Flessibilità, cambiamento, gestione della
conoscenza, tecnologia: le sfide per gli HR manager
A "HR Roundtable" sono stati discussi i
temi chiave per le aziende, necessari per andare incontro alle esigenze
dei clienti, per continuare a competere in mercati sempre più aperti e
in continua evoluzione.
di
Alberico Moro
Manager
delle risorse umane, rappresentanti sindacali e imprenditori di diversi
settori si sono incontrati a Roma il 31 marzo scorso alla "HR Roundtable",
la tavola rotonda sulle risorse umane organizzata da Business
International, per fare il punto sulle nuove sfide e nuovi scenari che si
aprono per gli HR manager.
Tre i temi affrontati: la flessibilità nella gestione delle risorse umane,
la flessibilità nella gestione degli over 40, la tecnologia a supporto del
direttore risorse umane.
La parola flessibilità, riferita al mercato del lavoro, ha assunto nel
corso del tempo una connotazione negativa e, spesso, è associata e confusa
con il termine “precarietà”.
La prime provocazioni sono partite da Alessandra Malhamè, HR
Operations Director di Honeywell. “Dopo diverse esperienze all’estero, sono
tornata in Italia e sono rimasta stupita dalla mancanza di flessibilità
presente nel nostro Paese — ha affermato — Bisogna comprendere che il cambiamento è
necessario e può portare miglioramenti importanti, non è solo e per forza
negativo. E’ una questione culturale. All’estero, inoltre, c’è molto più
orientamento al lavoro per obiettivi. Manca comunque la flessibilità in
uscita: è molto difficile riuscire a licenziare una persona non performante
e poco motivata a migliorare”.
Dello stesso parere anche Antonio Angioni, Direttore Risorse Umane
di Air Liquide. “E’ sicuramente una questione culturale, visto che, in base
ad un’indagine ISPO, alla domanda ‘qual è il lavoro che più ti interessa?’
il 12% degli intervistati ha risposto ‘nello spettacolo’. E’ anche vero che
i lavoratori italiani sono fra i più infelici, per questo le aziende devono
migliorare i contesti di lavoro e sviluppare i talenti. Uno strumento per
fare questo è la formazione. Inoltre, potrebbe essere molto utile copiare
quanto di buono viene fatto all’estero, un modello che potrebbe avvicinarsi
al nostro mercato è quello spagnolo, mentre vedo difficile riportare in
Italia esperienze di paesi come la Danimarca, in cui è stato introdotto e
sviluppato il modello della Flex Security”.
Il manager di Air Liquide ha anche spinto i colleghi ad assumersi maggiori
responsabilità. “In questo paese le risorse umane sono l’unica risorsa che
abbiamo, ed è importante investire su di loro. Quando ci sono problemi in
azienda, gli ultimi a cui penso sono i sindacati e il governo", ha
dichiarato Angioini. "Gli strumenti per la flessibilità li abbiamo: stage,
contratti a progetto e apprendistato. Se dopo un rapporto di lavoro di
questo tipo, il responsabile HR non è in grado di capire se la persona può
entrare definitivamente in l’azienda, vuol dire che non è capace a fare il
suo lavoro”.
Sul tema della flessibilità è intervenuto anche Guglielmo Loy, in
rappresentanza della UIL, che ha confermato la bontà di strumenti in entrata
che permettono di eliminare i problemi in uscita. Un’altra questione
importante riguarda la pensione e l’età pensionabile. “Chiediamo ai
lavoratori di essere flessibili e di abituarsi a stare senza lavoro per dei
mesi. Ma glielo diciamo che in quel periodo non maturano contributi e quando
arriveranno alla pensione avranno un reddito molto basso e questo,
probabilmente, comporterà dei problemi?".
Per Oliviero Bernardi, Direttore Risorse Umane di Iccrea Holding,
esiste il problema del merito e delle condizioni lavorative. “Bisogna
lavorare sulla meritocrazia in maniera trasparente e corretta, sviluppare
meccanismi che premiano i bravi e penalizzano quelli che non funzionano",
spiega Bernardi. "E’ importante capire che a determinate condizioni si
possono perdere alcune delle caratteristiche più importanti dei neo-assunti,
come la spregiudicatezza e la voglia di fare. Questo comporta una forte
tendenza a massificarsi, ad appiattirsi”.
Sul tema della gestione della conoscenza e del capitale umano all’interno
dell’azienda è emerso che probabilmente non è opportuno fare delle classificazioni basate sull’età:
non è l’età che fa la differenza, quanto la capacità di fornire la
prestazione richiesta. E’ utile allora riuscire a motivare e ricollocare
le persone più esperte all’interno dell’azienda, affidando loro
dei ruoli chiave per fare in modo, ad esempio, di favorire e sviluppare
percorsi di coaching e di training on the job. Progetti di affiancamento che
possono durare anche 12-18 mesi, come ha dichiarato Maria Rosaria Bonifacio,
Dir. Risorse Umane di Ericsson Telecomunicazioni.
Citando Stefano Meloni, Human Resources Director di Aethra, “E’
importante rimotivare le persone di alto livello, in modo che abbiano un
orientamento verso gli altri. Dobbiamo far diventare formatori persone che
non lo sono. E’ importante uscire dalle logiche del cassetto chiuso”.
Per Barbara Santoro, Imprenditore e Presidente delle Scuole di Lingua
Inglese Shenker, è importante affrontare un altro argomento: i valori
condivisi. “Come imprenditore ho una responsabilità in più: non posso pensare
che le HR possano sopperire ad una mancanza di chiarezza su valori.", spiega
Santoro. "E’
importante agire ed essere allineati a dei valori. Non si tratta solo di
obiettivi comuni, ma di come vogliamo fare le cose e di chi vogliamo essere.
E’ importante andare a lavorare con il piacere di stare bene con le persone.
Lavorare in questa maniera rappresenta un processo naturale e automatico di
auto-selezione e la nuove persone vengono assunte per i loro valori. Inoltre,
bisogna lavorare sui giovani prima che entrino nel mondo del lavoro. Devono
essere consapevoli dei propri talenti e valori, di cosa gli piace, e su
questo sviluppare determinate capacità. Se metto a fuoco la mia natura, le
mie qualità, ciò che amo fare, divento invincibile”.
Rita Andretta, Responsabile Sviluppo e Organizzazione di Telecom
Italia Media, ha sottolineato l’importanza della responsabilità individuale
riguardo l’età “Bisogna essere innovativi, cavalcare il cambiamento. E’
troppo comodo essere bravi a fare una cosa e continuare a fare sempre quella,
questo è il modo per diventare obsoleti. La sfida per i manager HR è anche
questa e non basta fare formazione, è importante avere il coraggio di fare
Job Rotation, e valutare continuamente l’adeguamento della persona al ruolo”.
Nella sessione conclusiva della HR Roundtable si è affrontato il tema
della tecnologia e dei sistemi informativi.
Secondo Stefano Paneforte, Professore di Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane
all’Università di Tor Vergata, la tecnologia riveste sempre più un ruolo
importante e concorre ad una maggior produttività e alla creazione del
valore. C’è bisogno inoltre di soluzioni efficienti ed efficaci di knowledge
management, di strumenti flessibili ed aggiornabili che rispondano a diverse
esigenze. I sistemi delle HR devono integrarsi con i sistemi informativi e
amministrativi.
Sono intervenuti Paola Provvisier (HCM Sales Consultant di Oracle),
Ferruccio Cicogna (Direttore Risorse Umanè Nestlè) e Alessandro Montanari (Direttore
Risorse Umane e Organizzazione Gruppo Gabetti).
Paola Provvisier, HCM Sales Consultant di Oracle, ha
sottolineato che per la Gestione Risorse Umane ci vogliono sistemi integrati che possano offrire
diverse soluzioni, per la selezione, per la valutazione e per la formazione.
Strumenti che possano supportare tutto il ciclo e che siano flessibili ed
elastici e che si possano riconfigurare autonomamente. Per avere uno
sfruttamento capillare delle nuove tecnologie è importante che le
tecnologie siano facili da usare.
L’esperienza Nestlè, illustrata da Ferruccio Cicogna, è utile per capire
come poter condividere le best practice all’interno di una multinazionale
grazie al sistema informatico da loro adottato. “Abbiamo raccolto e raccogliamo il meglio di
ogni sede Nestlè — ha spiegato
— e per fare questo avevamo bisogno di un partner flessibile
che potesse progettare una soluzione su misura per effettuare questa
raccolta delle Best Practice da tutto il mondo”.
Infine, Alessandro Montanari di Gabetti ha sottolineato l’importanza
della partecipazione e del coinvolgimento delle persone, sia in fase di
realizzazione sia in fase di utilizzo della piattaforma di knowledge
management: ”Ci siamo chiesti come trasferire conoscenze e come condividere
informazioni in tempo reale. La sfida per le HR è stata quella di mettere
insieme le persone e motivarle. Abbiamo creato regole condivise da tutti.
Sono le persone che hanno il compito di creare le procedure. Troppo spesso
si lascia all’IT la responsabilità. I manager delle HR devono sporcarsi le
mani sugli strumenti tecnologici”.
9-Apr-2008
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