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I coniugi Obama e l'industria della moda

Quanto aumenta il valore dei brand degli abiti una volta indossati dalla First Lady? Qual è il legame tra l'industria della moda negli Stati Uniti e l'amministrazione Obama?

di Elisa Scarcella

Negli Stati Uniti non si vedeva una First Lady così attenta al mondo della moda come Michelle Obama fin dai tempi di Jacqueline Kennedy, che (im)portò alla Casa Bianca i migliori modelli della Haute Couture francese.
Gli outfit indossati dalla First Lady, dalla cerimonia del Giuramento fino all'ultimo giorno di mandato del Presidente, sono sotto gli occhi del mondo intero.
E' normale pensare che le scelte di Michelle Obama su cosa indossare influenzino le tendenze del pubblico, o per lo meno facciano parlare, ma è possibile stimare quanto esse possano influire sul valore dei brand indossati?
E' possibile, come testimonia un'inchiesta pubblicata dal Washington Post , che riporta i risultati di un'indagine condotta da David Yermack, professorre alla New York University’s Stern School of Business,.
Il Professore ha esaminato gli abiti indossati da Michelle Obama nel corso delle 189 pubbliche apparizioni tra il novembre 2008 e il dicembre 2009 e ha rilevato un picco nelle quotazioni delle società a cui appartengono i brand indossati dalla First Lady, in coincidenza con le sue uscite pubbliche con quegli abiti.
Strabiliante un dato in particolare: secondo l'analisi del Professor Yermack una singola apparizione di Michelle Obama può generare 14 milioni in valore per una società.
A squesto proposito il Washington Post riporta la testimonianza della designer Tracy Reese, che ha supportato Obama nelle campagne 2008 e 2012.
La designer è stata avvicinata dalla First Lady, interessata ad indossare una sua creazione.
“Dopo che Michelle Obama è apparsa sulla copertina di People di Aprile 2009 con un mio abito in pizzo – ha detto Tracy Reese al Post - l'interesse nella mia linea è salito alle stelle e ho visto un'impennata nelle vendite, specialmente dello stile indossato dalla First Lady nelle foto; penso che tutti amino l'idea di poter mettere un capo indossato da lei”.
Altro punto interessante dell'inchiesta è il supporto alle idee ed alle campagne del Presidente da parte dell'industria della moda statunitense, un supporto incentivato da Obama stesso con iniziative che hanno teso le mani all'industria locale, in un mix di patriottismo ed in incentivo alla moda made in USA.
Molti famosi designer, tra cui Mark Jacobs, Narciso Rodriguez, Diane von Fustenberg e Vera Wang, hanno disegnato alcune linee di prodotti nell'ambito della campagna di sostegno ad Obama “Runway to win – a creative way to support The President”, al cui interno è stato anche organizzato un concorso aperto a tutti, che si è chiuso lo scorso 1 maggio.


A febbraio di quest'anno, proprio a ridosso della New York Fashion Week, Anna Wintour e Scarlett Johansson hanno tenuto una raccolta fondi per “Runwyat to win”, operazione raddoppiata con una cena Wintour- Sarah Jessica Parker da 40.000 dollari a testa per lo stesso scopo.
Riporta inoltre il Washington Post che “secondo i dati della Federal Election Commission, esclusa la gioielleria e i retailer del mercato di massa, circa il 50% dei designers americani indossati da Michelle Obama ha fatto donazioni alle campagne del 2008 e 2012 del marito. Non solo: nel 2008, quando l'influenza di Michelle Obama sulla moda non era ancora conosciuta appieno, solo una manciata di designers aveva fatto donazioni. Nel 2012 quel numero è triplicato.”
In particolar modo il presidente Obama riceve supporto dai designer che hanno a cuore tematiche come la lotta all'AIDS, i matrimoni gay e la protezione dell'ambiente.

L'inchiesta si chiede quindi se, fatte tutte queste considerazioni, i fenomeni siano correlati.
Per dare un quadro più ampio al fenomeno, è utile leggere per intero l'inchiesta, da cui emerge che non sempre si rileva una correlazione diretta.
Fare una donazione non significa assicurarsi un posto nell'armadio di Michelle Obama e, al tempo stesso, la First Lady spesso indossa creazioni di designer che non supportano il marito.
Ad esempio Jason Wu, salito alla ribalta delle cronache mondiali per aver disegnato l'abito bianco indossato da Michelle Obama in occasione dell'Inaugural Ball il 10 gennaio 2009, non ha fatto alcuna donazione alla campagna del Presidente, anche se è tra i 22 designer che partecipano all'iniziativa “Runway to Win”.
Quale conclusione trarre allora? Lasciamo la parola alla portavoce della First Lady, secondo cui il supporto di un designer al Presidente non ha nulla a che vedere con le scelte nel guardaroba di Michelle: “La First Lady pensa che le donne debbano indossare ciò che le fa sentire bene e comode; è così che sceglie i suoi vestiti e non in base ad altre considerazioni”.

24-6-2012


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