Media digitali: i migliori acceleratori
dell'economia
Un'analisi del contesto italiano con
Michele Ficara, Presidente e fondatore di Assodigitale – Associazione
Industria Digitale Italiana, che spiega a Eccellere perché i nuovi media
hanno un ruolo strategico e pervasivo nel sistema economico e nella
comunicazione pubblica e d'impresa.
di
Elisa Scarcella
I media digitali rappresentano oramai una realtà imprescindibile nel
panorama mediatico mondiale, sia per il loro ruolo nell'ambito delle
relazioni interpersonali che per la capacità di offrirsi come strumento
sempre più indispensabile per supportare la crescita del business aziendale.
Web tv, blog, Iptv, chatroom, siti internet, digitale terrestre, telefonia
mobile sono in grado di offrire, rispetto ai mass media tradizionali (one-to-one
e one-to-many), l'interattività e la simultaneità nella comunicazione
e nel vissuto delle esperienze(many-to-many).
Secondo le previsioni elaborate dalla Forrester Research, in Italia nel
2012 gli investimenti delle aziende in soluzioni e servizi di marketing
digitale, e-mail in testa, raggiungeranno quota 500 milioni di euro, il giro
d'affari del "search marketing" raddoppierà per arrivare a oltre 510 milioni
di euro e il mercato del display advertising (banner e sponsorizzazioni
varie) crescerà fino a 429 milioni su un totale di 5,6 miliardi a livello
europeo.
Eccellere analizza l'attuale contesto con Michele Ficara, esperto
di comunicazione multimediale, Presidente e fondatore di
Assodigitale,
l'Associazione Italiana Operatori Media Digitali, costituita nel 2004 con lo
scopo di promuovere il nuovo comparto dell’Industria Digitale Italiana e
rappresentare tutte le esigenze “trasversali” che accomunano nell’ambito
digitale numerosi operatori apparentemente diversi tra loro.
Michele Ficara
Presidente e fondatore di ASSODIGITALE |
Dott. Ficara, possiamo chiarire subito che cosa significa “essere
digitale” e dare un quadro generale del contesto italiano?
Digitale significa innanzitutto “impalpabile”. Andando oltre, definirei
Industria digitale quell'insieme di operatori in grado di usare al meglio
Internet, telefonia mobile, social device per qualunque attività, insieme di
servizi, tecnologie e forme nuove di comunicazione che intervengono in
ambito digitale. Per quanto concerne l'Italia, in particolare, credo che le
opportunità offerte dai media digitali non siano ancora state colte
pienamente, specialmente nell'ottica dello sviluppo a livello commerciale
che essi sono in grado di portare.
Può spiegarci meglio cosa intende?
I media digitali sono i migliori acceleratori dell'economia perché
permettono di raggiungere un pubblico vastissimo e fare grandi business in
pochissimo tempo. Assodigitale riconosce questa grande potenzialità e
fornisce sostegno e assistenza diretta alla creazione di nuove attività
economiche imprenditoriali in forma autonoma ed associata basate proprio
sull'utilizzo dei media digitali. Attenzione però, perché, i media digitali
accelerano il business ma al tempo stesso sono in grado di amplificare gli
effetti negativi di un business che non ha successo e provocare un flop
dalle proporzioni enormi.
Oggi lo sviluppo dei media digitali sta creando un forte impatto anche
sull'evoluzione di nuove forme di relazione interpersonale, il
cosiddetto”social network”. Cosa pensa di questo fenomeno?
Assodigitale cura fin dalla sua fondazione lo studio e l'analisi delle
dinamiche di social networking. L'utilizzo dei media digitali per la
crescita della socialità riguarda tutti i settori del mondo civile e
imprenditoriale proprio grazie alla possibilità di poter allargare
infinitamente la propria “rete” di conoscenze - il network di contatti
interpersonali – con estrema facilità e in tempi brevi, con risultati
decisamente superiori a quelli ottenuti con una comunicazione, per così
dire, tradizionale. Il social network ha inoltre l'indubbio pregio di
permettere la conoscenza con persone dall'alto profilo, ma, a mio parere, ha
il difetto di non essere interattivo, perché si limita ad uno scambio di
e-mail, trascurando ad es. i blog, che oggi, più di ogni altro medium,
permettono una reale partecipazione.
Quanto influiscono i social network sulle strategia di marketing delle
imprese?
I social network – specialmente i social blog -, che le imprese italiane
ancora sottovalutano o addirittura ignorano, permettono alle aziende di
mantenersi aggiornate sulle tendenze ed esigenze dei consumatori,
anticiparne i bisogni e rispondere con strategie efficaci. Penso ad es. ad
applicazioni di social networking di alta qualità, come Viadeo, il blog di
Assodigitale, e Facebook (creato per mantenere i contatti tra studenti di
università e licei di tutto il mondo), che uniscono alle funzioni di e-mail
e messaggistica la possibilità di aggregare e monitorare direttamente dal
proprio profilo contenuti provenienti da media di qualunque tipo,
condividere blog post, video, audio, link, musica, foto, vendere online.
Pensiamo anche a wikinomics, derivato da wikipedia, che credo più di
tutti rappresenti un nuovo modo di concepire l'economia e il business: un
network di milioni di persone interconnesse tramite e-mail, blog, community
e chat che scambiamo informazioni ad es. per lo sviluppo di nuovi prodotti o
la partecipazione a progetti di ricerca, dando vita alla cosiddetta peer
production.
Parliamo di comunicazione: superata la fase web 2.0, oggi, con la
legge Stanca, la PA è obbligata a garantire ai disabili l'accessibilità dei
contenuti digitali, mentre i privati sono incentivati ad adeguarsi alle
nuove norme. Qual è la fotografia della situazione attuale?
Certamente, le amministrazioni, a livello nazionale e locale, stanno
adempiendo a quest'obbligo, mentre le aziende continuano a privilegiare
l'efficacia comunicativa (ad es. con l'uso di programmi quali Flash) con
siti di grande appeal ma non accessibili agli ipovedenti. Vorrei però
sottolineare che, oltre a garantire un'accessibilità tecnica, i siti della
PA dovrebbero permettere agli utenti di navigare facilmente tra le varie
sezioni e altrettanto facilmente reperire le informazioni e la
documentazione. E ciò sarebbe possibile se i siti fossero costruiti con
un'interfaccia comune ed omogeneo a livello nazionale. Allo stato attuale i
siti sono quasi sempre “filtri” che evitano il contatto diretto con gli
utenti e “dribblano” la comunicazione con la risorsa umana, che rimane
l'interfaccia primario con la PA. Tutto ciò è penalizzante per chi non
dispone o non è in grado di usare il web, come ad esempio le persone
anziane.
Per quanto riguarda l'uso dei media digitali nella comunicazione
politica, come definirebbe la situazione attuale in Italia?
Credo che attualmente i politici usino il web come una sorta di discarica
istituzionale, caricando i siti e i blog degli stessi contenuti che
veicolano con il mezzo televisivo, sempre in modo unidirezionale,
commettendo, a mio parere, un grande sbaglio. In questo modo infatti
ignorano i linguaggi del web, non ascoltano i loro pubblici e non ne
permettono la partecipazione attiva, come invece, ad esempio, ha abilmente
svolto Beppe Grillo con il suo blog.
Un'ultima domanda, sul fenomeno “Second life”, la moda del momento
che, cavalcata nell'immediato dalle grandi imprese, sta perdendo sempre più
appeal. Assodigitale ha condotto recentemente una ricerca sul fenomeno. Si
tratta di una “bolla mediatica”?
Si, si tratta di una bolla mediatica, come lo fu Internet in Italia 10
anni fa, ai suoi albori. Second life stenta a decollare perché richiede
molto tempo e competenze di medio/alto livello per accedervi, infatti in
Italia attualmente si stima che siano solo 300.000 le persone a
parteciparvi. Per quanto riguarda la partecipazione delle imprese, credo che
l'errore sia stato quello di credere che Second Life possa essere un market
place e che possa quindi dare la possibilità di vendere prodotti a grandi
masse di pubblico. Second Life permette invece di svolgere operazioni di
marketing con una gruppo ristretto di persone e di testare le nuove
tendenze, e questo è l'approccio corretto che le imprese dovrebbero adottare
per ottenere risultati efficaci.
22-Nov-2007
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