| Le sfide di Renault: alla conquista dei mercati 
		con veicoli ecologici, economici ed innovativiAndrea Baracco, Direttore Comunicazione di 
		Renault Italia, spiega ad Eccellere su quali leve strategiche lo storico 
		marchio francese poggerà per consolidare i successi e raggiungere gli 
		ambiziosi traguardi per il futuro. di 
		Elisa Scarcella 
	 
			Il primo modello Renault risale alla fine del secolo scorso, al 1898, 
	quando il marchio aveva il nome di Société Renault Frères, creata 
	ufficialmente solo il 15 febbraio 1899 da Luis, Marcel e Fernand Renault. In 
	oltre un secolo di storia, numerosi sono i traguardi raggiunti, ma molte 
	anche le sfide affrontate, come la concorrenza di Citroen e Peugeot.
				| 
				
				 Andrea Baracco,
 Direttore Comunicazione
 di Renault Italia
 
 |  Dottor Baracco, la storia di Reanult è caratterizzata dal 
	raggiungimento di notevoli traguardi: l’introduzione agli inizi del 900 del 
	taylorismo nelle sue fabbriche, la produzione nel 1947 della prima "piccola 
	automobile per tutti", la 4 CV, e negli ani 90 la rivoluzione della "qualità 
	totale", con una progettazione attenta anche all’ecologia. Possiamo dunque 
	dire che l’innovazione sia parte del vostro DNA. In effetti, sì. Pensiamo ad esempio alla rivoluzione dell’Espace datata 
	1984, che ha creato un nuovo segmento di mercato, quello dei monovolume, e, 
	a seguire della Scenic, anch’essa creatrice di una nicchia di mercato. Per 
	quanto riguarda la qualità, la sfida, partita all’inizio degli anni 2000, 
	riguarda tutte le fasi del ciclo di progettazione, costruzione e 
	commercializzazione del veicolo. La New Laguna è l'emblema di questo sforzo 
	pluriennale che oggi sta portando i primi risultati; una vettura per la 
	quale si è investito 1 milione di euro e che ha permesso di applicare al 
	progetto tutte le innovazione e le esperienze capitalizzate dagli errori del 
	passato.  L’Alleanza Renault-Nissan costituisce oggi il quarto attore mondiale 
	per volumi di produzione dietro a General Motors, Ford e Toyota. Quali sono 
	le leve strategiche che hanno portato al raggiungimento di questo successo e 
	come avviene la comunicazione dei diversi brand?  Renault e Nissan sono l’unico caso di alleanza a 360° che ha riscosso 
	successo nel mondo dell’auto, laddove molte joint venture sono venute meno, 
	e questo grazie ad alcune importanti linee guida. Dal punto di vista 
	commerciale, i marchi sono completamente liberi ed ognuno deve tutelare la 
	propria immagine ed il proprio posizionamento; la strategia di comunicazione 
	è infatti unica ma declinata in modi differenti a seconda della cultura 
	della nazione, del posizionamento nostro e degli altri brand sul mercato e 
	del percepito dei clienti, seguendo il motto “Think global act local”. 
	Invece grandi sinergie si possono creare dal punto di vista delle 
	piattaforme, dei motori, dei cambi e delle esperienze tecnologiche anche sui 
	nuovi carburanti, come i nuovi motori a gasolio 2.0 presenti su numerosi 
	modelli di entrambi i marchi. In tal modo si creano economie di scala molto 
	importanti che ci permettono di essere competitivi anche in termini di 
	costi, potendo contare su dei livelli di produzione molto elevati.  Con l’Alleanza e l’acquisizione di Samsung Motors e di Dacia, Renault 
	ha dato un forte impulso non solo alla redditività, ma anche 
	all’internazionalizzazione del Gruppo. Quali sono i prossimi obiettivi di 
	espansione sul mercato internazionale ed i mercati verso cui punta Renault? La strategia è molto semplice ed è quella di poter essere presente su 
	tutto il mondo con differenti marchi che possono mettere in comune le 
	singole esperienze tecnologiche ed industriali. In tal senso il marchio 
	Dacia è un brand di conquista per i mercati emergenti e emblema delle 
	vetture low cost per i mercati maturi come quelli europei, mentre Samsung ci 
	permette di presidiare un mercato particolare come quello asiatico. Ma la 
	vera forza sta nella possibilità di gestire progetti trasversali, come 
	avviene con il nuovo Crossover Koleos, un progetto elaborato dal centro 
	stile Renault, su una piattaforma Renault con una trasmissione 4x4 di 
	derivazione Nissan, prodotto in uno stabilimento Samsung e progettato dai 
	tecnici Nissan.  Con il lancio del marchio Renault eco² , Renault ha annunciato 
	pubblicamente il proprio impegno a proporre veicoli ecologici ed economici. 
	Quali sono gli obiettivi ambientali che Renault intende raggiungere e con 
	quali strategie intende perseguirli? Renault ha dichiarato in maniera chiara e diretta il proprio impegno dare 
	delle risposte concrete ai problemi ambientali e lo ha fatto per prima tra 
	tutti i costruttori generalisti, con il programma “Eco2”, che prende in 
	considerazione tutto il ciclo di vita del prodotto: dal momento della sua 
	progettazione alle fabbriche dove sarà prodotto alla sua valorizzazione una 
	volta che avrà terminato il suo utilizzo. Per essere “Eco2”, i nostri 
	veicoli devono: emettere meno di 140 gr/km di CO2 od essere alimentati con 
	biocarburanti, essere fabbricati in stabilimenti certificati 1400, essere 
	valorizzabili al 95% e contenere una quantità di materiali riciclati in 
	misura non inferiore al 5%. Abbiamo previsto che all’interno di tutte le 
	gamme dei nostri prodotti ( un buon esempio è quello di New Laguna), anche 
	quelli dei segmenti premium, ci sia un modello in grado di soddisfare questi 
	parametri, un risultato ottenuto non attraverso la creazione di costose auto 
	ibride, ma ottimizzando trazioni già esistenti, in modo da renderle più 
	amiche dell’ambiente. In più stiamo lavorando attivamente sul veicolo 
	elettrico per permettere una mobilità cittadina veramente ad impatto zero.
	 Con il piano di crescita “Renault Contrat 2009” Renault dichiara di 
	identificare la propria strategia nella crescita profittevole e di porsi 
	l’impegno di garantire la soddisfazione dei clienti e la qualità dei 
	prodotti offerti. Può chiarire meglio questi obiettivi? Essere competitivi oggi richiede molti investimenti, e per poterli 
	sopportare bisogna essere profittevoli. Vendere a margine zero non permette 
	alle aziende di poter avere un futuro. Basta guardarsi intorno per vedere la 
	crisi dei grandi marchi americani o anche, fino a poco tempo fa, dei marchi 
	italiani per capire come sia necessario avere un margine operativo positivo, 
	dei clienti soddisfatti ed dei volumi in crescita per poter affrontare il 
	futuro ed una competizione sempre più serrata e che si gioca su uno scenario 
	mondo. Direi che è terminata un’era, l’era in cui i mercati si misuravano a 
	quote di mercato. Oggi i mercati si misurano a redditività.  Renault è vincitore di due titoli di campione del mondo F1, nel 2005 e 
	nel 2006. Può spiegarci quale impatto hanno avuto i successi ottenuti in F1 
	sulla notorietà e la credibilità della marca Renault e quanto Renault riesca 
	a riprodurre in tutte le sue attività l’eccellenza ottenuta in pista? La F1 è un acceleratore di notorietà incredibile in tutti i mercati 
	emergenti ed è questa la ragione strategica per la quale Renault ha scelto 
	di essere protagonista fino al 2012 di questo mondo. E come Renault, anche 
	altri costruttori come BMW, Toyota, Honda, Mercedes. Alcune esperienze 
	aerodinamiche possono essere adottate su vetture di larga produzione: si 
	pensi ad esempio alla Clio RS che sfrutta questo know how per l’estrattore 
	d’aria posteriore e le prese d’aria integrate nei parafanghi anteriori. 
	Piccoli accorgimenti che permettono però di dare grandi emozioni e chi guida 
	tutti i giorni.  Può spiegarci qual è il ruolo che attribuisce Renault alle risorse 
	umane nella progettazione, produzione e commercializzazione dei propri 
	veicoli? Come viene definito e seguito il contributo dei lavoratori Renault 
	nello scenario attuale?  Quando sono entrato a far parte di Renault ho trovato una forte 
	attenzione verso le risorse umane che sono ritenute davvero il valore 
	aggiunto capace di fare la differenza in tutti gli ambiti manageriali. 
	Parlerei di entusiasmo, di condivisione dei valori, di un’attenzione anche 
	alla comunicazione interna, consci che il convincimento di chi lavora in 
	azienda è la miglior leva per ottenere grandi risultati. Ingenti sono le 
	risorse impegnate per la valorizzazione del lavoro delle 123.000 persone che 
	quotidianamente lavorano per Renault nel mondo.  Qual è invece il ruolo del management nella comunicazione di Renault?
	 Il ruolo del management è quello di armonizzare tutte le forme di 
	comunicazione (Relazioni Esterne, advertising, CRM) in modo che possano 
	lavorare in maniera integrata e coerente tra loro. Ad esempio per il lancio 
	sul mercato italiano della Dacia Logan MCV - un caso di successo con le 
	oltre 6300 vetture vendute in un anno, con un investimento in comunicazione 
	inferiore al milione di euro - abbiamo ribaltato i modi di lavorare 
	tradizionali, dando molto spazio alle PR per creare un posizionamento nuovo 
	-  “la prima auto low-cost” -, raccontando il prodotto attraverso i 
	media - sia economici che lifestyle - e facendo in modo che potesse essere 
	ben spiegato, valorizzando i plus veri del prodotto. Solo successivamente si 
	è attivato un budget pubblicitario contenuto ma molto mirato. Per fare 
	questo siamo diventati protagonisti del mondo low-cost promuovendo convegni 
	e ricerche di mercato, creando eventi in sinergia con altri brand affermati 
	protagonisti dell’acquisto intelligente come Ikea.Anche il CRM è stato sinergico ed oggi possiamo dire con orgoglio che gli 
	acquirenti di Dacia Logan sono diventati addirittura una community con tanto 
	di raduni e newsletter!
 
 19-Gen-2008 
      © 2008 - Eccellere - Business Community 
        |