| Trading UP – La rivoluzione del lusso 
      accessibiledi
      Gianluigi Zarantonello "Trading Up: The New American Luxury" è un 
      libro pubblicato negli USA nell'ottobre 2003 da Michael Silverstein e Neil 
      Fiske, entrambi provenienti dalla Boston Consulting Group. E' stato 
      pubblicato in lingua italiana dalla ETAS nel 2004 con sottotitolo "La 
      rivoluzione del lusso accessibile". 
       Il 
      libro ha suscitato molto interesse nel mondo del marketing, specie negli 
      USA, paese dove le tendenze descritte nel volume sono già pienamente 
      presenti e in atto. Oggi infatti il rapporto tra consumatori e 
      prodotti si è fatto sempre più complesso e per questo i produttori di beni 
      devono studiare sempre nuove strategie a livello di valenze tangibili ed 
      intangibili per poter vincere la competizione in un mercato dove ormai 
      l’offerta supera largamente la domanda. In questo contesto alcuni prodotti, appartenenti 
      ai settori più disparati, riescono a spuntare un premium price 
      superiore agli altri concorrenti. Come fanno? Silverstein e Fiske provano a spiegarlo per mezzo 
      di un modello che è il focus teorico del libro, ossia il "nuovo lusso". 
      Il punto di partenza dei due autori è dato dall'osservazione che i 
      consumatori americani dei segmenti intermedi tendono a "spostarsi verso 
      l'alto", pagando dei premium price per determinate tipologie di beni, 
      definiti il "nuovo lusso". L’idea classica di lusso è quella di un prodotto 
      elitario, inaccessibile ai più, connesso con la dimostrazione del proprio 
      status sociale. Se si consulta infatti il Grande Dizionario della 
      Lingua Italiana Garzanti alla voce "lusso" si trova scritto "ogni cosa che 
      costa molto in proporzione all'utilità, ai bisogni che soddisfa o alle 
      possibilità economiche di chi la considera; ogni cosa che non sia 
      necessaria" e ancora "sfoggio di ricchezze, di abbondanza". Quello analizzato in Trading Up invece è un 
      altro tipo di lusso, con un approccio completamente diverso e con 
      caratteristiche sue peculiari. Il primo elemento distintivo è l'importanza 
      della dimensione emozionale che fa sì che i prodotti creino un forte 
      coinvolgimento nei consumatori. Questo coinvolgimento è più genuino di 
      quello del lusso tradizionale, legato più all'ostentazione che a un 
      interesse intrinseco per il prodotto. Tale coinvolgimento emotivo, benché 
      fondamentale, non è però ancora sufficiente a caratterizzare un bene 
      come esempio del nuovo lusso, infatti secondo i due autori un new luxury 
      good ha anche delle specifiche tipologie di valenze tangibili e deve 
      garantire al consumatore determinati benefit, ossia: 
        
      deve essere realmente differente dagli altri 
      prodotti nella tecnologia, nel design o in entrambi, deve essere privo di 
      difetti e deve essere in grado di mantenere le promesse espresse in 
      partenza.
      le caratteristiche distintive non devono avere 
      solo un carattere estetico o simbolico, bensì devono generare una 
      performance funzionale realmente superiore alla concorrenza. 
      i benefici tecnico-funzionali e quelli di tipo 
      emotivo si devono combinare fra loro, con l'apporto anche di altri fattori 
      come i valori del brand o la cultura aziendale, per sviluppare il 
      coinvolgimento del consumatore. A livello di qualità poi i due autori parlano 
      anche di un prodotto a metà tra artigianato e bene di serie (“mass 
      artigianal”), con caratteristiche vicine al bene fatto a mano ma con 
      volumi produttivi di livello industriale.In questo senso dunque i beni new luxury si differenziano anche da una 
      certa massificazione del lusso (ad esempio nelle griffe), con beni 
      standardizzati di prezzo alto ma accessibile al grande pubblico e con un 
      costo giustificato più dal marchio che dal valore reale.
 In virtù delle caratteristiche sopra elencate i 
      beni del nuovo lusso si caratterizzano per presentare una curva della 
      domanda differente da quella tradizionale, infatti spostandosi su una 
      fascia di prezzo premium (ma accessibile al consumatore medio) hanno visto 
      crescere (negli USA) le quantità di venduto e, naturalmente, margini e 
      profitti. Il libro poi prosegue la sua analisi con numerosi 
      case-history e esempi che lo rendono piacevole e facile da leggere, anche 
      se a tratti un po' ripetitivo.Quelli citati però sono i concetti più importanti e più utili sul piano 
      teorico ed operativo e vi si possono cogliere riferimenti ed analogie a 
      molta dell’attuale letteratura di marketing e strategia.
 Vi troviamo infatti l'importanza della dimensione simbolica ed affettiva 
      rilevata da diversi autori (Codeluppi,1992; Busacca, 2000), la maggiore 
      competenza sui prodotti da parte dei consumatori odierni, favorita 
      dall'aumento di informazioni disponibili (Kotler, 2003), e la loro 
      accresciuta attenzione al rapporto qualità/prezzo (Codeluppi, 1992, 
      Grandinetti, 2002).
 E' bene sottolineare infatti che i consumatori descritti in Trading Up 
      sono assolutamente eterogenei tra loro rispetto a molte delle principali 
      categorie socio-demografiche e quasi sempre presentano un coinvolgimento 
      elevato solo per uno o due prodotti mirando invece al risparmio su altre 
      categorie merceologiche, indipendentemente dalla loro disponibilità 
      economica.
 Emozione e qualità insieme dunque, un approccio 
      interessante per il made in Italy, come ha sottolineato qualche 
      tempo fa su Panorama (23/09/2004, n.39) anche Ernesto Illy, presidente di 
      Centromarca, secondo il quale "il consumatore straniero si conquista 
      dandogli l'emozione dell'italianità e la conferma di una marca. E' un mix 
      di razionalità e irrazionalità". Già oggi questa via è tentata, con buon successo, 
      da alcuni aziende italiane di nicchia che sfruttano la specificità 
      culturale del prodotto e il legame di quest'ultimo con il territorio (cfr. 
      in bibliografia "La 
      valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato 
      globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani 
      Industria" e "Il nuovo lusso tra globale e locale").Andiamo infatti verso un mondo in cui le nuove tecnologie 
      dell'informazione e della comunicazione favoriscono la messa in pool di 
      realtà locali e globali (Grandinetti, Rullani, 1996) e il vantaggio 
      competitivo che le imprese ricavano dalla propria origine territoriale non 
      solo non perde d'importanza ma addirittura tende a diventare più centrale 
      di quanto non lo fosse in passato (Porter,1990).
 L'insegnamento che chi si occupa di 
      marketing e comunicazione può trarre da questo libro dunque è semplice ma 
      molto importante, per sfidare la concorrenza low cost occorre suscitare 
      emozioni vere e contemporaneamente ricercare sempre l'eccellenza e la 
      distintività nei propri prodotti comunicandola al pubblico.L'una senza l'altra probabilmente rendono un bene incompleto o almeno non 
      sfruttato in tutte le sue potenzialità.
 
	
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          | Trading upLa rivoluzione del lusso accessibile
 Prefazione di Andrea Illy
 di M. J. Silverstein, N. Fiske
 Anno 2004
 ISBN 8845307883pp. 353
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 Bibliografia di riferimento
        
      BUSACCA B. (2000), Il valore della marca: fra 
      postfordismo ed economia digitale, Egea, Milano
      CODELUPPI V. (1992), I consumatori. Storia, 
      tendenze, modelli, Franco Angeli, Milano
      GRANDINETTI R., RULLANI E. (1996), Impresa 
      transnazionale ed economia globale, La Nuova Italia Scientifica, Roma.
      GRANDINETTI R. (2002), Concetti e Strumenti di 
      Marketing, Etas, Milano
      KOTLER P. (2003), Marketing Management, eleventh 
      edition, Prentice Hall, Upper Saddle River 
      ZARANTONELLO G. (2004a), La valorizzazione del 
      territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I 
      casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria, Tesi di 
      laurea, consultabile su
      http://tesionline.corriere.it/default/tesi.asp?idt=9596 
      ZARANTONELLO G. (2004b), "Il nuovo lusso tra 
      globale e locale", Sviluppo&Organizzazione, n. 204, Luglio/Agosto 2004  |