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Il Coaching Creativo per innovare se stessi e
l’azienda
Una metodologia di coaching innovativa che
stimola le risorse della Mente Creativa per acquisire e sviluppare un
metodo creativo per il raggiungimento degli obiettivi, per il
potenziamento delle risorse, per la crescita, il cambiamento personale e
dei gruppi di lavoro.
di
Massimo Del Monte
Nel
lavoro e nella vita di tutti i giorni assistiamo costantemente a profondi
cambiamenti di ogni genere, dalle relazioni personali, all’organizzazione
del lavoro; il mondo si trasforma ogni giorno molto velocemente e questi
anni di inizio secolo sono considerati da molti analisti come un momento di
transizione nell’economia come nella politica.
La nostra vita quotidiana viene influenzata da tali fenomeni e le stesse
problematiche che si pongono aziende ed istituzioni vengono affrontate,
sebbene a livello differente, dalle persone, ogni giorno. In questa cornice
il coaching è ormai valutato come uno dei più efficaci metodi di intervento
per il cambiamento all’interno dei processi aziendali e per la crescita
delle persone.
Le diverse forme in cui viene adottato questo metodo di “allenamento”, -
come il life coaching, l’executive coaching, il mental training per gli
sportivi, il career coaching - mirano al raggiungimento degli obiettivi,
all’elevazione degli standard di performance ma anche e soprattutto alla
crescita, al cambiamento, alla trasformazione e trasferimento delle risorse
interne, verso quegli aspetti della vita che ancora non hanno raggiunto
livelli soddisfacenti.
“Allenare” creativamente persone e gruppi
Il Coaching Creativo è una metodologia di intervento finalizzata ad
“allenare” creativamente gli individui, i gruppi, le organizzazioni, per
conseguire obiettivi specifici, attraverso un percorso che può essere
appreso, rielaborato e sperimentato in modo personale e creativo. Nel
coaching si considera il cliente, come un individuo abile a cercare,
cogliere e creare le proprie opportunità nel dispiegarsi della propria vita.
Il Coaching Creativo si fonda sulla convinzione che ogni cliente possiede
in sé le risorse e la creatività, necessarie per realizzare gli obiettivi
desiderati e si focalizza sulla situazione attuale del cliente, per
sostenerlo in un percorso mirato a raggiungere l'obiettivo prefissato,
riconoscendo che tali risultati sono il frutto delle scelte, delle
intenzioni e delle azioni del cliente stesso, supportate dagli interventi
del coach. Nel coaching è il cliente scegliere cosa vuole ottenere per sé
e/o per il gruppo, partendo dalla definizione dello stato che intende
raggiungere. La funzione del coach è di ascoltare, osservare e offrire il
suo contributo con domande mirate ad espandere la consapevolezza e un senso
d'impegno per promuovere l'azione con strumenti e tecniche pratiche,
adattabili anche in altri contesto della vita.
Una metodologia di lavoro per ampliare la mappa del mondo
Il Coaching Creativo è una metodologia di lavoro e di crescita, poiché
offre l’opportunità di ampliare la propria mappa del mondo, conoscere se
stessi e gli altri, utilizzando strumenti (metodologie, procedure, tecniche)
atti all’arricchimento delle opzioni, all’allargamento della personale
posizione percettiva riguardo se stessi e l’ambiente, per alimentarne anche
il tessuto connettivo, gli scambi, la comunicazione, per affrontare
eventuali difficoltà attraverso un processo di riattivazione delle “risorse
creative” presenti in ognuno.
Le risorse della Mente Creativa spesso non vengono utilizzate, poiché non se
ne conosce fino in fondo la valenza, ma soprattutto per la mancanza di un
metodo chiaro, definito nei suoi presupposti, per la scarsa percezione delle
possibili procedure che possono essere seguite, in modo tale da integrarle
con il proprio atteggiamento mentale e con le proprie competenze e farle
divenire parte di sé. L’intento del Coaching Creativo è mettersi sulla
traccia delle “risorse creative”, mapparle utilizzando procedure e tecniche
adeguate organizzarle secondo criteri individuati in base alle esigenze del
momento, in modo tale da rielaborarle e rimodellarle selezionando gli
elementi e le funzioni maggiormente efficaci, da veicolare in nuovi contesti
e finalmente sperimentarle, per poi verificarne i risultati e aumentare le
potenzialità.
Una volta che si è riusciti a dare senso, significato, arricchimento
creativo al proprio modo di essere e di affrontare le sfide, gli impegni, le
mete, si aumenta la potenzialità e la disponibilità ad una comunicazione
diretta ed integrata, libera da schemi che possono imprigionare emozioni,
intenzioni, pensieri, capacità, progettualità, nell’interazione con se
stessi, con gli altri e con l’ambiente. In tal senso, si aumenta la capacità
di uscire da ruoli rigidi e precostituiti, di gestire meglio le proprie
mappe cognitive per decodificare la realtà, consapevoli che “la mappa non è
il territorio”, intenzionati a leggere dal libro della vita ben oltre le
apparenze.
Le radici del Coaching Creativo
I presupposti del Coaching Creativo1
derivano dall’integrazione di diversi modelli teorico-applicativi che hanno
studiato la struttura dell’esperienza soggettiva dell’essere umano e che
hanno messo a punto tecniche di intervento per il cambiamento personale e
per la realizzazione di prestazioni efficaci nella vita e nel lavoro.
Il Coaching Creativo nasce come integrazione ed elaborazione di modelli di
intervento particolarmente efficaci e di successo come la Psicologia
Umanistica, l’Analisi Transazionale, la Programmazione Neurolinguistica e
degli studi delle neuroscienze e del pensiero creativo.
Le 5 fasi
Le 5 fasi del Coaching Creativo |
La metodologia del Coaching Creativo è costituita da 5 fasi successive e
consequenziali, ognuna delle quale prevede una o più procedure, che
consistono in tipologie di percorsi finalizzati agli scopi della fase di cui
fanno parte e preparatorie per la fase successiva; ogni tipologia
costituisce uno “spazio di possibilità” che comprende una serie di tecniche
da scegliere, utilizzare ed integrare di volta in volta, in base agli
obiettivi intermedi che si intende conseguire. Le fasi e le procedure, non
sono strutturate in modo rigido ed è artificioso considerarle separate in
modo netto; a volte nelle sessioni di lavoro è necessario tornare a fasi
precedenti per effettuare cambiamenti o “aggiustamenti” della direzione,
altre volte procedure appartenenti a fasi diverse si sovrappongono
parzialmente, per consentire un lavoro che lascia spazio a maggiori
possibilità di intervento. La creatività non può essere incapsulata, sfugge
a teorie troppo impostate e a metodi che ne potrebbero limitare la
spontaneità. Il metodo è anch’esso un modello, una mappa delle operazioni
compiute dagli individui nell’ambito di un processo di cambiamento; è sempre
utile tenere in considerazione che la carta orientativa dei nostri
interventi, sia essa una teoria, un modello o una tecnica, non va confusa
con “il territorio”.
L’individuazione e la caratterizzazione di ognuna delle cinque fasi,
consente di lavorare con metodo ed eventualmente di rimodellare la stessa
metodologia, ad esempio aggiungendo o modificando le procedure, nel momento
in cui le ulteriori ricerche applicative, dimostreranno l’efficacia di nuove
possibilità. Mentre le fasi metodologiche sono necessarie alla
strutturazione di un percorso completo, che prende in considerazione i molti
aspetti e sfumature dell’esperienza del cliente, le procedure lasciano
spazio a maggiori possibilità di scelta, poiché non devono essere utilizzate
tutte necessariamente in ogni situazione. Ciò, riteniamo sia valido
soprattutto nelle fasi preliminari del coaching, nel periodo del vero e
proprio “allenamento” al cambiamento; nella vita pratica i processi a volte
sono più veloci, condensati: l’intuizione, l’esperienza e la creatività
spesso consentono di compiere apparenti salti da una fase all’altra o
giungere a conclusioni inaspettate. Il modello di coaching che proponiamo in
questo articolo consente a professionisti che provengono da aree diverse e
che si attengono a teorie di vario genere, di integrare le proprie
conoscenze e le proprie tecniche, elaborando ogni volta percorsi creativi di
intervento e di formazione.
1. Fase di Ricerca
La prima fase, la Ricerca, ha lo scopo di raccogliere informazioni, dati,
materiali, e tutto ciò che può essere di ausilio per il conseguimento degli
obiettivi del coachee, il quale viene stimolato - e facilitato – dal coach,
ad iniziare un percorso che prevede la “mappatura” interna ed esterna e la
ricerc-azione.
2. Fase di Decodifica
La seconda fase, il processo di decodifica, prevede un’osservazione
riflessiva dei dati raccolti, l’individuazione dei criteri di
classificazione e l’organizzazione sistematica del materiale della mappatura,
che consentirà, nelle fasi successive, di effettuare un processo di
selezione degli elementi più pertinenti al lavoro che si sta svolgendo
3. Fase di Elaborazione
Elaborare significa portare avanti il processo di decodifica, sviluppare
ulteriormente i risultati ottenuti dall’organizzazione e dalla selezione
delle informazioni, per creare una nuova mappa orientata allo scopo. Il
coach creativo sostiene il cliente, mentre elabora un intervento attivo
sulla propria mappa della realtà, per sperimentare nuove possibilità,
mettere a punto cambiamenti, innovazioni, creazioni, pianificazioni. Le due
procedure di questa fase sono state definite “rimodellamento”, creativo e
generativo, per sottolineare i cambiamenti che l’individuo produce in se
stesso e nelle attività che svolge. Il coachee lavora creativamente sulle
informazioni di cui dispone, arricchisce e rimodella il proprio sé
autobiografico, generando nuove possibilità di cambiamento.
Gli effetti dell’elaborazione delle informazione costituiscono nuovi
abbinamenti, nuove idee, fantasie, immagini mentali che, a loro volta,
diventano cause delle cause, poiché generano apertura mentale, flessibilità,
capacità di innovazione e scoperta, che produrranno nuove possibilità di
rimodellamento.
4. Fase di Produzione
La fase di produzione comprende le procedure di progettazione,
sperimentazione “come se”, sponsorship e realizzazione. In questa fase della
metodologia si privilegia la pianificazione delle strategie che permette di
prepararsi all’azione ed implementare i progetti.
Gli scopi di questa fase consistono nel migliorare la propria capacità di
pianificare gli obiettivi, nel lavorare in modo efficace sulla progettazione
delle proprie risorse, nel prepararsi per l’effettivo conseguimento dei
propri obiettivi e nel mettere a punto strategie vincenti.
5. Fase di Feedback
Quest’ultima fase è dedicata alla valutazione, al monitoraggio ed alla
ristrutturazione delle idee al fine di gestire i progetti e verificare i
risultati ottenuti.
Ci si occupa dell’analisi dello stato del progetto, della valutazione degli
aspetti interni e degli aspetti esterni del progetto dell’individuazione dei
punti di forza, dei punti di debolezza, delle opportunità e delle minacce
per passare alla ricerca di soluzioni trasformative che aumentino i punti di
forza
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[1] Parsi M.R., Del Monte M. Piperno S. “Il Coaching
Creativo. Tecniche per la crescita, l’innovazione, il cambiamento personale
e aziendale”. Franco Angeli, Milano, marzo 2007
27-Ott-2007
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