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La formazione nel sistema
distributivo e nelle grandi aziende
Due indagini, realizzate dal Gruppo Cegos,
permettono di fare il punto sulle figure professionali coinvolte, gli
obiettivi aziendali,le aspettative dei dipendenti, i percorsi formativi
anche di e-learning.
di
Elisa Scarcella
Tra
il 2000 e il 2005, secondo il Rapporto Italia 2008 elaborato dall'Eurispes,
la spesa in materia di formazione sostenuta dalle imprese private, per la
maggior parte di grande dimensione, è passata (al lordo del finanziamento
pubblico) da 895 a oltre 1.500 milioni di euro.
Considerate le dimensioni di questo importante settore dell'economia,
risultano di grande utilità due ricerche, realizzate nella seconda metà del
2007 dal Gruppo Cegos, uno dei più importanti player a livello
internazionale nell'ambito della formazione e consulenza per lo sviluppo del
capitale umano, che si definisce “acceleratore di successo” per le aziende.
Le due ricerche, attraverso la somministrazione di
questionari, permettono di fotografare nel dettaglio la situazione presente,
valutare i dati relativi al biennio 2005-2007 e tracciare previsioni per il
biennio successivo.
La prima riguarda la “Formazione nel Retail in Italia e in Europa”,
realizzata nel corso del secondo semestre 2007, con l'obiettivo di
fotografare lo stato dell'arte della formazione dedicata al personale del
sistema distributivo. Il campione è costituito da 132 aziende operanti in
Italia e all'estero, appartenenti in gran parte (74%) al settore Fashion e
operanti, anche solo in parte, nella distribuzione (con punti vendita anche
in franchising), con un fatturato generalmente (62%) superiore ai 25 milioni
di euro.
Positivo il dato riferito al 2005 al 2007, che ha visto il 73% delle aziende
intervistate investire nella formazione del personale della rete
distributiva. La formazione è stata rivolta in particolare a responsabili di
negozio o di reparto (28%), addetti alle vendite (21%), area manager/capi
(16%) e direttori vendite/retail manager (12%).
I corsi hanno riguardato questi principali temi: relazione con il cliente
(13 %), conoscenza prodotti (13 %), gestione risorse umane (12 %), tecniche
di vendita (12 %), direzione del punto vendita (10%), visual merchandising
(9%) e altro.
Significativi sono i dati riferiti alla durata media dei corsi, in termini
di giornata; un dato che vede una variazione a seconda dei soggetti oggetto
della formazione: la percentuale riferita a “nessuna giornata” è per i
manager pari al 38 %, per i responsabili punto vendita 34%, per gli addetti
alla vendita 52%, per i visual merchandiser 73% e per gli affiliati 87%.
Nella scelta dei fornitori utilizzati per la formazione, le
aziende intervistate hanno optato soprattutto (41%) per società di
consulenza, seguite docenti ed esperti interni (37 %), freelance (9%) e
università (8%) e associazioni di categoria (5%). La scelta dei fornitori è
stata influenzata per il 29% dall'esperienza specifica di settore, per il
19% dalla personalizzazione dei programmi, per il 15 % dalle aree di
specializzazione, per il 12% dal prezzo; a questi fattori si uniscono, in
misura minore, le metodologie didattiche utilizzate, le referenze, la
notorietà, il materiale e gli strumenti adottati.
Ma quali sono i motivi per cui si ritiene necessaria la formazione del
personale della rete distributiva? Motivare le persone (25%), incrementare
le capacità di vendita (23%), aumentare la produttività (17 %), divulgare
metodi e procedure (13 %), focalizzare l'attenzione sul cliente finale (12
%), gestire i cambiamenti (6 %), aumentare il controllo della rete (3%).
Passando invece alle previsioni espresse per il periodo
2008– 2009 negli investimenti in formazione, si riscontra una prospettiva di
incremento rispetto agli ultimi 3 anni, con l'impegno preso dall'84% delle
aziende intervistate ( l'11% in più) ad investire in questo settore, contro
un 16 % di aziende che dichiara di non essere intenzionato ad investire.
Confrontando i dati relativi alla formazione realizzata nel biennio
precedente con quelli della formazione che verrà svolta nel prossimo
biennio, emerge che un minor numero di aziende intende programmare corsi per
il responsabile di punto vendita; in compenso si registra un sensibile
aumento di interesse per altre figure quali i direttori commerciali e i
responsabili franchising.
Principali destinatari della formazione saranno infatti i responsabili di
negozio o di reparto (24 %), gli addetti alle vendite (22 %), l'area manager
(16%), i direttori vendite e retail manager (11%). Confrontando invece i
dati relativi alle tipologie di corsi, gli scarti più rilevanti riguardano i
corsi di tecniche di vendita (+5%), relazione con il cliente (+4%) e
conoscenza dei prodotti (calo del 4%).
Non rassicurante la situazione riferita allo sviluppo del personale della
rete distributiva: il 56% delle aziende del campione dichiara infatti di non
possedere un sistema di mappatura e sviluppo delle competenze del personale;
alte invece sono le percentuali delle aziende che dichiarano di possedere un
sistema di valutazione delle performance (77%) e di incentivazione (85%) del
personale.
La seconda indagine è stata condotta a livello
internazionale, dall'Osservatorio Cegos sulle Performance Aziendale,
sulle aspettative formative dei dipendenti di aziende con un organico
superiore a 1.000 persone. Obiettivo della ricerca, condotta su personale
che ha seguito un corso di formazione di gruppo in ambito aziendale negli
ultimi 3 anni, è fare il punto sulle aspettative dei dipendenti e sulle leve
che le aziende devono azionare per rispondervi.
La ricerca si apre con la rilevazione di alcuni dati relativi ai corsi
svolti nel 2007: il 79 % dei destinatari dei corsi è costituito dal
personale addetto alla produzione; per il 70% degli intervistati i corsi
sono stati focalizzati su argomenti inerenti attività o prodotti/servizi
dell'azienda, specialmente corsi di formazione commerciale riservati ad
operatori commerciali, vendita e marketing; informatica e management sono i
temi riservati soprattutto alla formazione del personale
amministrativo,unitamente a gestionale, efficienza professionale e
comunicazione.
Positiva è l'impressione degli intervistati a seguito dei corsi, con il 95%
del campione che si dichiara soddisfatto della formazione svolta, ed un 22%
che si dichiara molto soddisfatto. Dipendenti che, tra i fattori motivanti
nella scelta di seguire un corso di formazione, indicano la possibilità di
adattarsi alle evoluzioni dei posti di lavoro e progredire all'interno
dell'azienda e cercare una miglior qualifica professionale.
Per più del 75% degli intervistati, le modalità di formazione più utilizzate
sono i corsi di gruppo svolti in aula con un formatore, della durata di 1-3
giorni, anche di tipo e-learning (37%). La maggior parte (42%) degli
intervistati predilige però corsi della durata di 3 o più giorni, ed è
scettico verso l'e-learning (solo il 40% ritiene che esso possa rispondere
molto bene alle aspettative), specialmente dove è previsto il solo utilizzo
del computer senza alcun formatore on-line. Se ne deduce che l'e-learning
non sia ancora pronto a sostituire la formazione presenziale.
L'esperto, interno o esterno, appare come il relatore più efficace (per il
49% “ molto efficace” e il per il 42% “abbastanza efficace”) nel tenere
corsi di formazione, mentre il superiore diretto appare a priori, in circa
metà dei casi come poco (36%) o non (10%) efficace (per il 43% invece
“abbastanza efficace”).
In merito alle aspettative espresse dai partecipanti ai
corsi, al primo posto si colloca (per il 66% degli intervistati) la
competenza del formatore sul contenuto tecnico; importanti anche la qualità
di animazione del formatore (34%)e la pedagogia della formazione (30%).
Nella formazione on the job (sul posto di lavoro), sono considerate
prioritarie le simulazioni (per il 61% degli intervistati), seguite dalle
autovalutazioni sotto forma di quiz , che appaiono più spesso al primo posto
(per il 29%). Il sostegno di un coach è citato da più di un terzo degli
intervistati (26%).
Le aspettative riguardo le diverse tipologie di formazione mostrano una
propensione alla formula blended (aula + online) ed una preferenza per le
azioni personalizzate e pratiche, quali il coaching (51%) e le azioni di
formazione o the job (49%)
16-Feb-2008
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