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Corea del Sud: al via programmi di partnership
Attrarre investitori esteri in Italia e affiancare le aziende italiane in Corea: è questa la missione dell'accordo tra lo Studio Paci di Milano e il coreano Alex Internatinonal Patent & Trademark. Perchè in vista di Expo 2015 l'Oriente non più solo Cina e India. L'intervista di Eccellere a Leonardo Paci.
di
Enrico Ratto
Leonardo Paci,
Dottore Commercialista
Studio Paci.
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Expo 2015: un momento fondamentale per attrarre gli investimenti di aziende estere in Italia. Ma d'altra parte, le società italiane che si distinguono per perseguire l'eccellenza nel loro settore da anni si sono spostate, alla ricerca di aree produttive e di clienti finali, in paesi dell'Estremo Oriente. La Corea del Sud, d'altra parte, non è mai stata una meta di interesse per gli imprenditori italiani. Oggi, dopo la recente sottoscrizione di un accordo di collaborazione tra il Sindaco di Milano Letizia Moratti e l'omologo di Incheon (Corea del Sud), Sang-Soo Ahn, le cose iniziano a mettersi in moto. Un progetto su tutti è la creazione di Milan Design City ad Incheon. Inoltre, la decisione di Koreal Air di garantire almeno tre voli settimanali da Malpensa a Seoul avvicinerà le due città.
Lo studio guidato da Leonardo Paci, commercialista, e l'Avvocato Giulio Graziani, in quest'ottica, si è mosso stipulando una partnership con lo studio coreano Alex International Patent & Trademark Law Firm di Seoul, specializzato nella tutela di marchi, brevetti e diritto d'autore. Un accordo reciproco di supporto e sviluppo che porterà i professionisti dei due studi ad assistere, sotto il profilo legale e fiscale, gli investitori coreani che si affacceranno sul mercato italiano e le aziende italiane che si muoveranno verso la Corea del Sud alla ricerca di nicchie e opportunità di business.
Dott. Paci, affacciarsi alla Corea portando con sè il proprio studio legale e il proprio commercialista non è una buona idea?
In realtà si tratta di attività che non è consigliabile portare avanti con studi legali senza esperienza e appoggi fisici in loco. La cultura orientale in genere è molto legata al fatto che le attività di business vengano portate avanti da persone legate allo stesso mondo. Per questo l'ideale è proporre ai nostri clienti il nostro partner coreano.
E sarà lo stesso per i coreani che si affacciano all'Italia? Seguirete voi i loro interessi legali e fiscali?
Esatto. In questo modo vengono abbattuti i problemi linguistici, la competenza in questioni legislative, e non ultima la fiducia nell'investitore da parte del cliente, del fornitore, del partner italiano.
In quali ambiti operano le aziende vostre clienti?
Stiamo valutando l'opportunità di seguire clienti nel settore automobilistico, nel settore moda e nel lusso in generale. Per quanto riguarda la moda è interessante per l'aziena coreana affiacciarsi all'Italia nel mercato degli accessori, nell'importazione dei diversi tessuti.
Per produrre o per vendere?
Entrambe le cose. Il terreno coreano è fertile sia per chi desideri sviluppare attività produttive, sia per chi sia alla ricerca di clienti e di mettere in piedi joint venture per commercio retail. La Corea è un paese che sta tenendo di fronte alla crisi economica attuale, forse perchè ancora chiuso e non legato ai grandi investitori esteri, dunque non soggetto ad un effetto domino della crisi. Oggi infatti molte società italiane stanno guardando alla Corea come ad una opportunità. Fiera Milano sta aiutando a costruire una fiera, in Corea verrà esportata La Scala, e anche l'Istituto Europeo di Design si sta muovendo per andare a formare giovani coreani.
4-12-2008
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