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Manuale di comunicazione politica in rete

Ecco un manuale vero. Uno strumento che riesce a fare “cultura digitale” perché, con funzionale umiltà, fornisce gli strumenti per capire prima e per operare poi. Gli autori? Il mix perfetto: un esperto di tecnologie per la comunicazione d’impresa, un giornalista-blogger e un politologo.

di Marco Stancati

 

Un esperto di tecnologie per la comunicazione d’impresa (S. Epifani), un giornalista/blogger (A. Jacona), un politologo (R. Lippi), una consulente per la comunicazione on line (M. Paolillo) hanno scritto questo manuale. Temo sempre le operazioni editoriali con troppi autori perché l’uniformità espositiva ne risente. Invece queste otto mani hanno digitato un testo assolutamente leggibile e soprattutto utile. Perché appartengono (le mani) a teste in grado di fare sinergia.

Un manuale vero. Insomma il risultato giustifica la definizione di “manuale”: riesce a fare “cultura digitale” perché, con funzionale umiltà, fornisce gli strumenti per capire prima e per operare poi.
Conduce per mano il lettore verso la scelta di un suo abito digitale, su misura, personalizzato, che gli risponda. Non dà niente per scontato e illustra gli strumenti uno a uno spiegandone le specificità, le opportunità e i rischi: dal tradizionale Sito Internet al Blog, relazionalmente impegnativo, ai Social Network Site più diffusi tracciandone per ciascuno (Facebook, Twitter, FriendFeed, Youtube, Flickr, Linkedin) caratteristiche e specificità per l’uso più appropriato.

Non fatevi condizionare dal titolo, non è un manuale solo per i politici. Ma per tutti gli analogici che vogliano definitivamente prendere atto che l’on line è l’inevitabile parte digitale della loro quotidianità. Leggetelo così il titolo: “ Manuale di comunicazione in rete (particolarmente raccomandato ai politici) ”.
Con spirito più pubblicitario, si potrebbe indulgere a quest’altra riformulazione: “Esimio onorevole, posso presentarle la signora Internet?” I politici avrebbero molto bisogno di leggere e metabolizzare questo libro, dal momento che il loro approccio al mondo on line stenta a decollare e non è sostanzialmente diverso da quello che rilevai direttamente, con l’aiuto di alcuni studenti della Sapienza di Roma, nel 2008 esaminando i blog di alcuni politici (nonché alcuni video su Youtube); alla vigilia delle elezioni.

I risultati dell’analisi furono riassunti in un articolo su “Formiche”. Ne uscivano male, tra gli altri: Mastella, Rutelli, Gelmini, Brunetta, Pecoraro Scanio perché, come riassumeva efficacemente un mio studente “ l’abbaglio nel quale il politico rischia di cadere, non aprendosi a un confronto vero con le altre tribune digitali, è quella di dare origine a una stanza dell’eco nella quale si cortocircuita lo scambio di conoscenza, fino a creare un’illusoria popolarità”.
Ne uscivano bene in pochi. Renzi, Di Pietro e Vendola perché evitavano la commistione tra logiche che si respingono: quella dei media tradizionali, ispirata al modello trasmissivo, e la filosofia dei new media ispirata al modello comunicativo inferenziale, basato sull’ascolto e quindi sull’attenzione costante al feedback.

È il tempo della cyberdemocrazia. Ecco, Epifani & Soci non fanno nomi di politici, neanche a titolo esemplificativo, ma si avverte che hanno analizzato a fondo la (non) comunicazione sulla Rete di molti di loro; politici che si sono tuffati negli ultimi anni nel nuovo mondo, in preda ad una “obamite acuta” per copiare le strategie del PPN (Primo Presidente Nero) sperando di raccogliere il consenso del popolo del Web.
Ma è un mondo che non conoscono e nel quale si presentano con vecchi strumenti e anacronistiche concezioni.
E allora, pazientemente, i “nostri” spiegano cosa sia la comunicazione in genere, e la comunicazione politica in particolare, nell’era del 2.0 che comporta la transizione dalla teledemocrazia alla cyberdemocrazia, con un obiettivo ambizioso ma in qualche modo obbligato: dialogare con il primo partito d’Italia, quello dell’astensionismo. E propongono di procedere con metodo, facendosi tutte le domande che consentono poi di mettere in fila degli obiettivi chiari, raggiungibili, misurabili: Come sapere cosa si dice di me? Come avvicinare i miei elettori? Come comunicare me stesso? Come supportare la mia campagna elettorale?

E forniscono, contemporaneamente, informazioni preziose: cosa vuol dire essere on line e quanto tempo richiede, che squadra è necessaria per gestire costantemente la presenza, quali sono i passi logici e cronologici da compiere, quali gli errori possibili, quali le confusioni da evitare tra strumenti che hanno caratteristiche e finalità diverse (Blog o pagina ufficiale su Facebook?). E per ogni strumento/canale illustrano opportunità e rovescio della medaglia. Step by step, alla lettera (vedi “Otto passi verso il Social Networking” nel settimo capitolo).

Comunicatori, non markettari. Ho iniziato a leggere questo manuale aprendo a caso. Non è cialtroneria, è un modo per vedere se un testo "acchiappa".
Se succede, leggo tutto dall'inizio e meticolosamente. È successo e ho proseguito. E, qualora non sia già definitivamente chiaro, lo dico scandito: mi è piaciuto. Anche perché è un libro sulla comunicazione on line scritto, finalmente, in modo coerente con la scrittura sul Web: titolo, sottotitolo, capoverso, capoverso... quando necessario un box retinato per evidenziare aspetti importanti e di sintesi.
Coerente, con la natura di manuale, l’inserimento del glossario finale, accurato e puntuale. Insomma un testo che resiste anche alla navigazione, oltre che alla lettura. Il progetto grafico e tipografico è minimalista, se preferite francescano spinto (magari sulla definizione dei grafici uno sforzo in più si poteva fare). Ma loro volevano semplicemente comunicare, senza inutili ridondanze ed effetti speciali.
 

Manuale di Comunicazione Politica in rete
Costruire il consenso nell'era del Web 2.0
di S. Epifani e A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo
pp. 264
Editore Apes
Anno 2011

 

17-6-2011


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Commenti

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Pricescout24 | 1-7-2011 15:34
quindi è da acquistare. bene bene

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