Costagroup: con il co-marketing, noi vestiamo il 
		cibo
    Comunicare sempre significa stringere 
	accordi di partnership con altre aziende. Franco Costa, Amministratore 
	Delegato di Costagroup, spiega ad Eccellere come si valorizza la propria 
	nicchia attraverso iniziative con i settori più diversi. Da Fiat a Giovanni 
	Rana... 
	di 
	Enrico Ratto 
	
		
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			Franco Costa, 
			Amministratore Delegato di Costagroup  | 
		 
	 
	Costagroup è tra i più originali e dinamici produttori al mondo di 
	arredamento per punti di ristoro: bar, aeroporti, caffé di lusso, punti 
	vendita food. Tutto è iniziato dal pane, e da un piccolo paese in provincia 
	di La Spezia. Due fratelli, Franco e Sandro Costa pensano che il cibo debba 
	essere vestito, che l’arredamento debba essere fatto su misura come un 
	abito. 
	In vent’anni di attività il loro fatturato oggi ha toccato i diciotto 
	milioni di Euro per venti locali consegnati ogni mese. Clienti come Fiat, 
	Autogrill, Giovanni Rana, hanno portato Costagroup dall’essere un’azienda, 
	un fornitore, allo status di “brand” in grado di esprimere emozione, 
	italianità e originalità. 
	La loro attenzione alla comunicazione si rivela in ogni intervento pubblico, 
	in ogni fiera di settore, in ogni momento della vita aziendale. Comunicare 
	sempre, è la loro filosofia, e lavorare sulle partnership con altre aziende: 
	fare co-marketing. 
	“Il co-marketing fa parte del mio DNA” dice Franco Costa “se gli italiani, 
	con le loro piccole imprese, non fanno squadra, non riusciranno mai a 
	valorizzare quello che hanno da dare al mercato. Gli italiani sono bravi nel 
	creare, nel fare atmosfera, bisogna farlo insieme...” 
	E Costagroup, per esempio, verso quali settori ha attivato politiche di 
	co-marketing?   
	Abbiamo moltissime iniziative in atto. Nei settori e con i marchi più 
	diversi, addirittura con San Patrignano. Un altro esempio è Fiat con il 
	progetto Fiat Playa. Oppure La Stampa, Orogel, Bose, Giovanni Rana. Diciamo 
	che per ogni fiera a cui partecipiamo, stringiamo anche dieci partnership, e 
	partecipiamo ad una fiera internazionale in media ogni mese e mezzo.  
	Una delle filosofie della vostra azienda è “comunicare sempre”. In che 
	modo fare co-marketing significa comunicare?   
	Fare co-marketing, per noi, significa creare atmosfera. Cerchiamo partner 
	che creino atmosfera intorno al nostro marchio, e siamo cercati da aziende 
	che necessitano, appunto, di atmosfera per il loro brand. Il co-marketing è 
	comunicazione in quanto, quando due marchi si affiancano per un’iniziativa, 
	un’esposizione, il numero di persone raggiunto è superiore, e si attiva il 
	cosiddetto concetto della spugna: entrambi i marchi ricevono e danno al 
	tempo stesso.  
	Fare co-marketing significa legarsi ad aziende, a brand, con cui è 
	necessario condividere una certa filosofia, un certo approccio al pubblico, 
	al mercato? Oppure questo è un aspetto secondario?   
	Il fatto prioritario è far funzionare la comunicazione, e per noi 
	comunicare significa sincerità e genuinità. Se ci sono questi elementi, la 
	comunicazione funziona. Se diciamo che un tale brand è il migliore per un 
	certo segmento di mercato, dobbiamo esserne convinti. Dobbiamo sempre essere 
	convinti di ciò che comunichiamo, e quindi dei marchi a cui ci affianchiamo. 
	E credo valga la stessa cosa per loro.  
	Intorno a quali concetti si sviluppa un’azione di co-marketing per 
	Costagroup?   
	Noi abbiamo un vantaggio: vestiamo il cibo. E il cibo, in questo mondo, è 
	ovunque. Arrediamo aree destinate ad ospitare il cibo, e crediamo che il 
	cibo debba essere il protagonista, prima dell’arredo. Se l’arredo diventa 
	protagonista, significa che abbiamo sbagliato qualcosa. Detto questo, il 
	nostro vantaggio è che nel cibo si trova il piacere dello star bene insieme, 
	dunque sono molte le marche che ci chiedono di partecipare al loro stand, 
	per esempio, per far star bene insieme le persone. Anche un’auto, se 
	coinvolti, si vende meglio. E lo stesso vale per il nostro settore: uno 
	stand dove si vendono solo mobili, sarebbe freddissimo.  
	I brand a cui vi legate sono trasversali a molti settori… 
	Sì, proprio perché il cibo è qualcosa che può essere ovunque, e funziona 
	sempre. Credo che oggi sia necessario contaminare, nei settori merceologici 
	e negli stili. Puoi fare il ristorante più bello del mondo, ma se lo 
	facciamo trasversalmente, coinvolgiamo il mondo dell’auto, dell’arte, allora 
	il risultato sarà decisamente superiore.  
	E’ fondamentale, per un’azienda, non isolarsi…   
	Credo sia importante stringere rapporti e partecipare ad eventi anche con 
	settori molto diversi e distanti. Oggi nessuna nicchia sopravvive solo su se 
	stessa, nemmeno l’arte. 
	15-Mar-2008 
      
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