|
Mondomarine: cresciamo nel rispetto
dell'ambiente
I cantieri savonesi sono stati i primi ad
ottenere la GreenStar del Rina, che certifica il rispetto dell'ambiente
marino. Un giro d'affari in continua crescita per barche sempre più
grandi, veloci ed ecologiche.
di Enrico
Ratto
I cantieri Mondomarine, progettisti del Tribù, dislocante da 50 metri
costruito nel pieno rispetto dell'ambiente, stanno attraversando una fase di
crescita a due zeri, con 200 milioni di ordini in portafoglio e progetti di
espansione fisica e progettuale: ambiente pulito, velocità, bassi consumi,
lusso e personalizzazione. Eccellere ha visitato i cantieri di Savona.
Mondo e la sua costola nautica Mondomarine possono essere definite come
aziende italiane poco conosciute al grande pubblico ma che contribuiscono a
perseguire quel filone del "Made in Italy" che rende oggi l'Italia
competitiva con i mercati emergenti. Mondo è l'azienda che nel 1948 la
famiglia Stroppiana fonda nel centro delle Langhe, a Gallo D'Alba, Piemonte,
e che nel giro di mezzo secolo ottiene le più importanti commesse per la
realizzazione di piste d'atletica e superfici destinate a varie discipline
sportive. Mondo è l'azienda italiana che, in occasione delle prossime
Olimpiadi di Pechino, fornirà per la nona volta consecutiva (la prima fu
Montreal 1976) la pista ufficiale di atletica leggera della manifestazione
olimpica.
Il management di Mondomarine:
Angelo Giaccone, Direttore di Produzione, Diego Deprati, A.D.
e General Manager, Elio Stroppiana, Presidente, e Ferruccio Stroppiana, Vicepresidente |
Nel 1978, da Mondo nasce la divisione nautica: Mondomarine. All'inizio
l'azienda produce barche di medie dimensioni, ma a partire dagli anni '90 si
specializza in barche dislocanti e semidislocanti dai 40 metri in su. Oggi
la sede di Mondomarine è a Savona, e anche qui la famiglia Stroppiana
persegue sempre un rapporto costruttivo con il territorio, sia con
iniziative di tipo culturale, sia con azioni estremamente concrete: oggi
Mondomarine offre alla realtà locale circa 300 posti di lavoro (tra
dipendenti interni e indotto), destinati a crescere sulla base dei 200
milioni di Euro di ordini oggi in portafoglio. Un fatturato che dal 2003 ad
oggi ha visto una crescita su base annua a due cifre, dai 7 milioni del 2003
ai 35 milioni del 2007.
Ma le ragioni per cui Mondomarine ha saputo distinguersi, tra le aziende
che perseguono l'eccellenza del Made in Italy, è la certificazione della
qualità e del rispetto ambientale dei propri yacht: il Tribù dell'armatore
Luciano Benetton, varata nel 2007, è stata la prima imbarcazione da diporto
al mondo a fregiarsi della certificazione Green Star del Registro Navale
Italiano. Per un armatore, oltre a rappresentare un vantaggio in termini di
immagine di fronte al mondo imprenditoriale e ai suoi valori moderni, questa
certificazione significa poter accedere con la barca nei parchi marini
protetti, navigare in aree marine non accessibili dove flora e fauna sono
tutelate da rigidi regolamenti.
"Il Tribù di Mondomarine è stata la prima imbarcazione ad aver ottenuto
la Green Star" spiega Diego Deprati, Amministratore Delegato di Mondomarine
"Sicuramente altri cantieri potranno ottenere la stessa certificazione, e
probabilmente ci stanno già lavorando, ma la nostra è stata una priorità che
ci siamo posti, e che l'armatore ha accettato". Oggi la Green Star viene
proposta, in fase di progetto, a tutti i clienti Mondomarine, e il più delle
volte, se non viene posta come priorità da parte dell'armatore, il rispetto
ambientale è uno dei punti di forza su cui lavorano i progettisti del
cantiere ligure. "Al termine di ogni realizzazione, magari non abbiamo
coperto tutti i punti formali per cui possiamo ottenere la GreenStar, ma
senz'altro nella sostanza il rispetto dell'ambiente è garantito" spiega
Deprati. Una caratterizzazione, l'ecologia, utile ad un cantiere che produce
barche di un segmento ad elevata competizione, dove i grandi gruppi delle
barche in serie (Azimut, Ferretti) sono estremamente forti.
Mondomarine, dal 1978 ad oggi, ha prodotto 53 yatch e oggi i vari sono circa
3 ogni anno. Gli investimenti sono orientati soprattutto alla crescita di
questo numero: una crescita certificata dal numero di ordini in portafoglio,
prima che dalle dichiarazioni di intento. Una crescita effettivamente
realizzabile, dunque. "I nostri mercati di riferimento, oggi, sono la Grecia
e la Russia" prosegue Deprati "Il mercato americano è difficile da seguire:
bisogna avere basi stabili, punti di riferimento negli Stati Uniti, inoltre
per un'azienda come Mondomarine che produce tutto ad hoc, la discussione e
il confronto continuo con gli americani diventa un problema anche per
semplici ragioni di fuso orario. In ogni caso, normalmente ogni armatore
delega un suo supervisore che si insedia in un ufficio all'interno dei
nostri cantieri per seguire da vicino la progettazione...".
Luciano Benetton e Ferruccio
Stroppiana |
Oggi Mondomarine si accinge a creare nuovi spazi destinati alla
produzione, attrezzarsi è necessario quando in ordine ci sono dieci mega
yatch dai 40 ai 64 metri in consegna entro il 2012: nuovi capannoni
all'interno della banchina savonese, il travel lift da 820 tonnellate (uno
dei più grandi nel Mediterraneo) per il quale sono stati investiti 2 milioni
di Euro, nuovi uffici e un obiettivo di fatturato a fine 2009 di 50 milioni
di Euro. A questo si aggiunga la ricerca, che porterà Mondomarine a varare
prossimamente una "Ferrari del mare": un progetto top secret per la
realizzazione di uno yatch da 50 metri e 500 tonnellate di stazza in grado
di raggiungere i 27 nodi di velocità, dotato di uno scafo in grado di
scivolare sull'acqua e ridurre così i consumi. Progetto top secret, e
l'armatore? Greco. Forse.
20-Lug-2008
© 2008 - Eccellere - Business Community
|
ANNUNCI DI LAVORO CORRELATI |
Loading...
|
|
|
|