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Olmo: una famiglia a cavallo della “biciclissima”

Dal 1939 il marchio che rappresenta l'amore per la vita su due ruote, innovazione, tradizione e qualità italiana in un mercato sempre più minacciato dai competitor globali.

di Elisa Scarcella

 


Paolo Olmo,
Amministratore Delegato
della Giuseppe Olmo S.p.A.
(Foto per gentile concessione
di Gianni Chiaramonti)

Paolo Olmo, Amministratore Delegato della Giuseppe Olmo S.p.A., rappresenta la seconda generazione dello storico marchio Olmo, nome legato alla tradizione artigiana e all'eccellenza italiana delle biciclette da corsa, ma anche delle mountain bike e delle bici da città.
La società, che vanta un fatturato annuo di circa 5 milioni di euro e 7 punti vendita diretta in Italia, appartiene al Gruppo OLMO, nato nel 1939 dalla volontà del fondatore Giuseppe Olmo, detto Gépin, famosissimo corridore ciclista degli anni '30 (vincitore di due edizioni della Milano-San Remo e primatista nel '35 Mondiale dell'Ora) che, con i fratelli Franco, Giovanni e Michele, pose in un edificio di Celle Ligure (Savona) la sede della Olmo Cicli, diventato poi il grande stabilimento produttore delle bici del marchio.
L'esperienza diretta di corridore di Gépin, che, più di ogni altro, conosceva le caratteristiche necessarie a produrre una una buona bici , anzi una “Biciclissima” (pay-off del marchio), e la sua fortissima ed innata capacità imprenditoriale, hanno permesso di aggiungere alla storica fabbrica di biciclette di Celle altre 5 società, operanti in diversi settori (persino nella produzione e vendita di vino e olio) e con posizioni di leadership in molti paesi europei con la produzione di materiali plastici e poliuretanici per i settori automobilistico, del mobile, calzaturiero, tessile e dell'isolamento termico.

Dott. Olmo, la sua è un'azienda storica, che l'anno prossimo festeggia i 70 anni di vita. Come riuscite a mantenere una produzione di eccellenza e a coniugare innovazione e tradizione?

Innanzitutto portando avanti nelle corso delle generazioni quel legame famigliare che ha costituito, sin dal 1939, la caratteristica del nostro marchio, secondo la volontà e addirittura la suddivisione delle quote societarie stabilita da Giuseppe Olmo. Un legame cui vengono affiancati un forte spirito imprenditoriale, un profondo know how e capacità tecnologiche d'avanguardia. Le nostre bici sono infatti il frutto della volontà di progredire ricercando la massima qualificazione del prodotto.

Cosa significa oggi produrre una “buona bicicletta” affrontando le sfide dei mercati globali e della concorrenza sempre più agguerrita di competitors internazionali e l'imporsi di nuove tecnologie?

Il segreto è innanzitutto quello di non cambiare mail la proprietà, che rimane sempre della famiglia Olmo, di guardare sempre avanti (come diceva mio zio Giuseppe col suo motto “Lasciatemi correre che vi farò diventare ricchi”) e di costruire una eccellente squadra di lavoro. I mercati attuali richiedono la vendita di bici ad un presso sempre più ridotto ma, al tempo stesso, dalle prestazione sempre migliori, e questa è, ogni giorno, la vera sfida. Noi utilizziamo le nuove metodologie di produzione, facendo assemblare ogni bici da un singolo addetto, sempre nel rispetto della tradizione artigiana del "made in Italy", realizzando ogni esemplare davvero con amore.

Può spiegarci quali sono le caratteristiche tecniche che distinguono le bici Olmo?

Per rispondere alle nuove esigenze del mercato, siamo sempre alla ricerca di materiali nuovi, leggeri, che garantiscano risultati sempre migliori, come tessuti in titanio e fibre composite di carbonio e Kevlar, usati nell'industria spaziale. Testiamo questi prodotti in laboratorio per metterne alla prova la sicurezza e l'affidabilità li facciamo provare alle nostre Squadre Dilettanti e Professionisti per verificarne anche la validità su strada, prima di metterli in commercio. In base poi alle attuali leggi di mercato, un telaio ha, al massimo, una vita di 3 anni. E così, anche su questo versante, la Olmo sviluppa sempre nuove proposte.

A questo proposito, avete di recente presentato un nuovo telaio da bici che definite la “Formula 1” del ciclismo. Può spiegarci di cosa si tratta?
Si tratta del nuovo telaio monoscocca Zeffiro VCT, costruito in Italia, che abbiamo iniziato ad elaborare un anno fa utilizzando i nuovissimi materiali compositi. In effetti, ha le caratteristiche da "formula 1" in termini di prestazioni, rigidità torsionale e stabilità, con un peso totale che è inferiore al chilogrammo. Siamo così riusciti anche a ridare alla bicicletta da corsa lo stile e il gusto italiano che, ultimamente, sono stati minacciati dalle massicce produzioni provenienti dall'Asia.

Oggi sempre più si parla di mobilità sostenibile. Quale pensa sia la situazione in Italia? Esiste, una “cultura della bicicletta”?

Esiste, ma a macchia di leopardo. Purtroppo la diffusione della bicicletta come mezzo di trasporto principale è limitata da due fattori: da una parte mancano le infrastrutture necessarie a poter circolare ovunque e in sicurezza – e su questo influisce anche la stessa conformazione delle città – dall'altra persiste, nel nostro Paese, una mentalità diffusa che considera la bici un mezzo “povero” e da utilizzare solo nel tempo libero. In Italia il boom delle mountain bike, che ha messo in sella verso la fine degli ani Ottanta migliaia di persone mettendo a disposizione un mezzo in grado di creare un contatto diretto con la natura, non ha spinto realmente ad una mobilità sostenibile. Per quanto ci riguarda, nella produzione delle bici Olmo cerchiamo di coniugare valore tecnico, robustezza e durata e tutela della qualità dell'eco sistema. Purtroppo però ci troviamo a dover soddisfare un mercato che è disposto a spendere sempre meno e non comprende la reale differenza tra una bici di alta e bassa qualità.

Caratteristiche che influiscono anche sulla stessa salute dei ciclisti. A questo proposito, sappiamo che la Olmo ha elaborato un sistema computerizzato chiamato Biocyclo. Può spiegarci di cosa si tratta?

Il Biocyclo è un'apparecchiatura che permette la rilevazione dei dati fisiologici e morfologici per ottenere la corretta postura in sella alla bicicletta. Il complesso comprende una bici dotata di particolari strumenti di rilevazione antropometriche, una webcam e un sistema computerizzato di analisi dei dati. Posizionandosi sulla bici dopo aver indossato una speciale tuta dotata di sensori, si viene ripresi dalla webcam e vengono rilevati i dati raccolti relativi alle variabili cinematiche degli arti inferiori e superiori, posizionando dei marcatori nei punti di snodo anatomici. Analizzando questi dati Biocyclo esegue una diagnosi del gesto atletico, indicando la postura corretta. Questa apparecchiatura viene messa a disposizione dei corridori professionisti ma anche di chiunque lo desideri, recandosi presso i nostri punti vendita.

Qual'è il prossimo traguardo di Olmo?

Con le "Biciclissime Olmo" grandi campioni del Ciclismo Professionistico contemporaneo hanno raggiunto traguardi prestigiosi come Pierino Gavazzi, Marino Lejarreta, Angel Casero, Oscar Freire, Danilo Di Lucam che ci hanno regalato vittorie come Milano-Sanremo, Campionati Italiani Professionisti, Campionati Spagnoli Professionisti, Campionato Mondiale Strada e numerose vittorie al Giro d'Italia e alla Vuelta Spagnola. Il nostro obiettivo è quello di poter tornare a partecipare al Giro d'Italia (l'ultima volta è stata nel 2004), un'occasione davvero importante di promozione del nostro marchio.

Un'ultima domanda: lei va al lavoro in auto o in bici?

In auto, perché, allo stato attuale, è l'unico mezzo che mi permette di arrivare in sicurezza.

4-Giu-2008

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