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L’analisi delle reti sociali in ambito aziendale: applicazioni e vantaggi

L’organizzazione a rete è il modello ideale a cui le imprese, secondo la letteratura più autorevole, dovrebbero tendere. La comunicazione e la gestione della conoscenza i fattori chiave di successo di queste nuove forme di impresa. Carlo Mazzucchelli, fondatore di ComplexLab, ci spiega quali strumenti possono essere usati per trasformare flussi comunicazionali e relazionali tra persone, gruppi, organizzazioni, computer o altri agenti di conoscenza in asset aziendali.

di Nicolò Occhipinti

La trasformazione è già in atto: le imprese si stanno strutturando sempre più come un network di relazioni tra individui caratterizzati da obiettivi e valori condivisi. È proprio questa la chiave della sopravvivenza delle imprese nel futuro dell’economia della conoscenza.
Nel mondo attuale i network sono tantissimi e proprio il pensare al network come una forma evoluta di organizzazione sta rivoluzionando il concetto stesso di management.

Questo trend è osservabile anche in numerosi altri contesti. Su internet la rivoluzione in atto si chiama Web 2.0, una transizione del World Wide Web da semplice collezione di siti web a insieme di servizi e applicazioni per la condivisione delle conoscenze, per la collaborazione, lo scambio di idee e di professionalità. Si parla sempre più di “Reti Sociali”, in inglese Social Networks, che sul web prendono la forma di servizi offerti da numerosi siti web per la costruzione di “link”, di relazioni tra gli utenti registrati.

Per studiare queste strutture organizzative sono stati sviluppati diversi strumenti di analisi. Eccellere ha intervistato Carlo Mazzucchelli, consulente in scienze della comunicazione, marketing e management e fondatore di Complexlab (www.complexlab.com) per capire come questi strumenti possono essere efficacemente utilizzati in ambito aziendale.

L'interesse per il fenomeno delle reti sociali è fortemente cresciuto negli ultimi anni, anche a causa della loro recente diffusione su internet. Ma cosa si intende esattamente per rete sociale?


Carlo Mazzucchelli
Co-Fondatore di Complexlab

Wikipedia definisce una rete sociale un qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale ai vincoli familiari. Le reti sociali sono spesso usate come base di studi interculturali in sociologia e in antropologia. Il termine è diventato molto di moda ed ha assunto significati diversi grazie all’esplodere del fenomeno del social networking in rete reso possibile da siti e portali quali Linkedin, Ecademy, Openbc e molti altre applicazioni simili che hanno semplicemente implementato algoritmi (sei gradi di separazione, piccoli mondi, gradi di betweenness, prossimità, densità ecc.) utili a rendere possibile e facilitare l’incontro tra persone in rete e la loro collaborazione.
Il punto di partenza è la scoperta che realtà tra loro molto diverse quali la natura, la società, l’economia, la comunicazione, Internet, la catena alimentare, la crescita metropolitana, il fenomeno dell’immigrazione, ecc. sembrano funzionare allo stesso modo e possono quindi essere indagate ed interpretate per trovare soluzioni a problemi fino ad oggi poco compresi. L’elemento comune viene trovato in una struttura organizzativa reticolare costantemente dinamica, in grado di trasformarsi, crescere, disgregarsi ed evolvere con modalità e potenzialità di applicazione non ancora completamente individuate.

Intende dire che fenomeni così complessi possono essere analizzati mediante poche formule che ne descrivono la struttura organizzativa?

Proprio così. Alla base di questa struttura organizzativa, secondo le teorie di numerosi ricercatori tra i quali Eulero, Erdos, Granovetter, Barabasi che da anni stanno studiando le reti, ci sono delle semplici leggi matematiche che possono essere descritte e quantificate permettendo di individuare l’esistenza di proprietà tra loro simili in grado di spiegare le relazioni che si determinano nella rete e in che modo essa si sviluppa e vive.
In questo contesto Internet con la sua ‘rete delle reti’ che abbraccia ormai il mondo intero, è diventato paradigmatico per comprendere meglio e disegnare le mappe reticolari e il tracciato delle interconnessioni che interessano realtà diverse quali il DNA, i sistemi cellulari e quelli neurali, ma anche le interazioni esistenti tra aziende in un distretto industriale, i mercati finanziari e fenomeni quali le epidemie e gli uragani, il terrorismo di Al Qaeda e il movimento new global.

Quali sono le principali applicazioni degli studi sulle reti sociali in ambito professionale e nel business? Può descrivere qualche esempio concreto?

I concetti della teoria delle reti e la conoscenza delle leggi matematiche che sembrano governare lo sviluppo di ambienti a struttura reticolare, hanno caratterizzato negli ultimi anni un nuovo e potenzialmente ricco mercato, quello del social networking online inteso come spazio comunitario in rete, nel quale costruire e gestire percorsi relazionali con persone vicine e lontane, conosciute o sconosciute, per motivi personali e/o professionali ed infine per realizzare obiettivi di business. Società come Ryze, Linkedin, Myspace, Tribe hanno costruito dei progetti di reti sociali online benchè nessun modello di business vincente sia fin qui emerso.
Più interessante è invece l’applicazione degli strumenti legati alle teorie delle reti, al social networking ed all’analisi delle reti sociali, in ambito aziendale e scientifico. Una prima applicazione concreta dello sviluppo teorico e di ricerca avvenuto in questi anni è rappresentata da strumenti software che permettono di analizzare reti sociali da un punto di vista individuale, da quello di una organizzazione. Questi strumenti possono essere utilizzati anche per analizzare reti sociali composte da agenti software creati per simulare il comportamento di una rete di sistemi adattativi complessi quali potrebbero essere ad esempio i Distretti Industriali.
L’ambito di applicazione all’interno di una organizzazione è quello del Knowledge Management, delle comunità di pratica, delle intranet e dei portali, delle comunità online e di tutti quei contesti ad elevato carattere collaborativo per i quali l’efficacia – tasso di innovazione, produttività, creatività e soddisfazione del dipendente – è una variabile dipendente della forza delle relazioni esistenti. Queste relazioni rappresentano una componente del cosiddetto capitale sociale di una organizzazione e sono diventate importanti per determinare il successo o l’insuccesso della stessa. Si tratta di un capitale non facile da interpretare perché determinato da elementi intangibili, fluidi e volatili quali: la condivisione di visioni e di obiettivi, la condivisione dei valori, la fiducia, il rispetto reciproco, l’amicizia, il supporto del gruppo, la partecipazione, l’ empowerment, il network, la cooperazione e la collaborazione, il lavoro di squadra, il cameratismo, la comunicazione, il conflitto funzionale, le negoziazioni e molto altro.

Quindi, gli strumenti di analisi delle reti sociali possono essere utili anche per progetti di knowledge management volti alla creazione, condivisione e utilizzo del capitale intellettuale di una organizzazione...

Certamente. In questo ambito questi strumenti permettono di approcciare problemi concreti quali: la gestione di progetti distribuiti che coinvolgono un numero elevato di persone, l’individuazione di persone con competenze ed esperienze vitali per il futuro dell’azienda per trattenerle con programmi ed incentivi ad hoc, l’aumento della capacità innovativa, della produttività e della responsbailità individuale e di gruppo riducendo il gap di conoscenza esistente tra le persone e riducendo il tempo necessario alle persone per individuare le conoscenze a loro necessarie.
Questo tipo di interventi può essere fatto one-time o programmato all’interno di una strategia aziendale coerente con un approccio di tipo adattativo che tiene conto dell’estrema volatilità e dinamicità dei dati presi in esame. Se compreso nella sua potenzialità è un intervento con elevato ritorno sugli investimenti perché in grado di fornire informazioni utili alla comprensione di fenomeni complessi e difficili da descrivere diversamente.

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Una mappa che visualizza le relazioni esistenti tra le persone che operano all'interno di una organizzazione aziendale. La mappa è stata costruita a partire dalle mailbox delle persone delle quali è stata letta l'intestazione ( destinatario, mittenti, oggetto della email).
Fonte: iQuest Analytics/ComplexLab

Quali strumenti esistono per analizzare le reti sociali?

Il mercato offre oggi una vasta gamma di soluzioni e prodotti per l’analisi delle reti sociali (Social Network Analysis, SNA). L’idea di base di queste soluzioni fa riferimento alle teorie della complessità e alla teoria delle reti che hanno focalizzato sempre più l’attenzione sugli aspetti biologici e sociali delle realtà aziendali, delle attività economiche e in genere delle organizzazioni sociali. Il valore non viene più collocato nelle sterili banche dati dei computer ma nell’intelligenza che caratterizza la vita sociale e relazionale dell’organizzazione. Nella realizzazione di una rete di computer in grado di sostenere lo sviluppo del business aziendale, l’attenzione si sposta dalle macchine alle persone e al loro modo fluido, elastico e non prevedibile di relazionarsi e collaborare tra loro.
Uno dei primi strumenti messi a dispozione del mercato e oggi forse lo strumento più conosciuto è UCINET (Analytictech) Web site un programma scaricabile dalla rete, nato con l'obiettivo di facilitare l'analisi delle reti sociali e oggi utilizzato da moltissime realtà in giro per il mondo. Il secondo strumento da menzionare è InFlow di Valdis Krebs. Si tratta di un un software per l’analisi delle reti sociali, usato tra gli altri da Ibm, Lucent, Shell, Ernst&Young, PricewaterhouseCoopers e Kpmg.
Un’altra soluzion molto interessante è IQUEST di proprietà della iQuest Analytics, Inc. e che è distribuito in Italia da Complexlab. Il prodotto permette di analizzare, misurare, ottimizzare e quindi visualizzare le relazioni nascoste esistenti tra elementi diversi di una rete attraverso il mining di dati non strutturati reperibili sul web, nei log della posta elettronica, negli archivi vocali delle telefonate, nelle intranet ecc. L’applicazione può essere assimilata ad un cruscotto aziendale con numerose funzionalità utili ad estrarre utili informazioni da dati non strutturati in tempo reale.
Un altro prodotto che merita di essere menzionato è Netminer. La soluzione ha integrato gli standard disponibili e le più recenti metodologie di SNA con le più moderne tecniche per la rappresentazione grafica dei risultati.
Per un elenco completo di strumenti software oggi disponibili suggerisco di visitare il sito web della ISNA (International Network for Social Network Analysis) e Complexlab, il portale italiano della complessità .

Quali vantaggi possono trarre le aziende attraverso l'uso di tali strumenti?

Gli strumenti di analisi delle reti sociali sono oggi utilizzati con efficacia per mappare e misurare reti sociali, comunità di persone, organizzazioni attraverso l'analisi dei flussi di conoscenze e di informazione tra i nodi che compongono la rete e delle loro relazioni. L'analisi viene applicata alle reti sociali nel loro essere sistemi umani adattativi complessi. Complexlab, ad esempio, propone il TAO (Tomografia Assiale dell'Organizzazione), uno strumento ed un metodo pratico per investigare e analizzare comunità di pratica e ecosistemi dinamici della conoscenza che caratterizzano le organizzazioni e le imprese moderne.
L'utilizzo di strumenti di analisi delle reti sociali come il TAO porta a risultati concreti in termini di produttività personale e organizzativa, innovazione e capacità adattativa alle sfide del futuro.

I benefici sono molteplici e specifici per ogni singola applicazione e progetto. Ad esempio, solo per citarne alcuni, si può ottenere un abbattimento dei costi grazie ad una migliore utilizzazione ed ottimizzazione delle risorse disponibili. Si ha anche la possibilità di individuare gli esperti disponibili nell’organizzazione o nelle comunità di pratica e le loro relazioni e contatti: chi li cerca, chi si rivolge a loro con maggiore frequenza, perché, ecc.
Inoltre, si può comprendere meglio come agiscono le organizzazioni informali esistenti all'interno di una organizzazione, cosa accade negli spazi vuoti dell’organigramma aziendale e quali sono i legami chiave che non dovrebbero essere spezzati nelle fasi di riorganizzazione, downsizing o fusione.

 

07-Mag-2007

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