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Efficacia della Corporate Governance ed opportunità di miglioramento gestionale: quali prospettive in Italia

Il Forum Corporate Governance organizzato da Business International-The Economist prende spunto dalle ultime vicende economico finanziarie e offre un approfondimento sulle diverse tematiche della Corporate Governance. Molte le esperienze e gli spunti di riflessione da parte dei relatori di fama internazionale.

di Andrea Roglio

Un confronto ad ampio spettro su un ventaglio di importanti analisi, riflessioni ed esperienze reali sulla Corporate Governance da parte di illustri esponenti del mondo politico, aziendale ed accademico. Questa l’estrema sintesi del Forum Corporate Governance organizzato a Milano lo scorso 19 marzo da Business International-The Economist. Ospite d’onore Guido Rossi, giurista, professore ordinario di diritto commerciale presso le università di Trieste, Venezia Pavia, Statale di Milano, Bocconi, ed ex presidente Consob.

Fin dai primi interventi, è stato subito evidente che una domanda, declinata nelle sue innumerevoli implicazioni, aleggiava sulla sala gremita di un pubblico importante ed attento: quanto una buona Corporate Governance sia realmente vantaggiosa per una azienda o una pubblica amministrazione e come si possa oggettivamente misurare il rapporto fra Corporate Governance ed il successo, inteso come valore creato, diffuso e distribuito sul proprio mercato di riferimento.

Marco Allegrini, docente di economia aziendale all’università degli studi di Pisa, ha evidenziato che la risposta a questa domanda è stata «esplorata a livello internazionale da molti studi e che i risultati non sono sempre univoci, a volte positivi a volte anche deludenti. Questo perché il successo di un’azienda non dipende solo dalla Corporate Governance (CG) ma anche da molteplici ulteriori fattori esogeni ed endogeni. Da tutti gli studi emerge comunque che una buona CG riduce almeno il fattore di rischio».

Marco Onado, docente di economia dei mercati e degli intermediari finanziari all’università Bocconi, ha ben illustrato i sistemi di governance monistici e dualistici evidenziandone luci ed ombre delle odierne attualizzazioni. Con una nota di ottimismo finale tratta da due ricerche internazionali, una del FT ed una del ABI (Association of British Insurers). «Una buona Corporate Covernance paga e gli strumenti per misurarne l’efficacia lo dimostrano. A patto che non sia una mera operazione di cosmesi aziendale».

Guido Rossi, ha posto l’ accento su quest'ultimo aspetto di una CG cosmetica («È come zucchero filato»), innestata sulle distorsioni di un capitalismo sempre più finanziario come quello emerso dalle ultime vicende economico finanziarie. Aggiungendo che «la soluzione di crisi come quella attuale passa per regolamenti e istituzioni internazionali». Guido Rossi ha ricordato come lo stesso Adam Smith, padre degli economisti classici, avesse delineato che i mercati vanno regolamentati. «Non si vede per esempio perché non ci sia un'agenzia che controlla i mercati finanziari europei visto anche che a livello europeo è già stata istituita un'Antitrust». «Occorre che vengano imposte regole di convivenza anche per diminuire il divario tra ricchezza e povertà che il ‘Supercapital’», cosi definito da Robert Reich, «sta creando non solo fra i Paesi ricchi e poveri ma anche all'interno dell'Occidente»

Sugli aspetti normativi e regolatori è intervenuto anche Giovanni Calabrò, responsabile direzione credito dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Partendo dalla constatazione che «Si sono verificati processi di aggregazione molto importanti che hanno portato ad un miglioramento del contesto competitivo in Italia, specialmente nel settore bancario», Calabrò ha osservato che «Nei casi analizzati dall’Autorità Garante, si è notato che il consiglio di sorveglianza ha avuto un ruolo non solo di controllo ma di supervisione strategica sulle decisioni. E’ importante l’equilibrio con il consiglio di gestione». E ancora, «Serve chiarezza delle regole sulle modalità di nomina, di indipendenza e di controllo. In questo senso l’intervento del Regolatore ha una valenza prospettica, mentre quello dell’Antitrust è sempre sporadico e occasionale».

Piergaetano Marchetti, presidente di Rcs mediagroup e Rcs quotidiani, ha sottolineato alcuni indagini sul tema del legame fra buona corporate governance e mercato, focalizzando l’attenzione essenzialmente su due temi che il sistema duale aiuta ad affrontare. Il primo è la necessità di una più profonda comprensione degli assetti organizzativi, finanziari e contabile della propria azienda parte dei consigli di amministrazione. Il secondo è quello dei sistemi di controllo che sono diventati una babele, mentre occorre passare ad una mentalità che consideri i sistemi di controllo non come qualcosa che si contrappone alla gestione intralciandola come una parte fondamentale dell’esercizio della gestione stessa.

Sul tema dell’importanza di un approccio integrato ha posto l’attenzione anche Carolyn Dittmeier, presidente italiana internal auditors e vice president internal audit di Poste Italiane. «C’è la necessità di meccanismi di assurance (intesa come indicazione obiettiva ed indipendente sul funzionamento), di maggiori flussi informativi interfunzionali, di enterprise risk management e di framework integrato che ispiri gli interventi operativi».

Anche Gaetano Aita, partner di Ria & Partners ha sottolineato alcuni fattori di una buona corporate covernance: la risk analisys, la definizione delle gerarchie, dei ruoli e delle missioni, l’adeguatezza dei sistemi informativi. Assicurata l’accuratezza di questi fattori, ci vogliono strumenti di controllo per verificare il funzionamento organizzativo.

Questo tema è stato rivisitato anche da Andrea Zavaglia, principal sales consultant di Oracle, che ha posto l’attenzione sull’importanza di strumenti informatici strutturati ed adeguati ai temi delle corporate covernance.

Stefano Preda, presidente banca Esperia, ha fornito una spunto di riflessione sulle motivazioni alla base della crisi finanziaria per capire quali possibilità abbia la corporate governace per mitigarla. «Nata come crisi di solvibilità credo che si sia trasformata in una crisi di liquidità». Come questo sia potuto accadere secondo Preda può essere ricondotto a diverse tematiche fra cui le più rilevanti sono: «l’inappropriatezza delle azioni di supervisione e controllo da parte delle autorità mondiali, inadeguatezza della gestione del rischio all’interno delle aziende, poca attenzione e responsabilizzazione dei consiglieri indipendenti, poca attenzione da parte degli azionisti, enormi problemi nel sistema di retribuzioni ed incentivazioni che non possono essere legati a risultati di breve termine e slegati dalla gestione del rischio, forte carenza di governance interna.»

Sul tema della corporate covernace e delle implicazioni dal punto di vista legale con particolare attenzione ai coinvolgimenti in sede penale ha fatto luce Bruno Assumma, professore IV cattedra diritto penale all’università di Napoli.

Molto interessanti anche gli interventi di illustri esponenti di molteplici aziende che hanno testimoniato come viene vissuta l’attenzione e l’attuazione di una buona corporate governance all’interno delle proprie aziende.

Marco Beatrice, direttore affari legali e societari di Seat Pagine Gialle, ha sottolineato l’importanza di una «virtuosa circolazione delle informazioni e sul fatto che il moltiplicarsi delle regole genera la possibilità di sbagliare».

Alessandro Luciano, consigliere di amministrazione Enel, ha detto che «il modello adottato da Enel sta seguendo l’applicazione in toto delle normative che stanno emergendo nel nostro Paese».

Roberto Ulissi, direttore affari societari e governance di Eni, ha descritto «la volontà elevare la governance in ENI con una attenta valutazione dell’adeguatezza degli assetti e con un controllo parte fondamentale dell’esercizio della gestione».

Edoardo Lazzarini, compliance & business practice director di Shering Plough, sostenitore dell’integrity driving success, ha sottolineato come «l’etica porti l’azienda al successo».

Antonio Sanna, direttore compliance del gruppo Telecom Italia, ha evidenziato come per una società multinazionale come TI sia importante il valore aggiunto di una buona corporate governance fondata sulle funzioni interoperanti di internal audit e di un compliance.

Rosalba Casiraghi, presidente Nedcommunity e membro del consiglio di Intesa Sanpaolo, ha illustrato l’esperienza positiva del sistema dualistico vissuto in Intesa Sanpaolo, concludendo con «la speranza che il contributo riformatore del sistema dualistico possa essere diffuso anche ad altre società per il miglioramento della gestione societaria».

 

30-Mar-2008

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