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Innovare, collaborare, comunicare: tre parole magiche per cambiare il mondo

Nuovi approcci per far emergere nelle organizzazioni reti innovative di tipo collaborativo che utilizzando tecnologie all’avanguardia e operando in modo collaborativo raggiungono obiettivi comuni - innovazione e cambiamento - attraverso la condivisione di idee, di informazioni e di lavoro.

di Carlo Mazzucchelli

Il contesto di riferimento

Da vero innovatore, Kevin Kelly anticipava molti anni fa, nei suoi libri "Out of Control" e "Nuove regole per un mondo nuovo", alcuni fenomeni sociali che hanno poi determinato il il nostro mondo interconnesso, reticolare e basato sulla comunicazione. L’autore delineava una società ed una economia dominate dalla logica delle reti, descrivendo nuovi principi e paradigmi e introducendo la metafora dello sciame per spiegare come una miriade di elementi ‘stupidi’, collegati tra loro, potesse dare forma ad una ragnatela complessa dotata di un potere molto più grande della somma delle parti che la compongono.

La metafora dello sciame è stata ripresa a più riprese da vari studiosi (Howard Rheingold in "Smart Mobs" ad esempio) per analizzare come la rete e le nuove tecnologie senza fili, abbiano dato luogo a nuove rivoluzioni sociali e grandi innovazioni e a nuove forme di intelligenza e di conoscenza diffuse.

L’incontro tra le nuove tecnologie e la tendenza umana a socializzare fornisce oggi agli individui l’opportunità di fare cose nuove insieme collaborando su una scala e in modi fino ad oggi impensabili e di manifestare e far emergere le loro doti creative e innovative. Internet, le nuove tecnologie mobili e senza fili hanno permesso alle persone di agire insieme con modalità inedite. La convergenza tecnologica ha consentito di dare nuove risposte a domande antiche sul come permettere a individui in concorrenza tra loro di lavorare insieme e di apprendere come farlo.

Recentemente la metafora dello sciame è stata ripresa da Peter A. Gloor nel suo libro "Swarm Creativity". Pubblicato nel 2006 il libro analizza il fenomeno delle reti innovative di tipo collaborativo all’interno di aziende e di organizzazioni. Le tre parole magiche utilizzate dall’autore sono innovazione, creatività e collaborazione, tre parole che possono servire a interpretare realtà sociali, economiche, politiche e personali emergenti.

Capacità di innovazione e creatività sono qualità altamente ricercate da organizzazioni e aziende che operano in un mercato dinamico ed in costante evoluzione. Si tratta di organizzazioni caratterizzate da reti di relazioni complesse e paritarie fondate sullo scambio e la condivisione e che assumono forme estese ed integrate di veri e propri ecosistemi. In queste reti molti attori, siano essi dipendenti, clienti, consumatori ecc. assumono un ruolo sempre più interattivo e proattivo dando forma a nuovi modelli e realtà che si autoproducono e che generano cambiamenti profondi nelle tecniche di marketing, nelle attività di ricerca e sviluppo, negli uffici acquisti, nella gestione delle risorse umane ecc.

Fattori vincenti per la competitività e lo sviluppo sono in questo scenario la capacità di innovare in modo continuativo per favorire un cambiamento permanente, ma anche la capacità creativa delle persone coinvolte nel processo di innovazione. Innovazione e creatività sono in genere espresse all’interno delle organizzazioni da individui creativi, organizzati in reti o comunità, in grado di auto-organizzare se stessi, di sviluppare nuove idee e progetti, e di farlo perché innamorati di queste idee e fortemente coinvolti anche emotivamente. Questi individui fanno solitamente comunità creando reti sociali di tipo collaborativo e coinvolgendo spesso anche persone che operano al di fuori dei confini aziendali.

La creatività emerge dalle interrelazioni dei nodi di reti innovative e collaborative

Il ruolo di reti innovative di tipo collaborativo è fondamentale nel far emergere la creatività individuale. La creatività non è infatti una dote o caratteristica personale, ma qualcosa che in genere non abbiamo e che si manifesta proprio nel momento in cui diventiamo creativi sfidando l’ilarità o la sorpresa di molti, dicendo o facendo cose che fino a quel momento nessuno aveva avuto il coraggio di fare. Cercando di essere creativi per forza si finisce spesso per generare banalità, al contrario un pensiero creativo trova spazio e si manifesta proprio mentre la nostra mente è già impegnata in qualcos’altro. La creatività si manifesta spesso all’interno di gruppi di persone impegnate a discutere o dialogare tra loro. Accade quando cose diverse e ‘inattese’ trovano un percorso comune su cui convergere e interagire.

Innovazione come forza di cambiamento

L’innovazione si manifesta come forza di semplice cambiamento di ciò che già esiste o come forza distruttiva. La rivoluzione introdotta da Wal Mart nel mondo della grande distribuzione attraverso un utilizzo diverso e innovativo delle tecnologie dell’informazione è un esempio di innovazione come semplice cambiamento. Il world wide web, Linux, ma anche l’invenzione dell’aeroplano, della ferrovia ecc., sono invece innovazioni che hanno cambiato radicalmente l’esistente introducendo veri e propri salti di paradigma e generazionali. Le innovazioni distruttive vengono solitamente concepite al di fuori dei confini istituzionali di una organizzazione e, se avvengono all’interno di un’azienda, raramente sono allineate alle strategie del momento o ricevono l’approvazione della gerarchia dell’organizzazione.

La collaborazione di massa che sta cambiando il mondo (Wikinomics)

Il collante e l’elemento determinante per ambienti votati alla innovazione e alla creatività sono la collaborazione e la capacità da parte dei suoi protagonisti di confrontarsi con gli altri con generosità, apertura mentale e disponibilità a mettere a disposizione gratuitamente nuove idee e impegno personale.
Il concetto di reti innovative di tipo collaborativo non è più attribuito soltanto alla generazione di nuove idee e allo sviluppo di nuovi prodotti ma viene oggi percepito come applicabile ai modelli di business. Non è un caso che alcune tra le aziende più innovative abbiano puntato e investito molto sulla costituzione di reti innovative di tipo collaborativo. Un esempio di quanto la collaborazione possa determinare il successo di un progetto è Wikipedia, un’enciclopedia online che uno ‘sciame’ di persone contribuisce a redigere, modificare ed arricchire.

Comunità collaborative e loro benefici

Le comunità collaborative all’interno delle aziende hanno dimostrato la loro validità in ambiti diversi quali l’ottimizzazione della forza vendita, ricerca e sviluppo, fusioni e acquisizioni, sviluppo software e sviluppo nuovi prodotti. Aziende apripista sono state DaimlerChrysler con il suo progetto Enterprise (e3), UBS, Novartis, Intel, Deloitte, HP e IBM. I benefici derivanti da reti innovative di tipo collaborativo sono molteplici: una organizzazione in grado di far emergere creatività e innovazione diventa per più agile e preparata a reagire rapidamente ai cambiamenti, ricca di conoscenza, predisposta a scoprire opportunità di business nascoste, capace di creare nuove sinergie tra le risorse disponibili e ambienti di lavoro più piacevoli e infine di ridurre costi e time to market.

Queste reti producono benefici tangibili anche per gli individui che vi partecipano: riconoscimento, reputazione, stima ma anche nuovi legami sociali e relazionali che garantiscono accesso diretto a nuove conoscenze e informazioni critiche per il lavoro svolto, nuove e più durature relazioni con personalità carismatiche e leader nell’organizzazione, possibilità di apprendimento continuo, e di promuovere meglio se stessi.

Il nuovo mondo dell’impresa collaborativa

Le reti innovative di tipo collaborativo, le conoscenze e le relazioni da esse rappresentate costituiscono il sistema nervoso delle aziende. La sfida è di riuscire a ottimizzare questo flusso, coordinare processi innovativi caratterizzati da forme di conoscenza non strutturata finalizzandoli alla costruzione di comunità collaborative in grado di favorire creatività, innovazione e disponibilità al cambiamento. Per favorire il passaggio a comunità collaborative l’organizzazione deve cedere parte del suo controllo e potere centralizzato in favore di comunità auto-organizzantesi, deve sviluppare nuovi codici di comportamento organizzativo, favorire il social networking e la fiducia reciproca. L’innovazione è sempre più cruciale per il successo futuro e le comunità collaborative sono l’infrastruttura e il motore più adeguato per guidare l’innovazione.

Una comunità collaborativa ha un DNA caratterizzato dalla presenza di learning networks, è caratterizzata da una auto-organizzazione di tipo virtuale, fa uso di Internet per collegare tra loro i membri della comunità mettendo a loro disposizione strumenti di comunicazione che saltano gerarchie e percorsi comunicativi obbligati lasciando libertà di comunicazione tra i membri. Queste comunità sono fortemente motivate, con individui che lavorano insieme per obiettivi condivisi e non per obbedire a ordini superiori o a imposizioni gerarchiche, nascono e si auto-alimentano intorno ad un’idea, al di fuori di confini e vincoli aziendali e in modo trasversale rispetto a gerarchie e architetture organizzative convenzionali. La struttura può apparire caotica, come quella di un formicaio, in realtà sono comunità altamente produttive perché ogni membro conosce intuitivamente cosa deve fare e cosa la comunità si attende dal suo comportamento. La creatività si manifesta in gruppo: l’intero è sempre maggiore della somma dei suoi componenti.

Le persone che costituiscono queste reti condividono la stessa visione, non necessariamente le stesse mura, sviluppano una loro gerarchia basata sulle competenze, le conoscenze e i contributi personali e non ricercano gratificazioni di tipo monetario trovando appagamento nel partecipare alla realizzazione di una meta condivisa e comune. La partecipazione è volontaria, la comunicazione è onesta, aderente ai fatti, obiettiva, collegata alla vita reale e sempre contestualizzata. La struttura di rete è quella tipica da ‘piccolo mondo’ nella quale ogni membro può essere raggiunto rapidamente perché pochi sono i gradi di separazione che lo dividono dagli altri. Il pattern comportamentale dei singoli è caratterizzato da elevata interattività e connettività e elevato grado di condivisione delle conoscenze. Il tao di queste comunità è caratterizzato da un comportamento altruistico, compassione per i membri della comunità, moderazione e umiltà da parte dei leader. Meritocrazia, trasparenza e consistenza sono i caratteri di queste reti innovative. Meritocrazia come estensione della reciprocità basata sull’idea che ogni persona debba essere trattata in modo equo. Trasparenza come esplicitazione delle regole di funzionamento, dei ruoli e delle responsabilità. Consistenza come coerenza nell’osservare le regole della comunità.

Le reti innovative evolvono su percorsi che vedono piccoli gruppi di individui aggregarsi sulla base di nuove idee e molto entusiasmo, il gruppo allargarsi grazie alla collaborazione e alla comunicazione per rendere le novità conosciute e condivise. Internet ha reso la collaborazione e la comunicazione molto più veloci e l’innovazione può trovare strade nuove in modo istantaneo, disseminarsi e contribuire alla creazione di nuove idee in un battito d’ali.

Le aziende possono oggi favorire il formarsi di reti innovative di tipo collaborativo, studiare e analizzare la loro organizzazione alla scoperta dell’esistenza emergente di reti di questo tipo. La cosa è resa possibile da strumenti software in grado di leggere i flussi comunicazionali e relazionali che caratterizzano queste comunità visualizzandone pattern, proprietà correnti e la loro evoluzione nel tempo.

26-Ago-2007

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