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Lo sport fa bene ai giovani ma anche alle imprese

Il progetto “Impresa & Sport” permette di realizzare, coerentemente con la propria missione imprenditoriale, in modo semplice un’attività socialmente responsabile rivolta alle nuove generazioni.

di Elisa Scarcella

Contribuire ad un corretto sviluppo psico-fisico dei giovani, anche attraverso lo sport, fa bene alle imprese. Questo il messaggio lanciato da Assolombarda durante la presentazione di “Impresa & Sport”, un progetto socialmente responsabile nato da un’iniziativa di Fondazione Sodalitas con il contributo di Coni Lombardia, avvenuta nel corso della cerimonia di assegnazione del Premio Sodalitas “Giornalismo per il Sociale”, che si è tenuta lo scorso 21 Aprile a Milano.

“In un momento come questo – ha dichiarato Diana Bracco, Presidente di Assolombarda e della Fondazione Sodalitas - dove quasi ogni giorno assistiamo a drammatici fatti di cronaca che riguardano fenomeni di bullismo e violenza fra i minori, la nostra sensibilità, le nostre esperienze e il senso di responsabilità verso le nuove generazioni ci inducono a non restare indifferenti. Assolombarda intende sensibilizzare gli imprenditori a dedicare energie e risorse per stimolare i ragazzi a diventare solidi cittadini del domani anche attraverso lo sport, che rappresenta uno strumento fondamentale di socializzazione e cooperazione, di educazione ai valori della società civile.
Il progetto “Impresa & Sport” mira a far sì che le imprese diano supporto alle associazioni sportive del nostro territorio che seguono lo sport dilettantistico. L’aspetto più importante non è solo dare un aiuto economico, ma contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di aiutare a formare le nuove generazioni. Non a caso, i valori che ispirano l’impegno di un imprenditore nel suo lavoro sono gli stessi che caratterizzano lo sport: competitività nel rispetto delle regole, lavoro di squadra, meritocrazia. Dal contatto tra l’azienda e le organizzazioni sportive, siamo sicuri, nasceranno occasioni di collaborazione che porteranno vantaggi e visibilità per l’impresa, coinvolgimento e soddisfazione a livello personale.”

Le imprese sono invitate ad “adottare” una società sportiva, cioè a scegliere, tra quelle segnalate nell’ambito del progetto, la società più vicina alla propria attività lavorativa o a specifici interessi, conoscere le loro necessità più urgenti e definire insieme le modalità di intervento a supporto dello svolgimento della loro attività. È possibile ad esempio contribuire all’acquisto di materiale sportivo, creare o modernizzare palestre e campi da gioco, organizzare o sostenere gare, tornei e trasferte, inserire nuove discipline sportive o aggiungere nuovi allenatori.
Nel corso del convegno “Sport e comunicazione sociale. Un’accoppiata vincente” – che ha ospitato il Premio Sodalitas – sono intervenuti a sostenere lo sviluppo delle società sportive per favorire la crescita delle nuove generazioni anche rappresentanti di imprese impegnate da tempo a promuovere progetti legati allo sport: Raffaella Lorenzut, Responsabile CSR di Bracco, Alessandro Magnoni, Direttore Affari Generali Coca Cola HBC Italia e Davide Pozzi, Responsabile Comunicazione Istituzionale di Edison, che hanno portato la testimonianza diretta delle proprie esperienze imprenditoriali legate al supporto di attività sportive.
Nell’ambito dei lavori è stata presentata l’indagine “La passione che allena alla vita. Il profilo degli italiani che praticano lo sport”, condotta da GFK Eurisko su un campione di 10.000 intervistati. I dati rilevati tracciano un profilo dell’italiano sportivo che è, mediamente, rispetto a colui che non pratica sport, più interessato al contesto sociale che lo circonda, più attivo nel sociale e a difesa dell’ambiente, più impegnato culturalmente (nella lettura di libri, nella visita di musei, etc.), e riscuote, secondo una stima personale, più successo in ciò che fa.

Diana Bracco ha poi rivolto un appello alla categoria dei giornalisti, affinché mostrino maggiore impegno nel comunicare le tematiche di carattere sociale, dando voce anche a temi “invisibili” ma importanti. E proprio in questo ambito, nel corso del convegno sono stati premiati i vincitori del Premio Sodalitas “Giornalismo per il sociale”, nato nel 2001 con l’obiettivo di dare un riconoscimento agli operatori dell’informazione che si sono distinti per aver approfondito e segnalato all’opinione pubblica temi di particolare rilevanza sociale e umanitaria. Tra i 1.000 giornalisti complessivamente candidati per l’edizione 2007/2008, sono stati premiati: Carlo Verdelli, Direttore della Gazzetta dello Sport, cui è stato assegnato il Premio Speciale, Doriano Rabotti, de Il Resto del Carlino, vincitore della categoria Stampa e Web per una serie di articoli sul tema dello sport e della disabilità (nella stessa categoria sono state assegnate Menzioni speciali ad Alessandra Maccaferri de Il Sole 24 Ore e Ambra Radaelli di D-LA Repubblica delle Donne), Oliviero Bergamini, per la categoria Radio e TV, della rubrica del TG3 Agenda del Mondo, per il servizio “Il cuore della Birmania” e Gianluca Schinaia, nella categoria Giovani Giornalisti, della Scuola di Giornalismo IFG Carlo De Martino, con l’articolo “Viaggio a Fim do Mundo”.

28-Apr-2008

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