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Nuovi media e contenuti, un business tutto da esplorare

di Gianluigi Zarantonello

Le nuove tecnologie di telecomunicazione aprono scenari di mercato sfidanti per tutti gli operatori del settore della comunicazione. Nascono nuovi modelli di consumo di contenuti e servizi. Gli operatori sono adesso costretti ad individuare nuove tecniche e nuove strategie più adeguate ai nuovi media rispetto ai tradizionali paradigmi.

In questi ultimi mesi abbiamo assistito al debutto di alcune nuove tecnologie attese da tempo, quali la televisione digitale terrestre (nonostante le polemiche e le difficoltà ancora esistenti) o l’Umts.
A ciò possiamo aggiungere una diffusione ormai generalizzata della banda larga in fasce molto ampie di consumatori e la presenza sul mercato di altre standard innovativi come l’i-mode.
Tutte queste tecnologie aprono uno scenario nuovo di mercato per tutti gli operatori del settore che dovranno ora attrezzarsi per proporre nuovi modelli di business adeguati alle nuove tecnologie.

Il digitale terrestre ad esempio potrebbe rivoluzionare i modelli di consumo televisivo, anche se ci vorrà del tempo prima che entri a regime, con vantaggi e svantaggi per la comunicazione pubblicitaria ed il marketing.
Infatti una televisione di questo tipo rappresenterà un distacco dalla tradizionale idea di tv generalista per avvicinarsi, a livello contenutistico, a quello che oggi sono i canali satellitari, ossia dei media più fortemente targettizzati.

Questo, dal punto di vista dell'investitore pubblicitario, significa una maggiore possibilità di raggiungere realmente i propri pubblici, che diventano più estesi di quelli dei programmi satellitari dato che si parla di una tv gratuita (almeno per la programmazione di base).

C'è poi il problema della produzione di contenuti adeguati a fronte di un ampliamento di canali così vasto come quello determinato da questa nuova risorsa, in effetti nelle nuove tecnologie il successo rispetto al consumo viene determinato sempre più spesso dai contenuti offerti.

Per il consumatore finale infatti è inutile avere bande larghissime, schermi ad altissima definizione e decine di formati multimediali se poi non può disporre di nessun contenuto adeguato tale da giustificare il costo (economico e cognitivo) del passaggio al nuovo standard. Sembra una cosa banale ma spesso viene dimenticata clamorosamente. Un esempio? Il WAP.

Altro aspetto chiave delle nuove tecnologie è l'interattività, che potrà essere un'ottima risorsa di marketing se gli utenti ne faranno un uso attivo. H3G ad esempio ha fatto sì che gli stessi utenti dei suoi telefonini di terza generazione possano produrre ed inviare contenuti ed essere retribuiti se questi poi vengono rivenduti a terzi.
Si tratta dei prosumer, neologismo che ne riassume la natura ibrida, un po’ consumatori e un po’ produttori.

Un lato negativo dell'interattività potrebbe invece essere la possibilità per gli utenti di evitare gli spot pubblicitari, dato che esistono già delle tecnologie che ne permettono l'esclusione.
E' anche vero però che una maggiore targettizzazione potrebbe consentire una vendita più mirata degli spazi, riducendo il numero di spot assolutamente irrilevanti per lo spettatore, che quindi "subirebbe" meno l'advertising televisivo. Inoltre le moderne tecniche di product placement posso consentire di riproporre contenuti e messaggi promozionali in modo più discreto e mascherato.

Per i servizi in ogni caso si può fare discorso analogo a quello fatto per i contenuti, ossia:

a) Non si può pensare di offrire gli stessi servizi di un media "vecchio" su di uno che ha caratteristiche diverse.

b) L'esistenza di un nuovo servizio non equivale immediatamente al suo successo presso il pubblico se quest’ultimo non ne trae un reale beneficio.

c) In una condizione di sovraffollamento di stimoli come quella odierna l’interattività viene sfruttata solo nel momento in cui l’utente ne trae una gratificazione in termini di utilità o almeno a livello emotivo.

Il messaggio in definitiva è uno solo, bisognerà trovare nuove tecniche e nuove strategie creative che si adattino ai nuovi mezzi in modo appropriato e sfruttandone le caratteristiche senza cercare, dove non è possibile, nostalgiche analogie con vecchi standard. La sfida è aperta.



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