolla
Circa
50 anni fa anche nel nostro paese si è cominciato ad organizzare
meeting, convegni e seminari. Recependo una prassi già sviluppatasi nei
paesi anglosassoni, le aziende italiane hanno sentito il bisogno, a
volte reale, a volte indotto, di comunicare il proprio brand e di
informare i propri dipendenti attraverso la realizzazione di incontri ad
hoc.
Uno stato primordiale del settore dove l’attore principale, l’azienda
che gestiva in tutto questa nuova attività, era appunto il PCO, il
moderno Professional Congress (Conference) Organizer.
In questa fase storica infatti le realtà corporate, quelle italiana in
particolare, non contemplavano la figura del meeting planner, ossia del
manager (quello che oggi nell’evoluzione più comune è divenuto l’Event
Manager) o dell’esecutivo (il planner vero e proprio) che aveva il ruolo
e le competenze per gestire questo processo per conto della propria
azienda (a volte questa figura coincide ed è coincisa con Assistenti di
Direzione di alto profilo). Anche a causa di questa lacuna aziendale, il
PCO ha finito per rappresentare il vero interlocutore fondamentale per
chi aveva necessità di organizzare un incontro e il cardine di questa
nuova realtà sociale ed economica.
L’organizzatore professionale cura la realizzazione delle riunione con
tutte le conseguenza pratico-gestionali che questo compito comporta:
sceglie la location, gestisce l’accoglienza dei partecipanti, organizza
la ristorazione e la logistica.
Proprio alla luce di questa operatività, è plausibile ricondurre la
nascita del mondo degli eventi in Italia ad una specializzazione tecnica
ed organizzativa dell’industria turistica.Non a caso, i primi PCO sono
in realtà reparti dedicati di Agenzie di Viaggio e Tour Operator.
E questo stato di cose durerà per lungo tempo fino a quando, nel corso
degli anni, il mercato risulterà potentemente evoluto, con la
conseguenza di presentarsi assai diverso e ben più improntato alla
strategia di comunicazione e di marketing.
In questo contesto di nuovo equilibrio l’intero sistema subirà un
drastico mutamento, riconducibile a specifici fattori che sposteranno il
settore dall’alveo dell’organizzazione a quello della comunicazione.
In primo luogo bisogna considerare che la visione marketing oriented si
è diffusa a macchia d’olio nel mondo aziendale e gli eventi di
marketing, benché gradualmente, sono andati ad aumentare in modo
clamoroso; e poiché essi sono tutti rivolti al consumatore finale,
dunque al pubblico esterno, è stato necessario ripensare tutta la
professionalità di chi li organizza, posizionandola decisamente
nell’ambito della comunicazione d’impresa.
Contestualmente, il mondo aziendale ha preso ormai coscienza
definitivamente del ruolo centrale assunto dalla comunicazione e quindi
dell’importanza dei meeting in un’ ottica di crescita. Le aziende hanno
bisogno di comunicare in molteplici modi, perché molteplici sono i
destinatari che devono raggiungere.
E in questo gli eventi, le convention, le fiere, i workshop, i seminari,
i road show , gli incentive e tutto il pianeta delle manifestazioni
aggregative, rappresentano occasioni che non possono essere
sottovalutate, bensì valorizzate e inserite come centrali in ogni piano
di comunicazione.
Ciò determina nella struttura aziendale un importante novità:
l’organigramma si arricchisce con la comparsa, in maniera sempre più
consapevole, del meeting planner (sempre più Event Manager con ampi
poteri decisionali) come centro strategico e organizzativo dei processi
di “communication by events” verso l’interno e l’esterno.
Il corporate meeting planner potrà essere a volte il responsabile
marketing, a volte l’ufficio acquisti, a volte, come già accennato, la
segreteria di direzione, a seconda del grado di organizzazione interna
dell’azienda.
Da party organizer (figura ancora in auge nel mondo anglosassone) si
crescerà verso il meeting o appunto event manager.
Oltre a quanto sottolineato, bisogna considerare il graduale processo di
internazionalizzazione del mercato eventi, che giocherà un ruolo molto
importante nel trend di crescita della meeting industry.
La sfida sui mercati internazionali determina per i PCO un
coinvolgimento sempre maggiore e sempre più in chiave strategica in
riferimento alla partecipazione a gare internazionali o
all’organizzazione di eventi ad elevata visibilità.
È in questo contesto in modo particolare che vanno evidenziate le
proprie competenze distintive orientate e costruite sulla centralità
dell’utente finale e che differenziano da un puro consulente in
hospitality.
Diviene, per esempio, di vitale importanza saper comunicare un
territorio e far interagire in maniera efficace ed efficiente le
esigenze della domanda e le molteplici e variegate potenzialità di
offerta del territorio medesimo.
Infine, è importante soffermarsi sull’impatto determinato dall’avvento di
Internet e delle tecnologie.
Le tecnologie interattive hanno infatti modificato drasticamente le
potenzialità d’azione e di gestione degli eventi, fornendo un nuovo
terreno su cui poter e dover lavorare. Sempre più spesso ormai un evento
reale continua la sua vita su internet oppure ,al contrario, la inizia
in chiave virtuale, in particolare nell’esasperato fenomeno del Business
to Business, quindi nel “set” dove gli attori principali dialoganti sono
proprio le aziende.
Contestualmente, la nascita di innovative tecnologie audio, video e di
illuminazione hanno rappresentato uno strumento importante di
valorizzazione emotiva e comunicativa degli eventi. In questo nuovo
scenario le aziende e le associazioni non cercano più un semplice
organizzatore ma un partner che possa affiancarli “tout court” nella
loro strategia di comunicazione integrata.
Un contesto in cui il momento organizzativo dell’evento - ossia quello
della prenotazione camere e voli, dei ground services, della parte
logistica - non prevale più sulle priorità della comunicazione.
Chi organizza un evento deve essere capace in primo luogo di pensarlo
anche e soprattutto in considerazione dei contenuti.
Deve essere in grado di domandarsi come s’inserisce il meeting o
l’incentive nella comunicazione integrata dell’impresa cliente e
proporre un progetto adeguato.
Il PCO in tal modo diventa quello che realmente gli viene chiesto di
essere, ossia un consulente “a tutto campo” nella corporate
communication, in grado di interagire col marketing e con il promotion,
e capace di integrarsi a tutte le altre attività di comunicazione del
cliente, dall’advertising alle iniziative one to one.
Sarà interessante seguire l’ulteriore evoluzione che si avrà nei
prossimi anni, o forse già nei prossimi mesi.
9-Lug-2008
© 2008 - Eccellere - Business Community
|