| Eventi, da strumento di immagine a canale di 
		businessCresce l'interesse da parte delle 
	organizzazioni per gli eventi, strumento di comunicazione sempre più 
	orientato a target di nicchia e a ritorni sull'investimento in tempi più brevi. di 
	Simone Favaro C’è chi li ama e chi li odia, chi li trova una risorsa preziosa e chi li 
	considera come un inutile costo. Gli eventi sono forse uno dei principali 
	strumenti per le pubbliche relazioni. Permettono di arrivare là dove c’è la 
	business community, dove si concretizza l’incontro tra domanda ed offerta. 
	Sono il mezzo per dire al proprio target “guarda che ci sono!”, per far 
	conoscere il proprio marchio e sperare di incrementare i propri ricavi. 
	Effettivamente se solo le imprese edilizie nel 2007 hanno incrementato del 
	12% gli investimenti in Pubbliche Relazioni, e quindi anche negli eventi (fonte 
	Indagine 2008 Eclettica Relazioni Pubbliche), questo canale è realmente 
	riconosciuto come importante strumento di comunicazione.  Annosa è la questione sulla loro efficacia come canale di business. 
	Alcuni considerano gli eventi solo come puro strumento di branding, in 
	particolare nel segmento consumer. Altri ricercano nell’evento la 
	possibilità di sviluppare nuovo business e ottenere così un ritorno nel 
	breve periodo, soprattutto in considerazione degli investimenti finanziari e 
	organizzativi che la sponsorizzazione richiede.  Questo segnale sembra essere stato colto anche dagli enti organizzatori. 
	Da un lato i grandi eventi di massa lasciano il passo a manifestazioni di 
	nicchia e mirate a coinvolgere solo un target ben definito. Dall’altro si 
	passa da una logica di puro branding a strumento di 
	business-branded, in cui la comunicazione è strumento di business.  Dalla sola presenza del logo sui materiali istituzionali, 
	dall’assegnazione di stand e speech sessions, dal co-branding nelle 
	iniziative di direct mailing, i comitati organizzativi ampliano i servizi 
	business per garantire agli sponsor la possibilità di ottenere dei ritorni 
	di investimento di natura economica e non solo di immagine. L’evoluzione 
	passa attraverso alcune strategie progressivamente attuate: circoscrizione 
	puntuale del target; sviluppo di strumenti marketing/commerciali; erogazione 
	di servizi di lead generation.  Dopo un periodo in cui gli eventi erano luogo di incontro prettamente 
	degli operatori dell’offerta, da qualche anno si assiste al tentativo da 
	parte dei comitati organizzativi di limitare la partecipazione ai soli 
	end-users. Il modello prevede l’iscrizione gratuita per il target primario, 
	mentre richiede una fee di partecipazione alle aziende che operano nello 
	stesso settore dello sponsor. La selezione degli end-user, inoltre, risponde 
	alla specializzazione presente sul mercato per cui all’interno di ciascun 
	settore come ad esempio l’edilizia, il manifatturiero, ecc. il target è 
	puntualmente definito sulla base dei temi trattati e delle funzioni 
	aziendali ricoperte.  Altro servizio ormai divenuto comune è l’attending list. Costruita 
	sulla base delle registrazioni raccolte all’ingresso, la lista è un bene 
	prezioso per l’azienda-sponsor. Permette, infatti, di conoscere esattamente 
	chi è intervenuto e poter attuare su questi iniziative di marketing diretto. 
	Qualora la struttura dell’evento lo consenta, tale lista può riportare anche 
	l’indicazione dei convegni o degli stand che la singola persona ha visitato. 
	La tendenza, quindi, è quella di profilare in modo più dettagliato possibile 
	il partecipante per poter fornire dati e informazioni sul suo profilo di 
	interesse.  Ancora rari, ma in progressivo aumento, sono i servizi di lead 
	generation attraverso cui garantire allo sponsor di incontrare 
	potenziali clienti durante la manifestazione. Le formule a riguardo 
	prevedono normalmente la gratuità della partecipazione per l’end-user 
	che, spesato di tutto, in cambio deve impegnarsi ad incontrare un numero di 
	sponsor durante il periodo dell’evento. Usualmente tale modello è applicato 
	laddove esista come controparte percepibile come valore aggiunto reale: 
	ospitalità in albergo, spese di trasferta, azioni di incentive, ecc.Si assiste quindi ad una progressiva ridefinizione dell’evento che non 
	risponde più esclusivamente a logiche di branding, ma sempre più diventa 
	luogo di business. A giudicare dalle evoluzioni evidenziate, le pubbliche 
	relazioni aumenteranno il proprio peso all’interno del piano di 
	comunicazione proprio in considerazione del fatto che esse permettono un 
	contatto diretto e mirato, sono misurabili e possono portare un ritorno 
	sull'investimento di breve periodo.
 25-Mag-2008 
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