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Muji arriva in Italia

Il brand giapponese, di fama mondiale grazie ai suoi punti vendita nelle principali capitali quali Londra e Parigi, è approdato a Milano. Il marchio Muji, che significa “beni senza etichetta”, è associato al simbolo del design no logo.

di Anna Maria Pomponi


Masata Arai
Responsabile Muji Italia

Da qualche tempo è sbarcata in Italia la Muji, una delle catene di oggettistica/arredamento/
abbigliamento più diffuse nel mercato inglese e giapponese.
Sede prescelta: Milano.
Il brand nipponico dopo aver aperto il primo punto vendita in Corso Buenos Aires ha fatto il bis in Via Torino.
Il marchio giapponese, in origine era Mujirushi Ryouhin, che letteralmente significa “beni di qualità senza etichetta”, è associato al simbolo del design no-logo.

Muji si differenzia per il concept che propone, la vasta gamma di prodotti che formano quasi un lifestyle, composti da: oggetti tecnologici, accessori per uomo e donna, articoli casalinghi e di cancelleria, lettori cd da parete, abbigliamento, oggetti d’arredo e da regalo, sono pensati per offrire al cliente il massimo confort nell’utilizzo. Oltre ad essere molto belli e di classe, gli oggetti che si trovano da Muji, tendono a mettere in risalto alcuni bisogni dei consumatori moderni, come l’esigenza di relax e di protezione, proponendo loro spunti per i diversi acquisti. Chi è attratto dal prodotto raffinato, chi ne riconosce la bellezza nella sua semplicità, chi invece ne apprezza il grande valore ecologico.
Lo store riflette la filosofia del marchio, che è quella della semplicità ed eleganza: materiali naturali e spesso riciclati, tinte sobrie, scaffali grafici in ferro nero, rigorosità giapponese. “Eliminando il superfluo e catturando l’essenza dell’oggetto”,come spiega ad Eccellere Masata Arai, responsabile Muji Italia.

Come è nata l’idea di creare una catena di negozi no-logo?
Inizialmente era un progetto nato all’interno di una catena di negozi giapponese SEIYU per creare linee di articoli da contrapporre alle grandi marche.
Questo perché si era notato negli anni 80 la gente tendeva ad acquistare in massa il marchio e non l’articolo. Così si è cercato di creare vari generi di articoli che valessero davvero per ciò che erano e non per il marchio che riportavano.

In che modo il brand nipponico, nato come il regno del prodotto funzionale, ora è diventato una sorta di griff ricercata?
Probabilmente perché unendo funzionalità e praticità con un design semplice permette ai prodotti di non seguire la moda del momento ma di essere sempre prodotti originali.

Quali sono state le principali difficoltà incontrate in Europa/Italia e quali i maggiori successi?
La burocrazia, le file agli sportelli che sono sempre chissà perché quelli sbagliati e te lo dicono dopo due ore, informazioni a puzzle ecc.ecc. I maggiori successi direi che sono l’alto gradimento dei clienti italiani verso i nostri prodotti.

Come mai la Muji ha deciso di approdare anche in Italia e come location prescelta Milano?
In Italia perché è il centro della moda e del design e Milano perché è una città internazionale, dove si possono mischiare, più che altrove, molte culture/usanze/conoscenza e perché ovviamente è una città sempre in movimento.

Quali sono le prossime sfide che affronterà la Muji?
Per quanto riguarda la Muji Italia ovviamente cercheremo di ampliare i nostri punti vendita anche su altre città e rendere operativo quanto prima il servizio di shopping on line. Per quanto riguarda invece la Muji in generale la nostra sfida resta sempre quella di migliorare i nostri articoli in modo da soddisfare sempre meglio i nostri clienti.

17-Ott-2007

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