Dal concetto di competenza alla costruzione di
un modello gestionale
Un approccio strategico alla gestione delle
risorse umane
di
Tiziana Campanella
Del concetto di competenza esistono, in letteratura e
nelle prassi aziendali, molteplici definizioni che mettono in evidenza
diversità di approcci, di riferimenti, di metodi.
Non potendo addentrarci nella congerie di definizioni che
sono state formulate a proposito, ci limiteremo a tratteggiare quelle che
più possono essere utili ai fini operativi
all'interno di una organizzazione.
Una definizione che ha riscosso consensi pressoché
univoci è quella formulata da Boyatzis secondo cui "la competenza è una
caratteristica intrinseca di un individuo e causalmente collegata a una
prestazione efficace o superiore nella mansione". Secondo questa
prospettiva, che viene anche definita individuale o psicologica, la
competenza è parte integrante e duratura della personalità di un individuo e
si traduce nei comportamenti e nei risultati superiori che i best
performers rendono in un ruolo o in una situazione specifica1.
Secondo un diverso approccio, definito strategico,
la competenza è "un'insieme di skill e tecnologie che consente a
un'impresa di offrire un particolare beneficio ai clienti". In base a
questo assunto la competenza non appartiene a singole persone ma è un fatto
organizzativo che attraversa tutte le funzioni e unità dell'organizzazione,
non si esaurisce nelle singole competenze individuali ma richiede invece la
loro combinazione e integrazione con le infrastrutture tecnologiche
per tradursi in prodotti/servizi unici (es: la competenza di time
to market appartiene alla collettività
dell'Azienda e richiede know how diversi, nuove logiche
organizzative, processi di qualità, ecc.).
E' chiaro che i due approcci non definiscono lo stesso fenomeno in quanto
il primo pone l'accento sul riconoscimento del valore delle persone e sulle
loro possibilità di crescita (competenze in senso stretto,
individuate secondo un processo bottom-up), il secondo invece si
interessa delle condizioni di successo dell'impresa, sulle sue possibilità di
generare un differenziale competitivo partendo dal business e dalla
strategia (core competences, definite in base ad un procedimento
top-down).
La differente chiave interpretativa la troviamo riflessa
nei diversi approcci metodologici che le aziende adottano per la costruzione
del modello.
I modelli gestionali impostati secondo la prima
prospettiva sono di tipo induttivo perché le competenze vengono definite dal
basso, cioè attraverso l'osservazione di specifici comportamenti individuali
di successo ma, per tale motivo, presentano una maggiore complessità nella
loro elaborazione. I modelli riconducibili invece al secondo approccio sono
di tipo deduttivo perché le competenze sono definite a priori, partendo
dalla strategia aziendale, tramite elenchi di caratteristiche ideali
ritenute necessarie per affrontare con successo l'attività aziendale.
E' anche vero però che il nuovo scenario competitivo
impone di superare la contrapposizione tra questi due piani (competenze
individuali e competenze organizzative) e di integrare le due visioni
secondo un nuovo modello che lega le capacità individuali e il loro sviluppo
alle specifiche condizioni del contesto di business e alle sue evoluzioni.
Sarebbe limitativo infatti limitarsi ad una singola
prospettiva dal momento che entrambe presentano una criticità: quella
individuale si focalizza sui best performers di oggi senza porsi il
problema che essi domani potrebbero già essere inadeguati, quella strategica
invece basandosi su una eccessiva prescrittività non dice quanto le
strategie siano fattibili perché trascura il collegamento con le competenze
individuali.
Scelta vincente per un'azienda sarà allora quella che
cercherà di mediare trovando un equilibrio dinamico tra i due approcci:
l'azienda determinerà le strategie e le competenze a queste
funzionali ma, al contempo, dovrà riconoscere e sviluppare quelle
effettivamente possedute dalle sue risorse al fine di impostare le dovute
manovre correttive per garantirsi la continuità
di performance di successo, in coerenza con i valori, gli obiettivi e le
strategie del business.
Da quanto detto emerge che un elemento critico e degno di
attenzione è l'impostazione di una corretta metodologia nella costruzione
del modello per le possibili ricadute sulle fasi successive di lavoro e per
l'efficacia del sistema nel complesso.
La costruzione di un modello gestionale per competenze
passa attraverso alcune fasi fondamentali che schematicamente possiamo così
rappresentare:
- definizione delle competenze distintive richieste dal business
: è
la fase in cui viene analizzata dal top
management la strategia aziendale e
vengono definiti e comunicati gli obiettivi strategici che
l'organizzazione intende perseguire. In base alle scelte di posizionamento
viene quindi definito il portafoglio di competenze che le risorse devono
possedere per garantire all'azienda il vantaggio competitivo e il
raggiungimento degli obiettivi;
- rilevazione e mappatura delle competenze
: è la fase in cui si
trasferisce il concetto di competenza distintiva nella pratica per
riconoscerla nella popolazione aziendale che la detiene. Infatti per
realizzare la strategia ci deve essere una connessione tra ciò che
l'azienda deve saper fare e ciò che devono saper fare i manager, i
professional, i tecnici aziendali che vi operano. La fase di mappatura
delle competenze è abbastanza lunga e articolata: dopo una preliminare
analisi organizzativa tesa a individuare le famiglie professionali di
riferimento, essa richiede di identificare le capacità richieste a ciascun
ruolo nonché le conoscenze tecniche/professionali con i relativi livelli
di profondità;
- diagnosi
: è la fase deputata al censimento delle competenze
possedute. Si ottiene quindi una fotografia attendibile del livello di
competenze possedute dalle risorse, si opera il confronto con il livello
atteso o richiesto, e si condividono con i diretti interessati i gap da
colmare per garantire all'azienda competenze adeguate alla strategia. Tale
fase deve fornire indicazioni sia sul tipo di competenze critiche da
sviluppare sia su come è segmentata la popolazione in base alla distanza
dal profilo atteso, questo perché le successive attività di sviluppo e la
stessa formazione vengano tarate e differenziate in base alle esigenze
specifiche;
- sviluppo
: è la fase in cui si realizzano le attività di
potenziamento delle competenze risultate carenti in fase di diagnosi e,
attraverso una continua verifica della validità/efficacia degli interventi
stessi, viene rilanciato il ciclo delle competenze.
Figura 1 Il processo di gestione e sviluppo delle competenze
Secondo la logica del modello, nel percorso che porta dal
business e dalla strategia alla individuazione del portafoglio di competenze
distintive fino alla definizione dei profili richiesti ai singoli ruoli, la
mappatura delle competenze diventa un importante strumento di check-up
organizzativo in quanto consente di mettere a fuoco i due requisiti
professionali indispensabili per rendere il contributo richiesto
dall'organizzazione: le conoscenze tecnico-professionali e le
capacità di comportamento organizzativo.
Con le prime vengono evidenziate le conoscenze
applicative, con il relativo grado di approfondimento, necessarie per
ricoprire tecnicamente il ruolo, con le seconde è possibile evidenziare le
abilità indispensabili per svolgere praticamente il lavoro richiesto dal
ruolo stesso.
Elemento di riferimento è quindi il ruolo
organizzativo, inteso come l'insieme dei potenziali e specifici
contributi richiesti ad un soggetto rispetto al processo in cui è inserito.
L'ampiezza e l'elasticità connesse al concetto di ruolo, possiamo dire per
concludere sul modello teorico per competenze, rappresenta il punto di forza
di tale modello perché consente di offrire un'immagine dinamica, flessibile
e facilmente aggiornabile dell'organizzazione, superando l'aspetto statico
delle organizzazioni descritte tramite organigrammi, posizioni e mansionari.
_________________
1 Così intesa la
competenza si compone di: capacità operative, conoscenze di
tecniche/procedure, visione personale (atteggiamenti, valori), tratti
personali (attitudini e predisposizioni), motivazioni. Di tali
caratteristiche le prime due sono più manifeste e, pertanto, più semplici da
riconoscere e sviluppare.
© 2005 - Eccellere - Business
Community
|