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IT: nel 2009 record negativo per il settore e Italia indietro rispetto ai Paesi UE.
Diffusi i dati della 40° edizione del Rapporto Assinform che definisce la situazione “il peggior risultato dell’informatica italiana nella sua storia”, con tagli alla spesa IT in tutti i settori dell'economia e nella PA.
di
Elisa Scarcella
In un contesto di crisi globale, l'Italia sembra voler frenare il suo processo di modernizzazione: sconfortanti infatti i dati diffusi dal Rapporto Assinform 2009 - giunto alla quarantesima edizione e presentato nei giorni scorsi a Torino - in relazione alla spesa IT in Italia che, secondo il Rapporto, nel 2009 calerà fino a sfiorare il record negativo di –5,9%, con tagli in tutti i settori e nella Pubblica Amministrazione.
“La discesa della domanda d’Information Technology a -5,9%- dichiara Ennio Lucarelli, Presidente di Assinform - che come indicano le nostre stime registreremo a fine 2009, salvo correzioni in corso d’opera, rappresenterà il peggior risultato dell’informatica italiana nella sua storia. Se è inevitabile che di fronte alla crisi dei mercati, imprenditori e amministratori si preoccupino di limitare i costi, dobbiamo essere consapevoli che tagliando sull’innovazione stiamo approfondendo il nostro ritardo rispetto ai paesi concorrenti e stiamo compromettendo proprio le possibilità di riprendere a crescere e a competere. Al contrario, dare il via oggi alla creazione di servizi e prodotti di nuova generazione e far maturare nuove professionalità, significa immettere nell’economia italiana gli strumenti più efficaci per produrre accelerazione della crescita e nuove capacità competitive”.
Il taglio dei budget IT riguarda tutti i settori economici, a partire dai maggiori compratori di IT, come le banche, che tagliano di -9% e le aziende industriali ( – 4,9%), fino ai settori più innovativi, come le TLC (che scendono a -11%) e i Media (-8,1%). Tagli sull’innovazione anche nei Trasporti ( -7,0%), nella Distribuzione (- 6,5%) e Assicurazioni (-2,9%). Calo previsto anche nella spesa consumer che, dopo il boom degli ultimi anni, per la prima volta nel 2009 registrerà un segno negativo ( -3,5%).
Segno negativo anche nella tendenza della Pubblica Amministrazione in riferimento agli Enti Locali: -1,7% (sempre in ambito pubblico segno positivo invece per le utilities, con una prevista crescita della spesa It del +3,8%, che operano in un mercato senza concorrenza).
Il 2009 si presenta come un anno difficile, con un PIL atteso in calo del 1,%: per l'intero mercato ICT le previsioni indicano un calo dell’1,3%. Scorporando il dato aggregato, si notano differenza tra TLC, per le quali è attesa una crescita, anche se modesta, dello 0,7%, mentre per l'IT si attende una contrazione significativa, stimata appunto attorno al 5,9%. Considerando i segmenti all'interno dell'IT, tutti provati dalla crisi, le previsioni indicano una miglior tenuta del software (-3,6%) sui servizi (-6,7%) e sull’hardware (-6,4%).
Negativo anche il segno in riferimento all'occupazione It che, per il primo trimestre 2009, è stimato in - 0,8% su base annua, mentre nel 2008 in Europa si è registrato un + 3,8%, in Italia + 0,8%.
Considerando invece i dati relativi al 2008, il mercato aggregato dell’ICT (informatica e telecomunicazioni) ha raggiunto i 64.463 milioni di Euro (+0,1%), segnando il minor dinamismo rispetto al 2007 (quando era cresciuto dello 0,9%), forse dovuto ad un rallentamento più pronunciato della componente telecomunicazioni.
Continua nell'ICT la crescita della componente consumer (25.804 milioni, +1,5%) mentre persiste il calo di quella business (14136 milioni, - 1,7% , dopo il -2,3% del 2007).
L’andamento del mercato IT in Italia è stato maggiormente influenzato, rispetto a quello degli altri Paesi, dalla situazione negativa dell’economia ed cresciuto infatti nel 2008 solo dello 0,8% (per un volume complessivo pari a 20.343 milioni di Euro), quasi tre 3 punti percentuali al di sotto della media europea (+3,8%, peraltro in calo di un punto rispetto all’anno prima), risultando così inferiore al Regno Unito (+3,2%, 64 miliardi di Euro), alla Germania (+3,4%, 72,3 miliardi di Euro), alla Francia (+3,4%, 55,2 miliardi di Euro) e Spagna (+4,9%, 15,8 miliardi di Euro).
Questo il dettaglio, per quanto riguarda gli andamenti della spesa IT nei principali settori d’utenza. Segno positivo, seppure molto basso, per: banche con +1,2% (pari a 4.632 milioni di Euro), assicurazioni: +2% (1.017 milioni di Euro), industria: +1,8% (4.068 milioni di Euro), distribuzione: +1,3% (2.309 milioni di Euro), PA Locale: +0,7% (8.081 milioni di Euro), sanità pubblica e privata: +2,1% (541 milioni di Euro), utilities: +3,4% (782 milioni di euro). Segno negativo per PA Centrale: -3,2% (1.318 milioni di euro), difesa e corpi armati: - 3,8% (589 Milioni di Eur), telecomunicazioni e media: - 2,0% (2.401 milioni di euro), travel&transportation: -1,4% (1.041 milioni di euro).
Il Presidente di Assinform esprime il proprio parere sulle possibili cause della situazione: “In realtà la crisi sta mettendo a nudo l’estrema debolezza dell’altalenante politica per l’innovazione in Italia. Per il settore privato esistono ben pochi incentivi all’innovazione, mentre l’approfondirsi dei tagli alla spesa pubblica in IT renderà ben più difficile portare avanti il piano per l’e-Government e si rifletterà in termini negativi direttamente sui servizi ai cittadini e sulla semplificazione nei confronti delle imprese. E’ urgente sostenere l’Information Technology italiana detassando gli utili delle imprese investiti in innovazione digitale ed avviando con forza le liberalizzazioni”.
Considerando la dinamica della domanda IT per dimensioni di impresa, essa si è attenuata nelle grandi imprese (+0,7% contro il +1,7% del 2007) e nelle medie (1,2% contro l’1,9 del 2007), mentre le piccole registrano un calo dello 0,7% in valori assoluti (contro una crescita dello 0,6% nel 2007).
La domanda business conta comunque ancora per l’80% del mercato IT italiano, con il prevalere della quota in capo alle grandi aziende (56,9% del totale degli investimenti business) su quelli delle medie (25,1%) e delle piccole (18,0%), che continuano a pesare sul mercato IT in maniera assai più limitata di quanto contribuiscano al PIL e all’occupazione.
Allargando lo spettro al resto del mondo, significativo poi registrare che la contrazione nelle crescite del mercato IT sia stata più accentuata all’interno dei paesi avanzati: nell’area del Nord America - la più importante in termini dimensionali (480 miliardi di dollari) - il mercato è cresciuto del 3,3% nel 2008 contro il 5,6% del 2007, mentre in Europa (358,7 miliardi di dollari) la crescita è stata del 3,7%. I Paesi più dinamici, dove i mercati non sono giunti ancora alla saturazione, sono stati l’area dell’Asia-Pacifico (+7,2%, per un mercato di 217,4 miliardi di dollari) e il complesso dei paesi del Resto del Mondo (+9,3%, per un mercato di 134,8 miliardi di dollari.
Va comunque evidenziato che le telecomunicazioni hanno contribuito per il 3,4% al PIL europeo del 2008, e che gli addetti del settore (circa 3,5 milioni) contribuiscono ad esso con più di 100.000 Euro procapite contro una media europea di 50.000 Euro.
Non sembra risentire della crisi invece la telefonia mobile, con un parco utenti passato da 3,3 miliardi nel 2007 a quasi 4 nel 2008, ed un numero di telefoni cellulari venduti di 1,22 miliardi.
In lieve miglioramento la domanda sul mercato del PC da parte delle famiglie, pari al 31,8% delle unità vendute nel 2008, contro 30,1% del 2007 e il 28,1% del 2006, confermando la progressione costante degli ultimi anni. Si consideri che la domanda IT delle famiglie nel 2008 è stata di 1001 milioni (+4,4%) e pesa oggi per il 5,4%, del mercato IT italiano.
Per quanto riguarda il digital divide, si evidenzia il ritardo dell'Italia nella diffusione delle tecnologie IT. Un ritardo che si può misurare attraverso vari indicatori: la spesa IT incide sul PIL solo il 2%, posizionandola alla fine della classifica tra i grandi Paesi, superata anche dalla Spagna (2,1%) e senza progressi significativi rispetto agli anni passati, mentre gli USA sono al 4,2%, la Francia al 3,4%, il Giappone al 2,4%. Bassa anche la spesa IT pro-capite, pari a 345 dollari (Spagna 352, USA 1516, Giappone 917) ancora da fondo classifica fra i paesi sviluppati.Non altissimo inoltre in Italia il numero di PC installati, stimato in 30 milioni (51 per ogni 100 abitanti), contro 378 milioni degli USA (125 per 100 ab.), 97 in Giappone (76 ogni 100 ab.) e 10 in Spagna (44 pc ogni 100 ab.).
18-6-2009
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