L’Enterprise 2.0 secondo Google
Il web 2.0 entra in azienda. Una
formidabile occasione per creare organizzazioni più flessibili e
dinamiche, in grado di scoprire e valorizzare risorse e riconfigurare i
processi. Il punto di vista di Carlo Marchini, Responsabile di Google
Enterprise Italia.
di
Nicolò Occhipinti
Il web 2.0 conquista ormai anche le imprese e assume in questo contesto
il nome di Enterprise 2.0. Secondo un recente studio dell’Osservatorio
Enterprise 2.0 del Politecnico di Milano, nel 2008 più del 50% delle aziende
avrà in esercizio applicazioni collaborative. Si prevede che questo fenomeno
porterà un forte cambiamento nei modelli organizzativi tradizionali e
l’apertura dei confini in termini di contributo di attori esterni (clienti,
fornitori, partner), il ripensamento dei tradizionali schemi di
collaborazione e relazione funzionali e gerarchici, la messa in discussione
di stereotipi rigidi relativi allo spazio e all’orario di lavoro.
Nel panorama dei fornitori di soluzioni Enterprise 2.0 si distingue Google,
che di recente ha lanciato il prodotto Google Sites, un’applicazione di
facile uso per la creazione di siti collaborativi principalmente per uso
aziendale, e ha spiazzato i concorrenti offrendolo gratuitamente nella
versione base.
“Il lancio di Google Sites risponde allo stesso principio che da sempre
guida Google sia nell’offerta consumer sia in quella business: offrire alle
persone la possibilità di condividere informazioni e collaborare in modo
semplice”, ci spiega Carlo Marchini, Responsabile di Google Enterprise
Italia.
Carlo Marchini,
Responsabile di
Google Enterprise Italia
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Come contribuisce questo strumento alla competitività delle aziende?
Con Google Sites, si possono convogliare in un unico punto una
molteplicità d’informazioni - video, calendari, presentazioni, allegati e
testi – modificandole e condividendole all’interno di un team, di
un’organizzazione o con il mondo. Creare un sito web è spesso molto
complicato, richiedendo software specifico e abilità di programmazione,
nonché un web server dove ospitarlo. Con Google Sites, invece, chiunque è in
grado di creare un sito personalizzato in pochi minuti e invitare altri a
dare il proprio contributo, senza bisogno di alcuna conoscenza del
linguaggio HTML o abilità di web design. E’ abbastanza evidente come tutto
questo possa contribuire alla competitività delle aziende sia di quelle di
grandi dimensioni, sia le PMI, che spesso hanno più difficoltà ad accedere
alle tecnologie più innovative. Con Google Sites, infatti, è possibile
creare ad esempio una intranet per centralizzare informazioni aziendali o
anche un sito mediante il quale i componenti di uno stesso gruppo di lavoro
possono condividere un progetto. Il tutto senza acquisto, installazione o
manutenzione di hardware o software.
Quali sono secondo lei gli ostacoli principali alla diffusione delle
tecnologie Web 2.0 all’interno delle aziende italiane?
Sicuramente non sono ostacoli di tipo tecnologico: la tecnologia c’è già
ed è di semplice implementazione. Né di tipo organizzativo: il Web 2.0
facilita l’interscambio e la collaborazione senza necessità di alcuna
ridefinizione di ruoli e mansioni. Quel che manca, forse, è ancora la
cultura di cosa significa il Web 2.0 a livello business e di quelle che sono
le sue potenzialità. Che sono davvero eccezionali in termini di risparmi sui
costi di implementazione, gestione e manutenzione della tecnologia e di
incremento dell’efficienza derivato dall’esaltazione della condivisione e
della collaborazione. Per troppo tempo le tecnologie usate in azienda sono
state progettate pensando più a ciò che dovevano fare che a chi doveva
usarle. Applicazioni disegnate da esperti per esperti, che ignorano le
esigenze e le aspettative della gente comune. Il Web ha ribaltato questa
situazione. Partendo dalle persone, o meglio, da come e per cosa esse usano
Internet.
Come far comprendere alle aziende le potenzialità di queste
tecnologie?
E' importante parlare innanzitutto ai vertici aziendali, rassicurandoli
sulla sicurezza di tali applicazioni e aiutandoli a comprendere le
potenzialità della versione enterprise del Web 2.0. E per questo motivo che
Google è attivamente impegnata nell’organizzare incontri sul territorio per
presentare i vantaggi delle nuove tecnologie e illustrare le esperienze
delle aziende italiane nostre clienti che hanno già compiuto il passaggio al
Web 2.0. Accreditati analisti di mercato stimano che il 75% del budget IT
delle aziende venga impiegato per il mantenimento e la manutenzione
dell’infrastruttura tecnologica. Non è un dato impressionante? Introducendo
la tecnologia Web 2.0 di Google, le aziende possono migliorare la vita degli
utenti e ridurre i costi amministrativi e le preoccupazioni legate alla
tecnologia. Il potenziale e lo scenario delineato è enorme.
Perché i clienti dovrebbero preferire le vostre soluzioni aziendali
web 2.0 aziende rispetto a quelle offerte dai vostri concorrenti?
Il Web è nel DNA di Google e non vi è altra azienda al mondo che possa
vantare le nostre competenze del mondo online. Molti sono i vantaggi chiave
ed esclusivi dell’offerta Google Apps Premier, la versione business della
suite Google Apps. Innanzitutto, per poche decine di euro a utente l’anno,
le aziende possono dotare i dipendenti di una casella di posta con 25 GB di
spazio storage – equivalenti a circa 200 volte la capacità di archiviazione
della tipica mailbox aziendale - funzioni per la collaborazione e la
condivisione di documenti, fogli elettronici e presentazioni. Le Google Apps
Premier semplificano inoltre la ricerca delle informazioni perché le
funzioni di search sono le stesse di google.it. Consentono inoltre di
coordinare il lavoro e le agende di tutti i dipendenti per eliminare
qualsiasi sovrapposizione e aumentando la flessibilità grazie
all’unificazione di email personale e aziendale con possibilità di
collegarsi da qualsiasi postazione dotata di connessione a Internet in
qualsiasi parte del mondo, leggendo le email, accedendo agli applicativi e
condividendo in tempo reale i documenti con i colleghi. Tutto viene gestito
sui potenti server di Google e acceduto via browser web dagli utenti da
qualsiasi parte del mondo ove esista una connessione Internet.
Con quale livello di sicurezza?
Innanzitutto, il livello di servizio è garantito da contratto. In
aggiunta alle funzioni di sicurezza già originariamente integrate nella
soluzione, da inizio anno gli utenti hanno a disposizione anche i nuovi
servizi di sicurezza Powered by Postini (il leader della sicurezza acquisito
da Google nel 2007) che rendono disponibili funzionalità di message
filtering, crittografia e archiviazione per ambienti aziendali di qualsiasi
tipologia, con possibilità di scegliere tra diversi “pacchetti” i servizi di
sicurezza e compliance che meglio si adattano alle esigenze specifiche: dal
semplice filtraggio di spam e malware, fino alle funzioni per
l’individuazione di virus e altre minacce in ingresso e in uscita più il
supporto di policy per la gestione dei contenuti, indirizzato alle aziende
che vogliono tutelarsi da minacce alla sicurezza provenienti dall’esterno e
dall’interno quali fuga di dati via email o violazioni della compliance
relativamente ai contenuti.
La vostra offerta per le aziende include da qualche anno la vendita di
soluzioni hardware e software per integrare la tecnologia di ricerca Google
all’interno delle aziende. Alcuni competitor cominciano però a proporre
l’uso di tecnologie di ricerca semantica giudicate più efficienti rispetto
al keyword search. Prevedete di includere in futuro tecnologie di ricerca
semantica nelle soluzioni Google?
I nostri sistemi di ricerca, così come tutte le nostre applicazioni
enterprise, derivano dall’ambiente consumer. Prima di creare un motore di
ricerca veloce e affidabile per le aziende, abbiamo testato per anni il
nostro motore di ricerca online, avvicinandolo sempre di più alle reali
esigenze degli utenti.
Ad oggi riteniamo di aver ottimizzato a livelli molto alti i nostri
algoritmi e la quota di mercato raggiunta credo ne sia la prova.
Il dipendente aziendale non è poi così diverso dall’utente consumer che,
quotidianamente, ci chiede di portare le tecnologie che utilizza fuori
dall’ufficio all’interno del proprio ambiente lavorativo: proprio per questo
motivo credo che il keyword search sia oggi la modalità di ricerca più
consona anche all’interno delle aziende.
Rimarremo sempre allineati al mercato e agli utenti e se in futuro il
mercato ci dovesse smentire, saremo ben disposti ad andare incontro a nuove
e diverse esigenze.
Quali saranno le direttrici di sviluppo del settore B2B di Google in
Italia?
Lo sviluppo dell’offerta enterprise in Italia avverrà in accordo con
l’evoluzione della tecnologia di Google per le aziende, le cui direttrici
principali sono una sempre maggiore integrazione con le soluzioni aziendali
preesistenti e una sempre più stretta adesione al modello emergente del
cloud computing e del Software as a Service. Sia sul fronte consumer sia su
quello business, Google è stato il pioniere di questo nuovo concetto di
fruizione della tecnologia on demand, dove il computer diviene di fatto la
Rete. Il volano del cloud computing è l’esigenza di collaborazione, alla
base di ogni attività lavorativa e, sul fronte privato, alla base del Web
2.0 e delle sue reti sociali.
Google prevede che il 2008 porterà la disponibilità di nuovi strumenti in
grado di favorire l’interscambio di informazioni nelle forme preferite -
email, post, ecc. – e questo porterà al superamento della tradizionale
nozione di “documento” e dei suoi confini, sostituendola con quella di
spazio di lavoro condiviso e collaborativo, che si tratti di un foglio
elettronico, di una presentazione, di un allegato email. Il cloud computing
permette alle persone di accedere a quello di cui hanno bisogno (contenuti,
applicazioni, servizi) quando vogliono e da dove preferiscono. Di questo
scenario costituisce parte importante la cosiddetta “ricerca universale”,
che vedrà un impulso e uno sviluppo decisivo nel 2008, permettendo alle
persone di scovare ancora più rapidamente e facilmente le informazioni delle
quali hanno bisogno per il loro lavoro all’interno di applicazioni, file
server e intranet aziendali, superando l’annoso problema dei cosiddetti
“silos di informazioni”. Spesso il fattore chiave per poter fornire
l’informazione giusta non è semplicemente la capacità di reperirla, ma
quella di capire chi sta facendo la domanda.
Per il 2008, Google prevede inoltre l’avvento della capacità – per i sistemi
demandati al reperimento delle informazioni – di riconoscere
l’interlocutore, il suo ruolo, il reparto di appartenenza, le sue preferenze
e offrire così risultati più rilevanti e presentati in una forma
personalizzata. Con la release 5 del software utilizzato dal Google Search
Appliance, lanciata ad aprile 2007, Google ha già fatto un balzo in avanti
in direzione dello Universal Search e della personalizzazione
dell’esperienza di ricerca delle informazioni degli utenti e su questa
strada certamente proseguiremo anche in futuro.
20-Apr-2008
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