| La nostra azienda corre sui giusti binari Da realtà locale a impresa internazionale 
      puntando sull'innovazione e sulla flessibilità. La Mer Mec ha conquistato 
      in pochi anni una posizione di leadership nel settore dei veicoli di 
      ispezione dell'infrastruttura ferroviaria.  Vito Perosa, 
      Amministratore Delegato della Mer Mec, ci spiega come sono stati raggiunti 
      questi risultati. di Elisa Scarcella
 La Mer Mec è un'impresa con sede a Monopoli (Bari) che opera nel 
      ramo della progettazione e realizzazione di sistemi e veicoli per la 
      misura, il monitoraggio e l'ispezione dell'infrastruttura ferroviaria.Nata negli anni '60 come Meridional Meccanica su iniziativa di 
      Angelo Pertosa – attuale presidente- diventa nel 1988 Mer Mec S.p.a. 
      trasferendo le sue attività dalla produzione e vendita di rimorchi al 
      settore ferroviario. Negli anni '90, in collaborazione con i principali 
      Istituti di Ricerca italiani, la Mer Mec affronta importanti investimenti 
      in progetti di Ricerca e Sviluppo, si specializza in produzioni a elevato 
      contenuto tecnologico.
 
     Oggi la Mer Mec è l’unica azienda, nel panorama internazionale, in grado 
    di progettare e produrre i veicoli e realizzare l’hardware e il software 
    internamente e attraverso un processo certificato di qualità. Per capire 
    come la Mer Mec abbia raggiunto questo traguardo di eccellenza, abbiamo 
    intervistato Vito Pertosa, Amministratore Delegato della società. 
 Dott. Pertosa, la Mer Mec S.p.a. è un’impresa che dalla Puglia estende 
    con grande successo il proprio business fino al Tibet, qualificandosi nel 
    panorama internazionale come uno dei più importanti riferimenti per 
    l'analisi dinamica delle condizioni dell'infrastruttura ferroviaria. Quali 
    sono le tappe storiche ed i fattori chiave che, a suo parere, hanno reso e 
    continuano a rendere possibile l’eccellenza della vostra attività? Siamo entrati nel settore ferroviario nel 1988. Prima operavamo nella 
    meccanica agricola: ci è stato chiesto di costruire una gru elevatrice per 
    la manutenzione lungo la linea ferroviaria, e abbiamo accettato l’incarico. 
    Da quel momento abbiamo perseguito la ricerca e lo sviluppo nella 
    tecnologia, con un riscontro del mercato molto positivo. Solo nel triennio 
    2000-2003, abbiamo raddoppiato fatturato, (arrivato a circa 20 milioni di 
    euro) e numero di dipendenti (attualmente circa 150, la maggior parte dei 
    quali ingegneri altamente specializzati), espandendo il nostro giro d’affari 
    anche all’estero. Crede che la localizzazione geografica della sede Mer Mec abbia 
    influito nel suo sviluppo? A suo parere, se questa fosse nel Nord Italia o 
    all’estero, trovereste o avreste trovato una via più semplice e diretta 
    verso l’affermazione sul mercato italiano ed internazionale? Sicuramente al nord sarebbe stato differente, avremmo avuto un’altra 
    storia. Lei pensi che il nostro primo lavoro importante all’estero lo 
    abbiamo preso in Norvegia, e bisognava sottoporre i materiali ad un delta 
    termico molto elevato; qui a Monopoli la neve non sappiamo nemmeno che cosa 
    sia! Ci chiedevano dove avevamo la sede e noi “near the sea, in front of 
    Albania!”. A parte gli scherzi, i problemi riguardano le infrastrutture, 
    poiché qui possiamo contare ancora su un solo binario; questo significa 
    avere meno possibilità di uscire in linea per i test, che una cosa 
    assolutamente necessaria. Quali sono le strategie e i mezzi da voi adottati per penetrare i 
    mercati esteri e vincere la concorrenza locale (ad es. quando avete vinto il 
    bando per le ferrovie australiane)? Innanzitutto abbiamo sempre lavorato per sviluppare la tecnologia, e 
    infatti investiamo il 20% del fatturato in ricerca e innovazione e, in 
    particolare, puntando moltissimo nell’asset management e nello sviluppo di 
    vantaggi competitivi tecnologici. Poi lavoriamo in un processo certificato 
    di qualità: abbiamo ottenuto la certificazione ISO 9001 nel 1994, e 
    all’epoca eravamo la seconda azienda al mondo. Inoltre, credo che vinciamo 
    le gare all’estero per fattori tecnologici e di calcolo, poiché abbiamo 
    sviluppato software e algoritmi particolari che ci hanno dato vantaggio sui 
    competitor. In Italia potete contare su un rapporto privilegiato con le 
    Ferrovie dello Stato, in quanto fornitori delle autoscale per la 
    manutenzione delle linee elettriche necessarie all’alimentazione dei treni. Come avete raggiunto questo traguardo? Anche in Italia lavoriamo sull’innovazione e sulla flessibilità. Credo 
    anche che la nostra società abbia a livello nazionale credibilità e 
    affidabilità anche per il fatto di avere commesse estere molto importanti. Nella formazione del vostro know how qual è il contributo fornito in 
    termini di risorse umane e quale invece il contributo (e gli investimenti) 
    in tecnologia, ricerca e innovazione? Noi diamo una grande importanza alle risorse umane, selezionando le 
    migliori risorse a livello internazionale e privilegiando le forti 
    competenze specifiche rispetto alle attività. Qui da noi, a Monopoli, oggi 
    lavorano ingegneri da ogni parte del mondo. Può dirci come la Mer Mec si impegna per garantire la qualità e 
    mitigare l’impatto ambientale della propria produzione? Diamo grande importanza all’ambiente, infatti la certificazione 
    ambientale riguarda sia il nostro processo produttivo sia i singoli 
    prodotti, che escono dallo stabilimento quando rispondono al requisito del 
    basso impatto ambientale. Le vostre locomotive diagnostiche sono state acquistate dalle ferrovie 
    norvegesi e svizzere, mentre il Governo cinese acquisterà 
    carrozze ferroviarie per le linee del Tibet; attualmente state costruendo 
    telecamere d’avanguardia per la Stazione Spaziale Internazionale: la vostra 
    prossima sfida è davvero lo spazio? E' vero. Infatti, dopo il segnalamento e le telecomunicazioni, il settore 
    aerospaziale è quello dove, grazie alle competenze acquisite, abbiamo potuto 
    sviluppare applicazioni d’avanguardia. Tra queste, abbiamo realizzato 
    telecamere particolari destinate alla stazione Spaziale Internazionale.Un traguardo di cui, le confesso, siamo davvero orgogliosi.
 
        
      25-Feb-2006 
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