Comunicazione |
Importanza ed elementi chiave della
comunicazione efficace in pubblico.
di Lara
Motta
Quando parliamo in pubblico, saper comunicare efficacemente è
fondamentale.
Spesso, però, si assiste a situazioni in cui la modalità espositiva
carente di un relatore prende il sopravvento sui contenuti, per quanto
quest'ultimi possano essere validi ed interessanti.
Episodi di questo tipo, ad esempio, si riscontrano spesso durante una
convention aziendale. Capita che, consistenti investimenti in
spettacolarizzazioni e scenografie sofisticate con la funzione di
enfatizzare i messaggi aziendali da trasmettere, siano poi vanificati da
un relatore dall'indubbia preparazione ma dalle pessime capacità
comunicative. Un relatore che rimane ancorato al podio, con lo sguardo
fisso sugli appunti e la voce monotono è solo un esempio di comunicazione
inefficace.
Questo elemento, però, è spesso poco considerato e, a volte, del tutto
ignorato, anche durante l'organizzazione della convention stessa.
Essere comunicatori efficaci in pubblico non è facile ed è una strada che,
salvo per alcuni fortunati, richiede applicazione e metodo.
Noi comunichiamo in pubblico tutti i giorni, durante una riunione, durante
una piccola presentazione e, ogni volta, è importante e che la nostra
comunicazione sia efficace e consapevole, al fine di raggiungere gli
obiettivi prefissati e soddisfare i nostri interlocutori.
Gli elementi chiave che rendono la comunicazione efficace nel processo di
public speaking sono diversi, sia dal punto di vista verbale
che analogico.
Iniziamo con l'importanza del Possesso dello Spazio Fisico,
un'abilità fondamentale ai fini dell'efficacia della comunicazione in
pubblico che risulta essere direttamente proporzionale alla capacità del
relatore, durante l'esposizione dei contenuti, di dominare con sicurezza lo
spazio fisico e ambientale. Parlare di possesso dello spazio fisico
significa studiare e calibrare determinate posizioni del relatore a seconda
dell'ambiente logistico nel quale avviene la performance, della
distribuzione del gruppo e del contenuto da trasmettere.
Il secondo elemento è il Condizionamento analogico che consiste
nell'influenza, negativa o positiva, che il gruppo è in grado di esercitare
nei confronti del relatore e che rischia di "ingabbiare" quest'ultimo, verso
le zone del pubblico che mostrano segni di maggiore assenso, escludendo così
le altre.
E' pertanto fondamentale che il relatore distribuisca costantemente
"doppi sguardi circolari" creando, così, un filo "ideale" che collega
tutti gli elementi del gruppo con continuità e senza escluderne alcuno.
La Gestualità è un altro elemento chiave nella comunicazione con i
gruppi. Permette di rafforzare l'efficacia e l'importanza di messaggio
verbale con un segnale visivo. Oltre ai consueti gesti descrittivi, è molto
importante programmare determinati gesti chiave da utilizzare in specifici
punti del discorso, al fine di potenziare l'efficacia del messaggio. Questa
tipologia di gesti, definiti come Ancore Gestuali, "ancorano", infatti,
visivamente e incisivamente i contenuti ai quali li si accompagna.
All'inizio dell'esposizione, è molto importante anche che il relatore
renda noto, a chi lo ascolta, il contesto e il contenuto della
propria relazione. Iniziare dicendo ad esempio "l'argomento di questa mia
relazione è la comunicazione efficace in pubblico (contesto), svilupperò
questa relazione attraverso cinque punti fondamentali (contenuti): possesso
dello spazio fisico, condizionamento analogico, ecc….." permette la giusta
classificazione degli argomenti nel giusto contesto e nel corretto ordine.
Si definiscono anche le aspettative di chi ascolta in quando si comunicano
gli argomenti che verranno trattati ma, di conseguenza, anche quelli che non
verranno trattati. Questo favorisce una maggiore concentrazione del pubblico
sull'argomento.
Fondamentale per l'efficacia della comunicazione in pubblico è l'uso
sapiente da parte del relatore del linguaggio positivo.
Capita che, inconsapevolmente, si utilizzino forme linguistiche negative che
rischiano di vanificare ottime intenzioni.
Ad esempio le espressioni negative precedute dal NON, in quanto il "non"
tende a non essere percepito trasformando negativamente il messaggio; i
termini IO/VOI, NOI/VOI, che suscitano in chi ascolta distacco e freddezza e
crea delle barriere con il relatore; i verbi a due vie come provare,
tentare, cercare, che comunicano incertezza.
Viceversa, alcune forme linguistiche trasmettono positività nella mente di
chi ascolta, come l'utilizzo dei tempi verbali presente e futuro, che
trasmettono sicurezza e concretezza , oppure l'uso del NOI che crea una
"cornice comune" di rapporto.
Attraverso gli studi più recenti sulla comunicazione e ai principi base
della PNL (Programmazione Neuro-linguistica), si è accertato che la nostra
ricezione avviene attraverso tre "filtri sensoriali": Visivo (V
senso della vista), uditivo (A senso dell'udito), cenestesico (K
senso del tatto, odorato e gusto).
Il comunicatore efficace è in grado di utilizzare costantemente tutti i tre
filtri sensoriali, ottenendo così, il massimo coinvolgimento della platea,
colpendo ciascun uditore indipendentemente dal filtro sensoriale
preferenziale. I mezzi per l'attivazione dei filtri sensoriali sono due: il
linguaggio e le modalità comunicative. Attraverso il linguaggio si
utilizzano espressioni che, a seconda, colpiranno uno dei tre filtri
sensoriali: ad esempio mettere a fuoco, far luce, per il visivo; ascoltare,
suono, per l'uditivo; toccare con mano, verificare in concreto per il
cenestesico. Per quanto riguarda le modalità di esposizione, il visivo è
maggiormente colpito da supporti visivi quali schemi, diapositive, slide e
dalla gestualità mentre, l'uditivo, predilige le discussioni, sarà più
colpito dal tono di voce e dalle domande retoriche. Il cenestesico invece ha
bisogno di esempi concreti, simulazioni e dimostrazioni.
Un'altra tecnica necessaria, quando si parla in pubblico, è l'utilizzo
positivo delle obiezioni. A livello puramente accademico, la tecnica si
può distinguere in quattro passaggi: prescrizione delle obiezioni,
connotazione positiva, ricerca intenzione positiva sottostante e
ristrutturazione dell'obiezione.
Il primo passaggio consiste nel richiedere esplicitamente al gruppo di
effettuare le obiezioni che desidera. In questo modo il relatore
richiede al gruppo delle obiezioni la cui valenza negativa risiede tutta
nella spontaneità con cui possono verificarsi. Se si richiede, infatti,
esplicitamente un comportamento altrimenti spontaneo, questo perde
automaticamente di spontaneità e quindi la valenza negativa.
Inoltre, il relatore che richiede l'obiezione, mostra un vissuto positivo di
quest'ultima, influenzando così il proprio interlocutore.
Il secondo passaggio consiste nel dimostrare all'interlocutore e al gruppo
che l'obiezione è stata realmente gradita e ben accolta. Questo punto,
definito connotazione positiva è un comportamento che può esprimersi
attraverso modalità sia verbali che analogiche: un ringraziamento esplicito
e/o un rinforzo positivo (es. "Bene, la ringrazio per la sua obiezione…."
"…mi fa piacere che abbia sollevato questo punto.."), oppure attraverso
cenni affermativi del capo, mirroring, un sorriso ecc.
Il terzo passo consiste in una riflessione interna alla ricerca dell'intenzione
positiva sottostante, e inconscia, che c'è sempre dietro ad ogni
obiezione. Questa ricerca avviene attraverso due domande interne: a che cosa
è sensibile questa persona e in che modo mi sta aiutando? Dalle risposte è
possibile cogliere l'intenzione positiva su cui si fonda l'obiezione.
La ristrutturazione delle obiezioni, che rappresenta il quarto e
ultimo passaggio, è il momento in cui il relatore, attraverso una risposta
breve e precisa, esplicita l'intenzione positiva individuata, riprendendo le
parole pronunciate dall'interlocutore. Questo fa si che l'interlocutore,
riconoscendola, la senta propria.
L'utilizzo delle metafore, infine, è anch'esso uno strumento di
comunicazione efficace. Utilizzare una metafora, infatti, consiste nel
variare un normale stile di comunicazione con un elemento che attiva
dell'interesse. Si tratta inoltre di un'occasione importante per l'utilizzo
dei filtri sensoriali V A K e di una comunicazione "trasversale" che viene
recepita dal nostro emisfero destro in modo profondo.
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