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Investire in Turchia: una scelta strategica

L’Italia rappresenta il terzo partner commerciale della Turchia: secondo dati ICE, a fine 2007 le imprese italiane presenti con investimenti diretti erano circa 600. Gli elementi di attrattività e le potenzialità del mercato turco in un’intervista a Tiziano Furlan, vicepresidente di MDA Consulting.

di Christian Piccardo
 


Tiziano Furlan
Vicepresidente di
MDA Consulting.

Dott. Furlan qual è il suo giudizio circa il business environment turco?

Certamente molto positivo. È un mercato dinamico in forte espansione con una buona attitudine imprenditoriale da parte dei giovani manager turchi.

Quali sono i settori di maggior interesse per le PMI italiane e quali le tipologie di investimento maggiormente incentivate dal Governo di Ankara?

Il settore automotive è sicuramente molto interessante poiché giovane e con dei tassi di crescita impressionanti, anche la meccanica e la meccanica di precisione sono molto interessanti per il mercato italiano. Il tradizionale settore del tessile e abbigliamento sta soffrendo un profondo processo di ristrutturazione provocato dalla concorrenza asiatica a basso costo. Altro settore molto forte, e compatibile con le eccellenze italiane, è l’agroalimentare. Gli storici rapporti d’affari tra Italia e Turchia hanno portato ad un parallelismo anche dal punto di vista dello sviluppo economico, tale per cui i maggiori settori industriali e commerciali italiani corrispondono a quelli turchi. L’Italia deve guardare alla Turchia sia per vendere che acquistare merce. I turchi, grazie alle profonde somiglianze culturali, posso diventare ottimi partner in acquisizioni e joint venture.
La Turchia offre anche giuste opportunità di nicchia per chi le sa cogliere. La Turchia, nell’ottica di diventare membro dell’Unione Europea, sta promuovendo progetti e disponendo incentivi fiscali e accordi quadro soprattutto per il settore delle energie rinnovabili.

Quali sono i principali ostacoli da superare per una efficace internazionalizzazione produttiva in Turchia?

Quelli che si affronterebbero in qualsiasi processo di internazionalizzazione. La maggiore attenzione deve essere riposta nella scelta delle risorse umane: questa la chiave del successo. Attenzione agli aspetti “culturali” e rispetto della realtà nazionale turca devono essere tenuti in considerazione.

Veniamo al Made in Italy e all’internazionalizzazione commerciale: qual è il livello di propensione al consumo nel Paese? Come vengono percepiti marchi e aziende italiane presenti in Turchia?

L’età media della popolazione turca si aggira intorno ai 29 anni (l’Italia 42) e come tutti i paesi molto giovani ha una forte propensione al consumo di beni di prima necessità, ma soprattutto quelli voluttuari. I prodotti italiani, insieme a quelli tedeschi (ma solo per meccanica e automotive) sono in cima alla lista dei desideri dei consumatori turchi.

Investire in Turchia significa anche puntare su un’area cruciale per entrare nei mercati di Medio Oriente, Caucaso e Asia Centrale: anche il recente “Rapporto 2020” promosso dal nostro Ministero degli Affari Esteri sottolinea il ruolo chiave della Turchia...

È un ruolo chiave che non si scopre solo adesso. La Turchia è sempre stata al centro di un’ area di forte importanza strategico–commerciale. Il “Rapporto 2020” parla di quanto sia cresciuto il peso della Turchia a livello internazionale, e di quanto sia fondamentale nella gestione della questione islamica alla luce delle nuove dinamiche della globalizzazione. La caduta dell’impero russo ha poi liberato energie fortissime e la Turchia grazie alla lingua condivisa con una grossa parte della popolazione è al centro di un’area turcofona di grandissimo interesse. Non dimentichiamo che la Cina occidentale parla lingue turche.

Quando nasce MDA consulting e quali servizi offre alle imprese interessate all’internazionalizzazione?

Nasce nel 1991 con i servizi “tradizionali” di finanza, controllo di gestione, tutoring per le imprese per prepararle all’ingresso di capitali di rischio. Il servizio di consulenza sulle strategie di internazionalizzazione è più recente, ma è ormai diventato predominante. Le società si rivolgono a noi per essere portate all’estero in modo sicuro. Il processo di internazionalizzazione deve essere progettato su misura sulla PMI italiana, è per questo che si parte da una verifica molto accurata della realtà societaria e solo quando questa avrà tutti i requisiti per muoversi all’estero. La preparazione delle risorse umane è la parte cruciale di questo cammino di preparazione. Talvolta l’etica professionale ci costringere a chiudere un rapporto con un cliente perché ritenuto non pronto ad “entrare in campo”, o restio a cambiamenti che lo preparino ad attività di internazionalizzazione adeguate.

MDA consulting ha avviato una collaborazione con l’Italian Center for Turkish Studies: quali gli obiettivi della partnership?

Divulgare conoscenza sui processi di internazionalizzazione. Sono cruciali e indispensabili per uno sviluppo rapido e vincente di un’azienda.
Con ICTS stiamo cercando di sviluppare delle sinergie per diventare un punto di riferimento importante e autorevole per tutto ciò che riguarda la questione turca.
MDA Consulting si occupa di spiegare aspetti di economia che riguardano il Paese: come tutti i collaboratori di ICTS, cerchiamo di mettere in risalto le relazioni tra Italia e Turchia. MDA Consulting, con il suo ufficio a Istanbul, riesce quindi a soddisfare questa richiesta offrendo una completa visione di insieme.
L’Italian Center for Turkish Studies nasce per occuparsi degli aspetti politici e delle analisi delle strategie diplomatiche, ma si avvale della collaborazione di altri importanti professionisti autorevoli che conoscono il mondo italiano e turco in profondità.

11-Mag-2008

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