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Franchising, attrazione fatale!

In un momento in cui si parla tanto di internazionalizzazione d’impresa, il franchising offre interessanti opportunità di investimento all’estero con rischi limitati.

di Rosvanna Lattarulo

Gli imprenditori italiani guardano al franchising come una strada interessante per creare nuovo valore, ma soprattutto per accrescere il fatturato dell’azienda. I vantaggi sono concreti e sono tanti coloro che, o con un’attività già avviata o con il sogno di un’attività propria nel cassetto, ricorrono a questa formula.
I numeri sono molto interessanti: nell'ultimo anno, infatti, secondo le stime Assofranchising, nel nostro Paese è cresciuto sia il giro d'affari (+7%) che il personale impiegato nelle reti di franchising (+1%), raggiungendo un numero di circa 120mila addetti impiegati in 45mila punti vendita appartenenti a 722 insegne diverse.
Alla base di questo successo c’è sicuramente la consapevolezza che aprire un negozio in franchising consente di accedere ad un ricco patrimonio (promozioni, scelte sui prodotti, il lancio di nuove marche, ecc.) e contemporaneamente permette di sopportare costi, e dunque anche rischi imprenditoriali, inferiori. Il tasso medio di chiusura dei punti vendita in franchising è del 2%, mentre i valori medi registrati nell’ambito del commercio indipendente si attestano intorno all'8%.

Cosa fare per diventare franchisee? Il primo step è quello di individuare la catena alla quale si intende affiliarsi. Le caratteristiche richieste sono poche: buona volontà, disposizione al lavoro, qualche investimento iniziale, un profilo professionale di medio livello.
Tanti ragazzi hanno già compiuto questa scelta, con risultati interessanti. Il primo negozio al mondo mail boxes è gestito da un trentacinquenne di Pesaro che dopo lunghi anni dedicati al mondo dello sport è passato con altrettanto savoir faire al mondo della logistica.

I brand a cui richiedere l’affiliazione sono tanti e appartengono ai più diversi settori: magazzini, alimentari, abbigliamento, agenzie immobiliari e di viaggio ed abbigliamento intimo, telefonia ed Internet. In questi ultimi due settori negli ultimi anni, si è registrato un vero e proprio boom; l’occupazione è diventata sempre più stabile e il turnover ha visto un deciso calo.

Un’ultima considerazione sul franchising: a dare un forte impulso probabilmente è stata la recente normativa emanata in materia di affiliazione commerciale (legge 6 maggio 2004 n.129 e decreto 2 settembre 2005 n.204) che ha inteso regolamentare il rapporto tra le parti, franchisor e franchisee, offrendo nuove garanzie alla parte considerata la più debole della catena, quella dei negozianti.

In un momento in cui si parla tanto di internazionalizzazione d’impresa vi sono franchisor come Tecnocasa, Mail Boxes e Calzedonia che hanno già sviluppato una buona rete all’estero ed offrono ghiotte opportunità di investire all’estero con rischi limitati.
Perchè aspettare ancora?

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